Economia

Tirreno Power, Gosio: “Se non si amplia si chiude”

Vado Ligure. Non ci sono vie di mezzo secondo il direttore generale di Tirreno Power, Giovanni Gosio: o si va avanti col progetto di ampliamento o questa realtà sarà destinata a chiudere nei 10-15 anni, considerate le condizioni di mercato e l’andamento che avrà la complessiva produzione energetica.

Ecco le sue inequivocabili dichiarazioni a seguito dell’incontro di questa mattina fra azienda e sindacati nazionali che si è svolto presso la sala conferenze della centrale termoelettrica di Vado Ligure, al quale hanno preso parte anche il vice direttore generale Claudio Ravetta, il direttore del personale e relazione esterne Alessandro Bernardini e le organizzazioni sindacali con i rappresentanti nazionali, regionali e provinciali di settore oltre alle segreterie confederali provinciali di Cgil, Cisl e Uil. Hanno partecipato alla riunione anche il presidente dell’Unione industriali Fabio Atzori  e il direttore generale Luciano Pasquale.

“Questo incontro con i sindacati nazionali è molto importante per mettere bene a punto il progetto e vedere lo status dell’iter autorizzativo – afferma Gosio -. L’obiettivo è promuovere un vero ed efficace tavolo di confronto e dialogo che venga promosso dalla Regione Liguria e che coinvolga tutti gli enti locali del territorio. Le condizioni di economicità e produttività ci sono così come ci sono le risposte occupazionali e soprattutto ambientali. E’ un progetto di ampliamento fondamentale per garantire la competitività di questa centrale che altrimenti, in relazione alle condizioni di mercato e alla costruzione di altre centrali ben più potenti, rischia nel giro di una decina di anni di dover lasciare il passo”.

“Mi auguro – conclude Gosio – che da oggi inizi un percorso rapido e costruttivo che permetta lo sviluppo della nuova unità a carbone così come delle fonti rinnovabili valorizzando al tempo stesso tutto il pacchetto delle iniziative sul fronte del controllo delle emissioni e aprendo alle esigenze che arriveranno dal territorio. In questo modo riusciremo in 4 anni a realizzare questo progetto e dare così garanzie sul fronte della produzione energetica e sul fronte occupazionale così come richiesto dagli stessi sindacati”.

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