Sviluppi

Epatite C, Assfad intervista il dottor Alessandro Grasso: “Il virus si può vincere definitivamente”

Da inizio 2022 in Asl2 è in corso un importante screening per consolidare la vittoria su questo virus.

Alessandro Grasso Medico

Savona. Assfad torna ad occuparsi, come da statuto, di malattie del fegato, in particolare del virus C dell’epatite. Da inizio 2022 è in corso un importante screening per consolidare la vittoria su questo virus.

L’associazione ne ha parlato con il dottor Alessandro Grasso, dirigente di gastroenterologia presso l’ospedale San Paolo di Savona ed il Santa Corona di Pietra Ligure, responsabile della struttura Ss di epatologia di Asl2. E’ anche research fellow presso l’epatologia e centro trapianti del Royal Free Hospital di Londra nel 1999. Da oltre 20 anni svolge attività presso ambulatorio e day-hospital epatologico in Asl2.

ASSFAD
Dottor Alessandro Grasso lei si è sempre occupato di malattie del fegato: é iniziato nella ASL2 del Savonese uno screening di massa per la ricerca di persone con infezione da VIRUS C dell’epatite: perchè?

ALESSANDRO GRASSO
ASL2 è una delle prime Aziende Sanitarie in Italia ad aver avviato, a partire dal gennaio 2022, il progetto di screening per la ricerca del virus dell’epatite C (HCV) nella popolazione. Ciò fa parte di un progetto nazionale coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) di concerto con il Ministero della Salute, l’Associazione dei pazienti e le Società Scientifiche, finanziato dallo Stato con decreto-legge e fatto proprio dalle Regioni. Lo scopo del progetto è identificare l’infezione in alcune fasce di popolazione e poterla eliminare mediante una terapia antivirale. Da qualche anno, infatti, abbiamo a disposizione farmaci innovativi ad azione antivirale contro HCV estremamente efficaci (in grado cioè di eliminare l’infezione in oltre il 95% dei trattati) e praticamente privi di effetti collaterali. Grazie alla loro disponibilità l’OMS prevede di ridurre a livello planetario dell’80% il tasso di infezione da epatite C e del 65% quello della mortalità dovuta al virus.

ASSFAD
Quante persone sono interessate allo screening e quante si presume risulteranno infette?

ALESSANDRO GRASSO
Il Decreto-legge sullo screening dell’Epatite C (Legge n. 8, 28 febbraio 2020) ha definito 2 categorie di cittadini da sottoporre allo screening: 1- tutta la popolazione iscritta all’anagrafe sanitaria nata tra il 1969 e il 1989; 2- i soggetti seguiti dai servizi pubblici per le Dipendenze (SerD) e i soggetti detenuti in carcere, indipendentemente dalla coorte di nascita e dalla nazionalità. In queste due categorie di cittadini si prevedono tassi di infezione molto diversi. Infatti, nella coorte di nati tra il 1989 e 1969 la prevalenza di infezione è decisamente più bassa rispetto alla prevalenza nella popolazione generale (pari all’1.5-2%) e si attesta, come osservato in una recente valutazione su analoga fascia di popolazione in Lombardia, intorno all’1 per mille. Molto più alta la prevalenza di infezione nei Serd (molto variabile in relazione alla tipologia di dipendenza, sino a oltre il 50% in tossicodipendenti per via iniettiva) e nelle carceri (10-20%). La scelta di rivolgere la prima fase dello screening a queste due categorie nasce dall’esigenza, come dimostrato dallo studio coordinato dall’ISS che ha fatto da supporto scientifico al progetto, di avere come bersaglio quelle fasce di popolazione che hanno maggior rilevanza nella “trasmissibilità” dell’infezione, ovvero le fasce dei più giovani e di coloro seguiti dai Serd e i carcerati. Nel corso del 2022 verranno pertanto contattati 67000 cittadini (coorte nati 1969-1989) e circa 1000 cittadini afferenti ai Serd.

ASSFAD
Che problemi dà l’infezione da Virus C?

ALESSANDRO GRASSO
Circa Il 15% di chi contrare HCV guarisce spontaneamente, mentre nell’85% dei casi l’epatite diventa cronica. Di questi, circa il 15-20% dei casi va incontro a cirrosi epatica nell’arco di un periodo medio di circa 20 anni. La cirrosi epatica è una malattia che può rimanere stabile senza complicanze per alcuni anni, ma poi è soggetta inevitabilmente a complicanze, tra cui il tumore primitivo del fegato (epatocarcinoma) che compare nel 2-5% dei pazienti con cirrosi ogni anno. La comparsa di complicanze rende talora necessario il ricorso al trapianto di fegato per scongiurare il rischio di morte. Tuttavia, il trapianto di fegato è riservato ad una minoranza di pazienti con cirrosi scompensata o con epatocarcinoma poiché ha limiti legati alla scarsità di organi derivanti da donazione e alla selezione di pazienti (età non superiore ai 65 anni e assenza di malattie a carico di altri organi). Purtroppo, la grande maggioranza dei pazienti con cirrosi avanzata e scompensata non potranno usufruire dell’opzione trapianto. Ciò rende ragione dei 15.000 decessi all’anno per cirrosi nel nostro paese.

ASSFAD
Scoprire che una persona ha il Virus C prima che questo dia sintomi che vantaggi offre?

ALESSANDRO GRASSO
Nella stragrande maggioranza dei casi chi ha HCV non sa di averlo. I sintomi, a parte rari casi di epatite acuta, compaiono molto tardivamente, una volta raggiunto lo stadio di cirrosi e quando questa è avanzata. Il programma di screening ha lo scopo di dare la possibilità ai cittadini (per ora solo nelle categorie di cui sopra) di scoprire se siano portatori di questo virus prima che si manifestino i segni di malattia cronica e le sue complicanze. Poter trattare tutti i pazienti con infezione porterà, secondo le stime dell’OMS, ad una sensibile riduzione della mortalità per cirrosi entro i prossimi 8-10 anni.

ASSFAD
Come si cura questa infezione? Quanto costa?

ALESSANDRO GRASSO
L’infezione si cura con la somministrazione orale di antivirali diretti, ovvero di farmaci in grado di interferire con la replicazione del virus nella cellula epatica; la durata della terapia e di 2 o 3 mesi. Con questi farmaci si ottiene una eliminazione del virus in oltre il 95% dei pazienti trattati. Gli effetti collaterali sono molto modesti e relativamente poco frequenti (mal di testa, stanchezza, diarrea, nausea e dolore addominale) mentre l’aspetto farmacologico più importante è la potenziale interazione tra gli antivirali e i farmaci assunti dal paziente. Il costo della terapia, che naturalmente non è a carico del cittadino, è molto elevato ed è stato sino a non molto tempo fa coperto dallo Stato con fondi dedicati ai farmaci cosiddetti “innovativi”. Questo status è oggi decaduto e il costo delle terapie per epatite C rientra nella spesa ospedaliera ordinaria che è coperta dalle Regioni. I costi, tuttavia, saranno ampiamente ripagati nel medio termine da minor impegno di risorse per minor ricorso ad esami diagnostici e minori ospedalizzazioni per le complicanze dell’epatite C.

ASSFAD
Come si trasmette il Virus C?

ALESSANDRO GRASSO
La trasmissione avviene per via cosiddetta “parenterale” ovvero attraverso il sangue. Le maggiori fonti di trasmissione oggi (nuove infezioni) sono lo scambio di siringhe in soggetti dediti all’uso di droghe endovena, pratiche che prevedano iniezioni o uso di aghi in condizioni di scarsa sicurezza, Sono considerate condizioni di rischio le pratiche di tatuaggio o piercing, il comportamento sessuale che espone al contatto ematico (considerati a rischio i comportamenti promiscui, con partner multipli e negli omosessuali maschi). Le infezioni di vecchia data sono invece da attribuirsi principalmente a trasfusioni di sangue o emoderivati effettuate prima del 1992, ad iniezioni con siringhe non monouso in ambito familiare e domestico che si utilizzavano prima degli anni ’80. Categorie ad alta prevalenza di infezione da HCV sono gli emodializzati e gli emofilici per la grande esposizione ai derivati ematici.

ASSFAD
Qual è la dimensione del problema in Italia e nel mondo?

ALESSANDRO GRASSO
Secondo l’OMS si stima che a livello globale ci siano circa 58 milioni di persone con infezione cronica da HCV, con circa 1,5 milioni di nuove infezioni che si verificano ogni anno. Si stima che nel 2019 circa 290.000 persone sono morte nel mondo per complicanze legate all’epatite C. I pazienti che decedono per cirrosi in Italia sono circa 15.000 all’anno, di questi una parte muoiono per epatocarcinoma, che nei maschi italiani con infezione da HCV ha la maggior incidenza in Europa. Sino ad ora in Italia sono stati trattati circa 235000 pazienti con epatite C, ma da quasi 2 anni (solo in parte a causa del Covid) vi è stato un calo significativo dei trattamenti. Ciò è dovuto al fatto che tutti o quasi i pazienti consci di avere una epatite C e che quindi sono giunti alle nostre strutture ambulatoriali ospedaliere, sono già stati trattati. Tuttavia, si stima che il “sommerso”, ovvero coloro che ignorano di essere affetti da questa infezione, sia pari ad altre 400.000 persone. Lo scopo del programma di screening è proprio quello di identificare coloro che ignorano di essere portatori di questa infezione, poterli trattare e poter prevenire le sequele croniche dell’infezione.

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