Bormida. C’è stato un tempo in cui la pallapugno non era come la conosciamo oggi; non era fatta solo di campionati, di serie A e serie B, di calendari e scudetti. Aveva meno le sembianze dello sport e più quelle del gioco. Era un qualcosa che nasceva spontaneamente: ci si trovava alla domenica sulla piazza del paese, dopo la messa o nel pomeriggio, si formavano le squadre e si cominciava la partita.
Durante gli incontri riaffioravano le antiche rivalità e i campanilismi in quanto spesso le squadre avversarie arrivavano dai paesi vicini. La pallapugno, al contrario di oggi, non era percepita come un’antica tradizione che ancora si mantiene qua e là. Uno di quei paesi in cui questo antico sport è tuttora seguitissimo è Bormida. Il “balon” qui è ancora in grado di competere con il calcio e di attirare un folto pubblico, di far parlare e discutere di se. Nonostante ciò anche a Bormida le cose sono cambiate: da quando, nel 1986, venne costruito lo sferisterio, la piazza non è più stata calcata dai giocatori, non ha più sentito lo schiocco di un pallone ben colpito e le urla del pubblico. Ma, a 24 anni di distanza, quei momenti hanno ora la possibilità di essere rivissuti; domenica 6 giugno verrà infatti disputato un torneo la cui cornice tornerà ad essere la chiesa parrocchiale.
Organizzato dalla locale società sportiva con la collaborazione della Pro Loco e del Comune, l’evento si propone di divenire un’occasione di festa e sarà contornato da piccole mostre pittoriche e fotografiche. Non mancherà naturalmente il ristoro e la possibilità di degustare prodotti locali. In campo scenderanno per ora solo bambini sotto gli 11 anni, ma chissà che in futuro non si possano disputare anche incontri di maggior livello.