Cronaca

Istituto Ferrero, tre arresti per bancarotta: i dettagli

Istituto Ferrero Vado Ligure - Vada Sabatia

[thumb:11133:l]Alba / Vado Ligure. Bancarotta fraudolenta distrattiva e documentale. Questo il reato contestato a Paolo Sacchetto, Michele Oreglia e Gabriella Costa, rispettivamente amministratore delegato, presidente del cda sino al marzo 2007 e consigliere del centro di riabilitazione “Giovanni Ferrero” di Alba. Secondo quanto ricostruito dalla guardia di finanza di Cuneo, i tre avrebbero sottratto oltre 6 milioni di euro a partire dal 2003 dalle casse del centro.

Sacchetto avrebbe avuto un ruolo di primo piano nella vicenda, mentre i colleghi amministratori lo avrebbero aiutato ad appropriarsi di somme ingenti. L’amministratore delegato si sarebbe attribuito compensi di gran lunga superiori a quelli deliberati dal consiglio di amministrazione (circa 900 mila euro l’anno, anziché “accontentarsi” di 110 mila) e si sarebbe impadronito di 2 milioni e 500 mila euro che erano stati ricevuti dal centro a titolo di rimborso contributivo da parte dell’Inps.

I tre ordini di custodia cautelare emessi dalla Procura della Repubblica di Alba sono stati eseguiti dai finanzieri del nucleo di polizia tributaria di Cuneo. Il gip del tribunale di Alba ha disposto nei confronti degli arrestati la misura dei domiciliari. Nell’ambito della stessa inchiesta sono indagati altri due amministratori della società.

A meta dicembre il tribunale di Alba dichiarò fallito il Centro Ferrero, specializzato in terapie riabilitative, e dispose “l’esercizio provvisorio dell’impresa”. I dipendenti che non avevano ricevuto gli stipendi nei mesi precedenti beneficiarono, oltre che degli interventi del Comune e di istituti di credito, di una raccolta di fondi fatta in tutte le parrocchie dell’Albese. L’istituto per disabili e anziani già a inizio 2008 era in gravi difficoltà economico-finanziarie. Entro tre giorni la società dovrà depositare i bilanci, le scritture e l’elenco dei creditori. Il 7 aprile il tribunale si riunirà per l’esame dello stato passivo.

Il fallimento della Fondazione Ferrero, che gestiva anche l’istituto socio-assistenziale di Vado Ligure, poi rilevato dalla lombarda Segesta, aveva rappresentato il culmine della crisi dei lavoratori del centro vadese, rimasti per mesi senza percerpire lo stipendio e senza la prospettiva di un piano di rilancio della struttura riabilitativa.

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