Cronaca

Discrepanze tra orario di servizio e attività “intramoenia”: medico del Santa Corona rinviato a giudizio

Ospedale Santa Corona

Pietra L. Discrepanze tra le ore di servizio prestate in ospedale e quelle dedicate all’attività “intramoenia” (ovvero le prestazioni erogate al di fuori dell’orario di lavoro dai medici di un ospedale all’interno della struttura stessa). E’ l’accusa contestata al medico Stefano Nosengo, otorinolaringoiatra e responsabile del reparto di “Chirurgia cervico facciale e Otorinolaringoiatria” del Santa Corona di Pietra Ligure, che questa mattina è stato rinviato a giudizio per truffa dal gup Donatella Aschero.

Allo specialista vengono contestate 44 ore di attività, svolte nell’arco due anni, tra il 2011 ed il 2012, che sono state retribuite come “intramoenia”, ma che, questa almeno la tesi della Procura, lui non avrebbe realmente eseguito. Dagli accertamenti sulle ore di servizio del medico sono emerse alcune difformità che mostrerebbero come, pur risultando ancora al lavoro in ospedale, nello stesso momento il dottor Nosengo stesse visitando un paziente nell’ambito della sua attività da libero professsionista. Per esempio, in un caso, la timbratura in uscita dal turno in ospedale risulta essere fatta alle 16.04 e l’attività intramoenia è documentata dalle 16 alle 16,50. Una sovrapposizione che ha convinto la Procura a contestare l’accusa di truffa (l’Asl2 si è costituita parte civile nel procedimento penale).

Una contestazione che il medico ha respinto con decisione. La tesi difensiva parla infatti di “mancanza di elemento soggettivo” e di semplici “errori formali” che si sono tradotti in quell’accusa che sarebbe però priva di qualsiasi fondamento. Lo specialista avrebbe infatti realmente erogato tutte le prestazioni documentate e retribuite come attività intramoenia, ma semplicemente, in alcuni casi, non lo avrebbe fatto negli orari previsti sulle prenotazioni. In sostanza poteva capitare che il medico, pur avendo un appuntamento alle 16, tardasse l’uscita dall’ospedale e di conseguenza iniziasse la visita come libero professionista in ritardo per terminarla oltre l’ora prevista. Quando la prestazione veniva documentata però l’orario non veniva modificato e di conseguenza sarebbero nati gli errori formali.

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