Attaccamento

Promozione, Finale. Nuova linfa in difesa con Arzarello: “Andarsene? Non se ne parla. Rialziamoci”

Un legame molto forte con capitan Lorenzo Scalia: "Come un fratello maggiore. Non ci sarà più nessuno come lui"

Generico agosto 2023

Finale Ligure. A preparazione estiva iniziata da poco meno di una settimana, il Finale si sta catapultando al prossimo campionato di Promozione. Una nuova stagione per provare a riscattarsi da quella annata arida di emozioni che ha portato alla retrocessione il sodalizio giallorossoblù. La squadra di Ivan Monti è composta pressoché dai medesimi elementi, con qualche innesto mirato in attesa di un centravanti di ruolo.

E tanti sono i giocatori giovani a disposizione dell’ex tecnico della San Francesco Loano. Uno di questi risponde al nome di Dario Arzarello, difensore centrale classe 2004. I minuti collezionati l’anno scorso hanno portato più esperienza nel suo bagaglio, impreziosito dal gol segnato contro la Cairese. Una sconfitta per 5-3, ma per Arzarello è stato uno dei momenti più belli da quando gioca a calcio. L’obiettivo nella sua testa? Aiutare il Finale assieme ai propri compagni ed a capitan Lorenzo Scalia, il “fratello maggiore”.

Dario, la permanenza a Finale rappresentava un aspetto scontato per te?

Certo. Ho accettato praticamente subito quando mi ha parlato il direttore Belvedere, una persona che ha tutta la mia stima. Andarsene ora non sarebbe stato giusto per un ambiente che mi ha dato tanto. Sono rimasti tanti miei compagni ed amici. Il presidente ha spiegato le difficoltà avute negli anni e, nonostante ciò, questa squadra c’è sempre stata.  Il Finale è passione e tanto sacrificio. Devo ringraziare tutti per aver sempre garantito uno staff di allenatori importanti, come Mario Pesce e Vincenzo Sgambato per esempio. Ora vogliamo rialzarci e riportare il Finale dove merita.

C’è tanta voglia di rivalsa immagino

L’anno scorso è stato un po’ sfortunato. Non si è abituati a vedere il Finale in queste condizioni. Siamo retrocessi con tutte le varie problematiche e non sono certo l’unica persona a cui dispiace. Ci siamo sempre allenati bene, retrocedere così è un peccato. Ora c’è da ripartire. Mi è stata data la possibilità di giocare e mettere tanti minuti nelle gambe. Il gol contro la Cairese è stata un’emozione fantastica, il momento più bello per me. Mi sento migliorato e ora devo continuare a farlo per dare un contributo importante alla squadra.

Il primo anno di Prima Squadra lo hai trascorso con Pietro Buttu in panchina

Un’esperienza bellissima avendo sempre giocato nel settore giovanile. La preparazione di Buttu è stata molto faticosa ma da quel momento ho capito cosa volesse dire stare in una Prima Squadra. Si hanno molte più responsabilità, bisogna guardare molto al risultato. C’erano tanti giocatori che mi hanno subito inculcato questa mentalità.

Una figura fondamentale per te è sicuramente quella di Scalia. Com’è il vostro rapporto?

Per me è un esempio da seguire dal primo all’ultimo minuto, dentro e fuori dal campo è come un fratello maggiore. Diceva spesso che sarebbe stato il suo ultimo anno ma alla fine è rimasto per questa società. Quando l’ho saputo sono stato felicissimo e non ho avuto dubbi su che fare l’anno prossimo. Cerco sempre di ascoltarlo e mettere in pratica ciò che mi dice. Si tratta di un giocatore importante che è stato tra i protagonisti del Finale in Serie D. Il rapporto è molto bello anche perché è una bravissima persona che cerca di fare di tutto per aiutare. Non credo ci sarà più nessuno che farà quello che ha fatto lui per questa società. Dovrebbero fargli una statua al Borel per come ha sempre lottato per la maglia. Avere Scalia in squadra è un grande vantaggio. Ho avuto la fortuna di giocare con diversi giocatori d’esperienza, lui però resta il mio punto di riferimento principale.

Così come potrai ritrovare in spogliatoio i tuoi compagni della Juniores

Avere al mio fianco gli amici di una vita è una sensazione bellissima. Abbiamo trascorso dei bei momenti assieme. Peccato per la finale persa dello scorso anno ma c’è sempre stata unione tra di noi. Uno spogliatoio che sembra una seconda famiglia.

Che tipo di giocatore pensi di essere e vuoi diventare assieme alla tua squadra?

Innanzitutto sono un ragazzo molto umile. Non sono il massimo tecnicamente, lo ammetto, ma cerco di mettere sempre in campo tutta la mia dedizione al lavoro per arrivare a colmare ogni limite. Fisicamente e difensivamente direi di cavarmela abbastanza bene. Ascoltare i consigli dei più grandi mi ha aiutato tanto negli anni. Voglio migliorarmi sempre di più mettendo in pratica i suggerimenti dei mister e dei più grandi. A livello collettivo spero di arrivare più in alto possibile: non poniamoci limiti.

 

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