Loano. “La Liguria dice no alle gare per le spiagge”. Torna con questo slogan la protesta dei balneari contro la direttiva Bolkestein ed è il turno di Loano, con bandiere nere issate sui pennoni degli stabilimenti che voglio ribadire all’Europa il dissenso.
Spiega il governatore provinciale Angelo Vaccarezza, delegato nazionale dell’Upi per il demanio marittimo: “Oggi è l’Indipendenza americana ma anche la data di nascita di Giuseppe Garibaldi, di mamma loanese, eroe della libertà. Noi dichiariamo la libertà di fare impresa. Siamo su una passeggiata le cui fondamenta sono state pagate dai balneari e la parte sopra è di pubblica fruizione, di tutti, della città”.
“I balneari hanno fatto investimenti con mutui ventennali o trentennali e ora gli si dice di uscire. L’Europa deve riconoscere la peculiarità degli investimenti che sono stati effettuati in questo Paese. Che investimenti hanno fatto quelli dei mercatini di Natale tedeschi o dei campi di tulipani olandesi?” dice Vaccarezza.
“Il problema è del nostro governo che non va in Europa a difendere gli interessi degli imprenditori che qui hanno realizzato qualcosa. Occorre un’azione forte e un impegno pubblico dei partiti. Le trenta mila aziende del settore hanno bisogno di sapere. Altrimenti si corre il rischio di buttare tutto nelle mani dei grandi capitali, non di imprenditori ma di ‘prenditori’ che magari vogliono ‘lavare’ un po’ di denaro” conclude il presidente della Provincia.
Presente all’iniziativa anche la vicepresidente della Regione, Marylin Fusco. “Stiamo lavorando a tutti i livelli istituzionali. Il 26 di giugno al coordinamento congiunto di Demiano e Turismo abbiamo chiesto con forza il confronto con i ministri sul provvedimento che intende emanare il governo in questo settore. Noi chiediamo che vengano coinvolti anche Comuni, Province e Regioni” osserva.
“A seguito del vertice di Bruxelles che ha tracciato la linea, ora è opportuno un confronto, anche perché si può ragionare su una norma transitoria che possa accompagnare l’applicazione della Bolkestein – aggiunge la Fusco – In assenza di parole chiare del governo, continuiamo ad essere vicino alle imprese e alle associazioni sindacali. Le concessioni demaniali riguardano i beni, non i servizi. Questa è la concezione che dovrebbe essere riconosciuta a livello europeo, non rientrante nella Bolkestein. Dobbiamo evitare un tracrollo del settore”.
Gli operatori del settore vogliono scongiurare l’avvicinarsi della scadenza, imposta dall’Unione Europea, con la quale le concessioni demaniali dovranno essere assegnate con una gara d’evidenza pubblica.
Così Marco Zappa, presidente dell’Associazione Bagni Marini di Loano e titolare dello stabilimento “Kursaal”: “Questa incertezza è un dramma, perché rifare la nostra struttura ci è costata l’accensione di due mutui, nel 1999 e nel 2011. Se nel 2015 ci mandano via, significa per noi non poter più pagare il mutuo e rischiare di perdere le case che sono state vincolate. Abbiamo pagato noi la passeggiata, dovremmo farla saltare prima di essere cacciati”.
Enrico Schiappapietra, presidente provinciale del SIB, si fa portavoce della protesta: “Questa è una protesta regionale e di tutti i sindacati. La Liguria intera dice no alle gare. A nostro fianco ci sono le amministrazioni regionale e provinciale, nelle persone della vicepresidente Fusco e del presidente Vaccarezza, che hanno rispettivamente rappresentanza nazionale per questo tema. Il mondo dell’amministrazione pubblica è al fianco dei balneari, delle imprese e delle famiglie che operano nel settore. Ci fregiamo di aver insegnato al mondo come si fa turismo balneare; ora siamo in un momento di grave difficoltà, siamo in scadenza. Tutto questo blocca gli investimenti e la qualità dei servizi”.
“Da Loano parte la protesta. Gli stabilimenti espongono la bandiera contro la direttiva europea che prevede le aste. La Liguria e altre regioni come l’Emilia o la Toscana hanno insegnato cosa è la gestione delle spiagge. Vogliamo continuare ad essere le famiglie che gestiranno le spiagge, dando quei servizi di qualità ed eccellenza che ci vengono riconosciuti dappertutto, quale modello di turismo balneare” conclude Schiappapietra.