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Contagi, Sinistra Italiana: “Liguria unica Regione in controtendenza grazie all’ordinanza ‘aperturista’ di Toti”

""Il manifesto pubblicato sui social con il simbolo del partito di Toti è una vergogna colossale"

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Regione. “Venerdì primo maggio al telegiornale della 7, è apparso un grafico da cui risulta che la Liguria e’ l’unica regione italiana in controtendenza per numero di contagi: la curva della Liguria invece di scendere continua a essere in crescita.  Questo è il risultato di cinque giorni di ordinanza ‘aperturista’ di Toti”. A parlare, in una nota, è Carla Nattero, coordinatrice regionale di “Sinistra Italiana Liguria”.

“E non solo di questo suo ultimo atto – spiega Nattero – ma anche di altre gravi mancanze nelle misure di limitazione del contagio: la Liguria, tolta la Val d’Aosta, è l’ultima regione del Nord per tamponi eseguiti.  In Liguria anche i dati sono stati gestiti con criteri propri per cui non si conosce neppure quale sia nella nostra regione il tasso di trasmissibilità del virus.  Non si sa se il famoso indice RT sia superiore o inferiore a 1, perché l’Istituto superiore di sanità ha fornito gli indici di tutte le regioni ma non quello della Liguria e della Campania perché i dati non erano pronti”.

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“Immaginiamo già le difficoltà che ci saranno in Liguria, se tanto mi dà tanto, a monitorare la fase 2 – continua -. In questa situazione Toti e la Viale invece di farsi qualche domanda e mettere in atto le necessarie contromisure per il bene dei liguri, negano l’evidenza e proseguono alacremente la loro campagna elettorale”.

“Il manifesto pubblicato sui social con il simbolo del partito di Toti e con il quale il presidente della regione fa campagna elettorale, vantando la distribuzione gratuita delle mascherine comprate con i soldi pubblici, è una vergogna colossale. Non permettiamo che si faccia sciacallaggio sulla nostra salute” conclude la coordinatrice.

Quest’ultimo fatto, in particolare, ha scatenato lo sdegno di diverse personalità politiche del centrosinistra, Alessandro Terrile, consigliere genovese del Pd, pochi minuti dopo la pubblicazione del post lo ha “ripostato” chiedendosi se ci fosse un limite alla propaganda. Il consigliere regionale, sempre del Pd, Giovanni Lunardon ha commentato la vicenda scrivendo “fanno semplicemente schifo”. Gianni Pastorino, consigliere di Linea Condivisa, si è domandato se la cosa non possa avere dei risvolti anche sul piano giudiziario. Un altro Pastorino, Luca, deputato di Liberi e Uguali, ha diramato una nota: “La griffe ‘Toti presidente’ nei post sui social assomiglia all’avvio di uno nuovo marchio di moda, una nuova attività imprenditoriale, perché non si spiegherebbe altrimenti. Certo, dopo le mascherine elettorali non sappiamo cosa possa inventarsi il presidente della Regione Liguria. Nei prossimi cinque mesi saranno promesse seconde case per tutti e un milione di ombrelloni gratis?”.

Ma quando si dice che una tempesta è in un bicchier d’acqua. In questo modo potrebbe chiudersi questa ennesima polemica. Perché chi di “meme” ferisce di “meme” perisce. Ilaria Cavo, l’assessore della giunta Toti, ha risposto agli avversari non tanto nel merito delle accuse ma, da una parte, ricordando che non ci sarebbero state polemiche se a inviare le “chirurgiche” fosse stato il governo, dall’altra mostrando su Facebook alcuni post del tutto simili a quelli di Cambiamo! ma realizzati da esponenti politici e amministratori di centrosinistra.

Dallo stesso avviso anche l’europarlamentare del Partito Democratico Brando Benifei: “L’atteggiamento che ha avuto Regione Liguria durante questa drammatica emergenza è intollerabile, siamo arrivati a un punto di non ritorno per cui tacere diventa impossibile. Non c’è stato giorno in cui l’ossessione per la campagna elettorale di Toti non abbia prevalso sul confronto e sul duro lavoro che sarebbe richiesto agli Amministratori in fasi come questa; il lavoro incessante che hanno portato avanti, spesso in silenzio, i sindaci nelle città, il Governo, l’Unione Europea e moltissime Regioni italiane. La macchina della Regione Liguria che non si è mai fermata, invece, è quella della propaganda, anche a fronte di risultati disastrosi che avrebbero suggerito cautela e correzione della rotta. La Liguria è ancora in Fase 1, è prima in Italia per tasso di mortalità, è seconda solo alla Lombardia per tasso di letalità; è la Regione, insieme al Piemonte, dove c’è stato un maggior incremento proporzionale di nuovi contagi negli ultimi 14 giorni, e quella del Nord Italia dove si sono effettuati meno tamponi, tralasciando il meccanismo oscuro di comunicazione dei dati”.

“È un elenco che -continua Benifei -, pur essendo un avversario politico, faccio con dolore e nessuna soddisfazione, perché le conseguenze di tutto ciò le pagano la mia Regione e i miei concittadini. Toti e la sua squadra, però, non hanno il tempo di occuparsi della realtà, perché – continua Benifei – è l’immagine ad interessarli, la propaganda perenne. Non si può, nella loro ottica, perdere tempo a fare ciò che sarebbe necessario, come aggiustare il lavoro delle Aziende Sanitarie, con ai vertici Commissari e direttori di loro riferimento, nella organizzazione ospedaliera e territoriale. Ecco allora le mascherine firmate dalla Regione Liguria, il cui imbustamento è costato 155.000 euro, la convocazione dei fotografi quando arrivavano i carichi di aiuti dall’estero, la trovata scenica della nave-ricovero, con costi esorbitanti. Infine un’ultima perla di incontinenza propagandistica e di dubbio gusto: l’Assessora Regionale Cavo comunica sui social la distribuzione di un milione di mascherine, comprate con soldi pubblici, senza nessun riferimento al fatto che sia l’istituzione regionale a distribuirle, e inserendo nella comunicazione il logo della Lista Toti e la parola ‘gratis’. Così impostata, la doverosa distribuzione istituzionale di un dispositivo di sicurezza e salute pubblica diventa insomma un regalo, firmato da una lista politica”.

“È un fatto la cui gravità, probabilmente, include aspetti che vanno oltre la mera inopportunità politica, oltre a dare bene la misura del livello raggiunto dal centrodestra ligure, che voleva votare di gran furia per la fondata paura che i cittadini aprissero gli occhi e chiedessero conto. Non si illudano che non accada, superata questa tragedia si dovrà capire fino in fondo cosa è successo davvero in queste drammatiche settimane in Liguria” conclude.

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