Ordine del giorno

Giovani Democratici, a Savona in Consiglio comunale la proposta sul diritto all’abitare

Presentata oggi dal candidato a Segretario nazionale GD Tommaso Sasso

Consiglio comunale Savona

Savona. Si è svolta oggi la presentazione della proposta nazionale “Abitare per vivere”, nata dalla discussione della piattaforma nazionale Nuovi Orizzonti che sostiene la candidatura a Segretario Nazionale dei Giovani Democratici di Tommaso Sasso.

“In una situazione in cui le città italiane sono tra le prime in Europa per costo dell’affitto, rispetto allo stipendio, non possiamo che essere in prima linea in una battaglia per un vero diritto all’abitare – ha commentato il candidato alla segreteria nazionale dei GD, Tommaso Sasso – i giovani italiani, in media, lasciano la casa della famiglia a 30 anni, contro la media europea di 26 anni, per questo motivo abbiamo lanciato nei mesi scorsi una proposta ambiziosa e d’avanguardia”.

“Anche nella nostra provincia viviamo direttamente questa problematica, tanti nostri coetanei sono obbligati ogni anno a trasferirsi in altre città per potere proseguire i propri percorsi di vita – ha aggiunto Andrea Ferrari, Segretario provinciale dei Giovani Democratici – per questo, siamo grati alla piattaforma di Nuovi Orizzonti, che raccoglie un forte consenso nella nostra provincia, per aver voluto portare anche nel dibattito pubblico e nelle istituzioni della nostra città un tema decisivo per la nostra generazione”.

“Vista l’importanza porteremo la tematica anche in Consiglio Comunale con un Ordine del Giorno che abbiamo presentato come maggioranza comunale, sembra un problema lontano ma che vivono principalmente le famiglie delle città come la nostra, per questo ci è sembrato giusto portare la discussione anche nella sede amministrativa” ha concluso Luca Burlando, Consigliere Comunale di Savona.

LA PROPOSTA – Giovani, soprattutto studenti, e meno giovani fanno sempre più fatica a trovare un appartamento, a causa dell’aumento vertiginoso dei prezzi. Stando agli ultimi dati ISTAT, gli affitti sono aumentati in media del 6,8%. In media, questo vuol dire 44 euro di affitto in più al mese e 528 euro in più all’anno.

L’indice Foi, quello utilizzato dall’Istat per l’adeguamento degli affitti all’inflazione, a marzo 2023 è salito del 7,4% rispetto all’anno precedente. Questo significa che, prendendo ad esempio un canone da 500 euro al mese, l’adeguamento all’inflazione pesa 38 euro, pari a 456 euro in un anno, quasi un mese in più.

Roma e Milano sono tra le prime 4 città europee dove l’affitto pesa di più sul totale dello stipendio. In media, se si affitta un alloggio in una delle due città, il prezzo dell’affitto pesa all’incirca quanto metà di uno stipendio medio.

La questione mette in particolare difficoltà gli studenti fuorisede che non riescono ad accedere alle residenze universitarie, che costano meno ma non hanno posti a sufficienza o in certi casi costano quanto altre stanze in affitto, perché gestite da privati: nel primo trimestre del 2023 un canone d’affitto medio per una stanza a Milano è di 810 euro, contro i 630 di Roma e i 530 di Bologna.

Secondo la ricercatrice Sarah Gainsforth la maggior parte delle risorse stanziate dal PNRR stanno però andando a sostenere la creazione di residenze studentesche gestite da privati, con il rischio che non vengano garantiti canoni calmierati per gli studenti. “Nei bandi è caduto l’obbligo per i privati di destinare il 20% di alloggi agli studenti in graduatoria per il diritto allo studio. Ora il vincolo è sostituito dalla parola “prioritariamente” e dei canoni non si fa menzione”.

– Gli aumenti agli affitti devono essere svincolati all’inflazione e limitati al 2% per i prossimi cinque anni.
– Le autorità competenti devono poter identificare le persone fisiche o giuridiche proprietarie di quattro o più unità abitative all’interno della stessa provincia e successivamente, tramite legge dello stato, imporre che il 30% delle proprietà possedute sia destinato ad housing sociale a canone calmierato.
– Il canone calmierato non potrà in nessun modo superare il 30 per cento del reddito medio e dovrà essere calcolato tenendo conto del potere d’acquisto medio in ogni provincia.
– Le autorità devono essere in grado di poter dichiarare una determinata area come “area sotto stress abitativo” e conseguentemente imporre un tetto al costo degli affitti.
– È necessaria una legge nazionale che metta sotto controllo gli affitti brevi a fine turistico, regolamentando la trasformazione di migliaia di alloggi nelle grandi città in alloggi destinati a diventare residenze turistiche.
– È necessario intervenire sulle abitazioni sfitte e disabitate, fornendo incentivi fiscali affinché vengano messe sul mercato in vendita o in affitto a prezzo calmierato, o alternativamente redistribuire le abitazioni disabitate ai nuclei familiari bisognosi. In città come Palermo o Torino a fronte di migliaia di famiglie in situazione di disagio abitativo esistono decine di migliaia di abitazioni sfitte.
– Gli sfratti, 150 al mese a Firenze, legati all’incapacità degli inquilini di pagare il canone di locazione devono essere fermati per tutto il 2023 ed il 2024 e sicuramente finché gli enti locali competenti non riescono a trovare altra sistemazione a singoli e famiglie o locatari ed affittuari non trovano un accordo sulla rinegoziazione del canone.
– È necessario un investimento in edilizia studentesca pubblica, invertendo la rotta intrapresa dal PNRR che invece destina la maggior parte dei fondi ad edilizia studentesca privata.

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