Opposizione

I Verdi: “Albenga-Predosa e raddoppio ferroviario in galleria, ‘delitto perfetto’ che sconvolge l’entroterra finalese”

"Ci sono tutti i motivi per chiedere un nuovo progetto per il raddoppio ferroviario in sede e dire un chiaro 'no' alla bretella"

raddoppio ferroviario

Finale Ligure. “Si prospetta il ‘delitto perfetto’, per sconvolgere e snaturare l’entroterra Finalese, combinando le due ‘grandi opere’: bretella autostradale Albenga-Predosa e raddoppio in galleria della tratta ferroviaria Andora-Albenga-Finale Ligure”. Lo afferma Gabriello Castellazzi di Europa Verde-Verdi del Finalese.

“Secondo quanto emerso dall’incontro del 30 marzo scorso, in Regione Liguria, tra il vice ministro Edoardo Rixi, il presidente Giovanni Toti e l’assessore Giacomo Giampedrone, viene confermata ancora una volta la strategia che contrasta con tutti gli impegni (assunti di fatto solo a parole) verso il rispetto rigoroso delle politiche ambientali nazionali e internazionali (accordi di Parigi).
In sostanza si prepara il ‘delitto perfetto’ per sconvolgere e snaturare l’entroterra finalese – precisa Castellazzi – La prospettata bretella autostradale Albenga-Carcare-Predosa incentiverebbe i trasporti su gomma, e il raddoppio ferroviario Andora-Finale Ligure (proposta unicamente in galleria invece di realizzare un breve tratto mancante di secondo binario nell’attuale sede tra Loano e Finale), dopo aver cancellato una vasta area di prezioso terreno fertile ad Albenga, vedrà lo scavo di enormi tunnel fino a perforare nuovamente il promontorio della Caprazoppa (che ha una struttura carsica molto sviluppata)”.

“Nella sostanza, secondo i progetti fino ad ora resi pubblici, tutti i rilievi a ridosso del mare verranno scavati per decine di chilometri (interrompendo condotti idrici naturali) e milioni di tonnellate di roccia verranno trasportate (non si sa ancora esattamente dove) percorrendo un reticolo di nuove strade costruite solo per servire i numerosi cantieri, mentre le strette valli, oggi meta di quel turismo outdoor su cui si fonda l’economia locale, verrebbero deturpate irrimediabilmente. La prima domanda da fare dopo anni di proteste (consigli comunali, associazioni di agricoltori, organizzazioni ambientaliste) è questa: viene rispettata la legge regionale relativa alle procedure riguardanti la progettazione e l’approvazione di enormi opere realizzabili con spese pubbliche di miliardi di Euro? Con spese minori si potrebbero trovare soluzioni alternative, compatibili con le necessità di ridurre il consumo di prezioso suolo e produrre meno gas ‘climalteranti’”.

“La Regione Liguria con la Legge del 16 febbraio 2016 ha disciplinato le ‘Misure per il rafforzamento delle fasi di progettazione e finanziamento di opere pubbliche di particolare rilievo’ precisando con l’articolo. 18 che ‘al fine di individuare le soluzioni ottimali, di assicurare maggior certezza dei tempi di realizzazione nonché di promuovere l’accettazione sociale da parte delle collettività locali interessate, la Regione definisce le procedure per una esaustiva forma di dibattito pubblico sulla base di un adeguato livello di progettazione’. Purtroppo queste procedure (obbligatorie e vincolanti) nel savonese non sono mai state attivate”.

“Nel frattempo, coloro che hanno potuto esaminare i progetti hanno individuato numerose criticità. E’ stato dimostrato come il togliere le stazioni ferroviarie ai Comuni costieri provocherebbe enormi disagi ai turisti (che ancor più opteranno per l’uso dell’auto) e ai pendolari (studenti e lavoratori). Con un nuovo progetto di raddoppio in sede i 14 passaggi a livello verrebbero invece tolti e realizzati sottopassi con costi decisamente minori. Certo la cosiddetta ‘cura del ferro’ (ferrovie più efficienti in Liguria) è certamente necessaria ma i lavori devono essere eseguiti ottenendo risultati efficaci: ripristinare la linea Savona-Alessandria, migliorare la Savona-Altare, fino a Ceva), potenziare le vie per alleggerire il traffico sull’ autostrada A10 (la Ss 334 del Sassello, la 490 del Melogno, la galleria Armo-Cantarana per i collegamenti tra Liguria e basso Piemonte)”.

“Dal 2012 il Comitato ‘Difendiamo le nostre valli-No alla Bretella Borghetto-Carcare-Predosa’, (costituito da più di mille cittadini) ha seguito gli sviluppi burocratici del devastante progetto, 33 chilometri. di gallerie e 15 chilometri di viadotti che dovrebbero attraversare le valli nei territori di otto Comuni: Rialto, Pietra Ligure, Giustenice, Tovo San Giacomo, Magliolo, Calice Ligure, Orco Feglino e Finale Ligure (tutti hanno deliberato contro quest’opera) e vuole sempre ricordare come nei dieci anni passati abbia diffuso tutte le possibili informazioni relative alla programmata infrastruttura, confortato dalla consulenza di un esperto del settore, il professor Willi Husler, docente universitario e noto esperto di trasporti internazionali, il quale ha dimostrato in una articolata relazione come tale opera non possa in alcun modo risolvere i problemi della viabilità del ponente ligure, analizzando la pericolosità oggettiva di singoli tratti: a Rialto il viadotto di 450 metri dovrebbe attraversare il Rio Pora ad una altezza di 86 metri con un impatto acustico, estetico, di gas di scarico e polveri, inaccettabile per i residenti e per un turismo orientato alla tranquillità e alla qualità ambientale. La bretella si sviluppa su un percorso di 47,9 chilometri (33 chilometri di gallerie gemelle, ovvero 66 chilometri di gallerie a due corsie da costruire) un’ opera che supererebbe i trafori alpini, con investimenti e costi di servizio e di manutenzione enormi. La somma della lunghezza complessiva delle gallerie, di fatto, supera più di cinque volte la galleria a due corsie del traforo del Monte Bianco (con i suoi 11.3 chilometri). Un’opera di dimensioni gigantesche dal costo di circa 4 miliardi di euro, per risparmiare, a calcoli fatti, solo 13.4 km di strada”.

“Quindi ci sono tutti i motivi per chiedere un nuovo progetto per il raddoppio ferroviario in sede e dire un chiaro ‘no’ alla bretella, visto il grave danno che tali opere arrecherebbero al settore economico, turistico e sociale, a quello agricolo-forestale e alla salute pubblica”.

leggi anche
Binario Raddoppio Ferroviario Loano
Infrastruttura strategica
Che fine ha fatto il raddoppio ferroviario? Dal “grande sogno” allo stallo che dura da 50 anni

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.