Lutto

Lutto nel calcio, è morto Gianluca Vialli

Si è spento dopo una lunga battaglia contro un brutto male

vialli

Italia. Una bandiera, un simbolo, uno dei volti del sogno blucerchiato. Insieme a lui la Sampdoria ha vissuto l’apice della sua storia. Tre Coppe Italia, uno scudetto (il primo e l’unico per la squadra ligure), una Supercoppa italiana e una Coppa delle Coppe: sono questi i titoli vinti durante le otto stagioni passate a Genova da bomber Gianluca Vialli, a cui oggi il calcio e l’Italia intera dicono addio.

Da cinque anni combatteva con quello che lui stesso ha definito un “ospite indesiderato”: il tumore al pancreas. Il 14 dicembre l’annuncio alla Figc di dover interrompere il suo lavoro da capo delegazione degli Nazionale maggiore “per impiegare tutte le energie nella lotta contro la malattia”. Poi l’aggravarsi delle sue condizioni.

Vialli ha combattuto, ha dimostrato la grinta e la forza che ha sempre avuto in campo, anche nella sua partita più importante. Ma purtroppo oggi, all’età di 58 anni se ne è andato, lasciando la moglie Cathryn White Cooper e le due figlie Olivia e Sofia.

Lui, abituato ad essere un leader, un trascinatore. Lo ha dimostrato con la maglia azzurra, quella della Juventus e soprattutto con quella della Sampdoria. Con Roberto Mancini negli anni ‘80-90 ha regalato emozioni indimenticabili ai tifosi blucerchiati. Soprannominati i “Gemelli del gol”, i due hanno portato la squadra sulla vetta d’Italia. Lo avevano giurato: “Non andremo via prima di aver vinto lo scudetto”. E così hanno fatto. Nella stagione 1990-1991, la promessa è stata rispettata: la Sampdoria si è laureata campione d’Italia e Vialli capocannoniere con 19 reti realizzate.

L’anno successivo un’altra immensa soddisfazione: i blucerchiati conquistano la finale della Coppa dei Campioni. L’avversaria da battere è il Barcellona, impresa che questa volta non riesce ai “gemelli del gol”: i catalani vincono 1 a 0 ai tempi supplementari. Al termine della partita Vialli e Mancini si abbracciano. Un’immagine che rimarrà impressa nella mente di molti italiani e che, dopo 31 anni, si ripete. Siamo sempre a Londra, allo stadio Wembley, i due sono in lacrime, questa volta per la felicità: l’Italia ha appena vinto gli Europei, Mancini è il CT e Vialli il capo delegazione. Una doppia rivincita per i due che, dopo la sconfitta in semifinale contro l’Argentina ai Mondiali del ‘90, possono finalmente festeggiare una grande vittoria azzurra.

Un successo che rimarrà nella storia, così come Gianluca Vialli: un vero campione, un grande uomo andato via troppo presto.

“La scomparsa di Gianluca Vialli mi colpisce in maniera profonda. E’ stato, assieme a Mancini, uno dei miei idoli calcistici, protagonista di una stagione che aveva portato la Liguria del calcio sul tetto d’Italia e d’Europa. Vialli, di quella stagione, era il simbolo, un’icona di eleganza, sportività, correttezza in campo e fuori. Caratteristiche che lo hanno accompagnato in tutta la sua carriera, da giocatore, da allenatore, da dirigente della Nazionale. Ha affrontato la malattia con dignità e coraggio. Non mi piace il termine ‘guerriero’ per chi affronta la dura prova della malattia, in tempi bui e tragici come questi le parole legate alla guerra mi fanno venire i brividi, preferisco il termine ‘coraggioso’. E Gianluca Vialli coraggioso lo è stato, sino all’ultimo, continuando nel suo lavoro sino a quando le sue condizioni di salute non lo hanno costretto al ritiro, circondato dall’amore della moglie e delle figlie. L’Italia perde un grande uomo, non solo un grande sportivo”: così Eraldo Ciangherotti, capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale ad Albenga.

BIOGRAFIA

Inizia la sua carriera nella sua città natale, Cremona. Nel 1984 passa alla Sampdoria, con la quale esordisce in serie A e dove gioca otto campionati conquistando tre Coppe Italia (1984-85, 1987-88 e 1988-89), una Coppa delle Coppe (1989-90) e uno scudetto (1990-91). Nella stagione 1992-1993 si trasferisce alla Juventus dove alza altri trofei prestigiosi: una Coppa UEFA, una Supercoppa italiana, un altro scudetto ed una Champions League indossando la fascia di capitano. A partire dalla stagione sportiva 1996-1997 passa al Chelsea dove, nel 1998 dopo le dimissioni di Ruud Gullit, vestirà anche il duplice ruolo di giocatore/allenatore. Con il club inglese raggiunge altri numerosi successi come la Coppa d’Inghilterra, la Coppa delle Coppe, la Coppa di Lega, il Charity Shield (poi denominato Community Shield) e la Supercoppa europea. A partire dalla stagione 1999-2000 si dedica solo all’attività di allenatore. È uno dei nove calciatori, unico attaccante, che hanno vinto tutte e tre le principali competizioni UEFA per club. Inoltre, detiene il record assoluto di realizzazioni in una singola edizione della Coppa Italia. [FONTE: FIGC]

NUMERI E PALMARES

Ruolo: Attaccante; Presenze in Serie A: 325; Presenze in Nazionale: 59;Club in cui ha militato: Cremonese, Sampdoria, Juventus, Chelsea.

Palmares: 2 Campionato italiano, 4 Coppa Italia, 2 Supercoppa italiana, 1 Coppa d’Inghilterra, 1 Coppa di Lega Inglese, 1 Coppa UEFA, 1 UEFA Champions League, 2 Coppa delle Coppe, 1 Supercoppa UEFA. [FONTE: FIGC]

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