Fine percorso

Scautismo, Donatella Mela lascia il vertice nazionale di Agesci: “Un dono”

Il medico pietrese dal 2016 ricopriva il ruolo di Capo Guida d'Italia

donatella mela

Pietra Ligure. “Un dono”: è così che, in un articolo a firma di Marco Rovere, Donatella Mela ha sintetizzato ieri sulle colonne della pagina locale di Avvenire “Ponente 7”  il servizio concluso pochi giorni fa come Capo Guida d’Italia; al vertice nazionale dell’AGESCI dal 2016 al 30 novembre scorso, Donatella, che vive a Pietra Ligure, dove lavora come medico all’Ospedale ‘Santa Corona’, racconta della “sensazione di concludere un cammino, un servizio, con grande serenità e soddisfazione”.

Dice che di questi anni riguarda le foto, ripensa agli incontri con alcuni protagonisti e testimoni di vita e di impegno come Rita Borsellino o Don Ciotti, insiste nel rimarcare la “ricchezza dell’incontro coi territori, coi ragazzi”.

“Ho girato praticamente tutte le Regioni del nostro Paese – spiega la Mela- ed oggi avverto il dispiacere di non poter salutare le tante persone che ho avuto il dono di poter conoscere”.

“In questi ultimi mesi- racconta l’ormai ex Capo Guida d’Italia-  abbiamo sperimentato nuove modalità che si sono rivelate interessanti di incontro e lascio nella pienezza del cammino intrapreso col documento ‘chiamati ad annunciare con audacia e creatività’ come abbiamo riflettuto all’ultimo Consiglio Generale”.

“Abbiamo vissuto un tempo incerto, carico di prove e di sfide nuove che ci chiamano a vivere fino in fondo il mistero di tutto ciò che è umano; ci sentiamo chiamati ad annunciare che al di là del noto, dentro ogni vissuto, c’è un nuovo e un oltre da illuminare; ci sentiamo chiamati ad annunciare la bellezza in ogni incontro che nutre e che trasforma”. Si apre così il documento citato da Donatella Mela, nelle cui parole riecheggiano le prime pagine dell’Evangelii gaudium, quando Papa Francesco invita ‘tutti ad essere audaci e creativi in questo compito di ripensare gli obiettivi, le strutture, lo stile e i metodi evangelizzatori delle proprie comunità.

“In quest’ottica per l’Associazione- prosegue Donatella- penso sia fondamentale lo sforzo di stare vicino ai ragazzi, l’Associazione deve sentirsi chiamata a fare “resistenza educativa”, deve testimoniare il ‘coraggio della speranza’, per riprendere il tema della Route Nazionale 2014: molti che avevano partecipato come R/S a quella route oggi sono giovani capi che provano a vivere tutto questo in prima persona”.

Infine Donatella Mela si sofferma sulla collocazione ecclesiale dell’AGESCI: “Nelle nostre Chiese locali siamo chiamati a portare questo tentativo di ‘soffiare le braci’ per tirare fuori il fuoco dello Spirito: dobbiamo esserci e tenere alta nelle nostre comunità l’attenzione su temi come l’accoglienza, l’annuncio di cui parlavo prima, che non è la consueta catechesi, ma qualcosa di più, su cui l’associazione, come dicevo, sta riflettendo, sta ripensando e vogliamo essere vicini ai nostri pastori e sinceri nel dialogo con loro”.

“In questi anni- conclude Donatella- ho imparato sempre più che, quando vivi un servizio, ti accorgi di avere tra le mani una cosa affidata alla tua cura, alla tua responsabilità, ma che non è tua: ai miei compagni di strada di questi anni ho regalato un bottone da cintura che raffigura una scopa di saggina, pensando anche a quello che disse Bernadette:” sono servita alla Vergine come una scopa. Quando non ha avuto più bisogno di me, mi ha messo dietro la porta, ci sono e ci resto. Questo per me è servire”.

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