Infrastruttura strategica

Che fine ha fatto il raddoppio ferroviario? Dal “grande sogno” allo stallo che dura da 50 anni

Regione e governo vogliono realizzare l’opera da 2 miliardi, ma il problema principale restano i fondi (al momento assenti e con il Pnrr fuori dai giochi)

Binario Raddoppio Ferroviario Loano

Provincia. Il raddoppio ferroviario nel ponente ligure è fermo al palo. Non si tratta di un’opera qualunque, ma di una delle infrastrutture più importanti, attese e discusse dell’intera regione Liguria. 

Sono passati 4 mesi da quel 30 marzo 2023, giorno in cui il governatore ligure Giovanni Toti è andato a “bussare” alla porta del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con un documento in mano: il piano strategico delle opere. Tra queste, ovviamente, figurava anche il raddoppio tra Andora e Finale Ligure (oltre che all’ormai famigerata Gronda). 

COSTI E OSTACOLI PER LA REALIZZAIONE DELL’OPERA

Sulla carta il costo dell’opera è di circa 2 miliardi, ma il quadro geo-politico attuale e l’inflazione impongono di immaginare una consistente lievitazione dei costi. Più che un raddoppio, quello tra Andora e Finale sarebbe un vero e proprio spostamento della ferrovia. 32 chilometri di tracciato (25 dei quali in galleria), per la precisione, che si devono fare largo tra espropri, indennizzi, ostacoli burocratici e naturali. 

raddoppio ferroviario

Per il completamento dell’opera, nel 2021 è stato nominato dal governo (allora presieduto dall’ex premier Mario Draghi) anche un commissario straordinario: Vincenzo Macello. Parliamo di “completamento” dell’opera perché la Andora-Finale è l’ultimo tassello mancante del progetto complessivo di raddoppio nella linea Genova-Ventimiglia. Nel 2001, infatti, è stata realizzata la tratta di 24km tra Ospedaletti e San Lorenzo, mentre nel 2016 è stata la volta della tratta tra San Lorenzo e Andora. Ora, l’ultimo pezzo da completare è proprio quello tra Andora e Finale.

Un’opera considerata fondamentale anche dallo stesso governatore ligure: “È un collo di bottiglia all’interno di una struttura modernissima – aveva dichiarato Toti parlando del binario unico tra Finale Ligure e Andora -. Bisogna toglierlo, la linea del ponente ligure è un nodo ferroviario straordinariamente potente e importante”.

L’ostacolo principale, al momento, sarebbero i soldi. Toti ha fatto sapere che “di base c’è la volontà di finanziare l’opera” da parte del governo. Vale la pena precisare che l’infrastruttura non potrebbe essere realizzata con i fondi del Pnrr (che per il piano italiano scadranno nel 2026). Tanto per inquadrare la situazione, è sufficiente ricordare che sul sito ufficiale di Ferrovie lo stato di avanzamento dei lavori è fermo alla fase dei “permessi” e per la fine dei cantieri viene indicato un generico “dal 2029”. 

Generico agosto 2023

I NODI DA SCIOGLIERE DEL COMMISSARIO STRAORDINARIO

In attesa dei fondi necessari per realizzare l’opera procedono in parallelo le operazioni di Rfi per acquisire i pareri ambientali, i permessi e le varie autorizzazioni. Immaginate 32km di ferrovia che devono passare dove ora ci sono case, terreni agricoli e, come detto, ostacoli naturali. Oltre a questi aspetti, il commissario Macello ha proseguito il confronto con i Comuni interessati dal raddoppio. I nodi da sciogliere per il commissario non sono pochi, soprattutto in alcuni realtà (Albenga e Borghetto in particolare), ma ci sono anche le associazioni agricole e le procedure di indennizzo connesse da tenere in considerazione.

Di Borghetto Santo Spirito dobbiamo ricordare l’incontro tra il commissario Macello, le categorie agricole e Assoutenti avvenuto il 9 maggio dello scorso anno. Un confronto  dove non mancarono le scintille. A Borghetto la nuova stazione sarà costruita in aperta campagna, “consumando” sette ettari di suolo agricolo, e andrà ad accorpare anche quella di Loano. 

Assoutenti in quell’occasione manifestò a Macello il proprio malcontento, minacciando in un primo tempo di lasciare la sala: ““Finora, dopo oltre vent’anni, nessuno ci ha considerati”, tuonò il presidente Taboga quel giorno.

Ieri, martedì 1 agosto, il consiglio regionale ha approvato il piano Regionale Integrato della Mobilità, delle Infrastrutture e dei Trasporti. Nel piano non poteva mancare il raddoppio tra Andora e Finale, che tuttavia al momento resta una mera dichiarazione di intenti. 

UN’OPERA DIVISVA

Il raddoppio /spostamento è quindi ancora oggi un’opera da libro dei sogni. Nel corso del tempo si sono susseguiti una serie di progetti (ovviamente mai realizzati) che hanno continuato a dividere l’opinione pubblica. 

Secondo Ferrovie, l’infrastruttura porterebbe ad “un aumento della capacità teorica ammessa sulla tratta oggetto di raddoppio dagli attuali 4 treni/h a 10 treni/h nei due sensi di marcia”, mentre “potrà conseguirsi una riduzione dei tempi di percorrenza”.

Mentre si attendono i fondi necessari per realizzare la nuova infrastruttura, il dibattito prosegue, anche se le luci dei riflettori sembrano puntare altrove (cambiamenti climatici in primis). Parliamo di un argomento fortemente divisivo. Su IVG, ne abbiamo discusso anche nel corso del podcastLa Telefonata” insieme all’ex assessore ai trasporti di Regione Liguria Gianni Berrino, oggi parlamentare di Fratelli d’Italia, e ai rappresentanti di alcune associazioni, come Assoutenti e Wwf, nel corso di un episodio dedicato.

ASCOLTA “LA TELEFONATA” SUL RADDOPPIO FERROVIARIO

C’È CHI DICE NO…

Oggi sul territorio interessato dall’ipotetico spostamento della ferrovia sono attivi ben 16 comitati. Franco Stalla è il vicepresidente del comitato territoriale: “Dove è stato realizzato lo spostamento della ferrovia a monte è crollato il numero dei passeggeri. Nell’imperiese abbiamo un record negativo di abbandono della scuola, al 22%, da parte dei ragazzi che non hanno più potuto usare quei servizi”.

Ma voi ci pensate ad Albenga e Loano, dove sono presenti importanti licei e scuole professionali senza stazione? – si domanda Stalla contattato da IVG -. A Noli stanno aspettando le navette per la stazione di Spotorno dal 1977. E anche se fosse, chi pagherà i costi dei collegamenti tramite autobus e navette?”.

Associazioni e ambientalisti hanno già presentato un ricorso (pendente) al Tar contro il raddoppio e un altro in sede di Unione Europea, che dovrà essere discusso: “Mentre a ponente levano le stazioni – sottolinea Stalla -, a levante le mettono e le cose funzionano bene”.

Secondo Stalla, inoltre, ci sarebbero altre ragioni che dovrebbero spingere governo e Regione Liguria a rivedere i piani di spostamento della ferrovia: “Nella valutazione di impatto ambientale (VIA, ndr) redatta dai tecnici delle ferrovie – aggiunge Stalla – sono loro stessi a dire che a Loano con lo spostamento della ferrovia potrebbe mancare l’acqua potabile perché le falde acquifere potrebbero essere intaccate”.

“Il raddoppio tra Finale e Loano si può fare domani mattina – conclude Stalla -. Ma qui siamo di fronte ad una scelta politica. I cittadini non vogliono lo spostamento della ferrovia a monte, lo vuole la politica”.

… E CHI DICE SÌ

Regione e governo remano nella stessa direzione, ma tra i pro-raddoppio (o spostamento) ci sono anche le organizzazioni rappresentative degli imprenditori. Gli industriali savonesi da tempo hanno lanciato l’allarme: “Senza infrastrutture è la morte delle imprese”, aveva sentenziato pochi mesi fa il presidente Angelo Berlangieri.

E sicuramente il raddoppio o lo spostamento della ferrovia tra Andora e Finale Ligure è una infrastruttura vista come strategica: “Al momento non abbiamo più ricevuto notizie nonostante le nostre diverse sollecitazioni a riguardo – ha fatto sapere Berlangieri, raggiunto da IVG -. Stiamo parlando di un’opera fondamentale insieme all’upgrade della Savona-Torino. Qualcuno pensa che il terzo valico sia risolutivo, ma non è vero. Occorre anche una connessione diretta con il Piemonte per migliorare le performance dei porti”.

Secondo Berlangieri, sarebbero già diversi gli imprenditori piemontesi che guarderebbero altrove, come ai porti dell’est, a causa delle carenze infrastrutturali nostrane: “È paradossale – conclude Berlangieri -, perché più passa il tempo e più aumentano i costi. Quando si parla di grandi infrastrutture, quello che fa arrabbiare di più è che siamo sempre lì in attesa che accada qualcosa che invece non accade mai”.

E che si condivida o meno l’opinione di Berlangieri, per quanto riguarda il raddoppio o lo spostamento della ferrovia è indubbio che le cose stiano proprio così. Da un “grande sogno” nato oltre 50 anni fa, ad una situazione di stallo che non accenna a smuoversi.

Ora la palla passa al governo, con il ligure Edoardo Rixi, quale sottosegretario al MiT, che potrebbe giocare la partita decisiva sul futuro di una infrastruttura tanto attesa quanto contestata. 

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