Risposta

Ospedale Cairo, Gratarola: “Conterrà tutto ciò che serve al territorio. In passato Ps di ospedali piccoli hanno portato risultati negativi”

"La vera strada da seguire è quella che porta a centralizzare il malato laddove vi sono competenze sufficienti per gestire senza perdite di tempo la patologia"

Cairo Montenotte. “La sanità in Valbormida non sta ‘morendo’. L’ospedale San Giuseppe ha tante cose, è una struttura che conterrà (e contiene già in parte) tutto quello che la territorialità deve avere: è l’ospedale, la casa di Comunità; è la centrale operativa territoriale; ha tanta medicina specialistica; ha la dialisi territoriale; ha il punto Cup. E’ veramente una ‘casa’ per tutti i valbormidesi”. Lo afferma ai microfoni di IVG.it Angelo Gratarola, assessore regionale alla sanità, in “risposta” alla fiaccolata a difesa dell’ospedale di Cairo Montenotte che si terrà questo pomeriggio.

In vista della manifestazione, il presidente del Comitato Sanitario Locale Valbormida Giuliano Fasolato ha inviato una lettera al presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e all’assessore regionale Gratarola evidenziando le criticità del servizio sanitario della valle, ponendo l’accento, in particolare, sull’assenza di un pronto soccorso.

Rispondendo alla lettera, Gratarola ricorda che “il pronto soccorso non è solo un luogo con un bel cartello illuminato, ma ha bisogno di competenze e reparti medici, chirurgici, diagnostici. Quando il paziente arriva in pronto soccorso, infatti, non ha un’etichetta auto-generata che evidenzia la sua problematica; solo attraverso il triage si stabilisce quale sia il suo grado di gravità. Di conseguenza il rischio di dare false sicurezze alla popolazione può portare a ‘pit-stop’ pericolosi: il paziente si ferma quando magari deve essere centralizzato più rapidamente e portato nell’ospedale più dotato di strutture, di strumenti e di competenze. E di quantità, anche, perché laddove si trattano tanti casi si hanno risultati molto migliori. Quantità è anche qualità, in molti casi”.

Insomma, secondo Gratarola “gli ospedali piccoli che in passato hanno generato pronto soccorso hanno avuto risultati negativi, hanno avuto complicanze maggiori. La vera strada da seguire è quella che porta a centralizzare il malato laddove vi sono competenze sufficienti per gestire senza perdite di tempo la patologia che il malato presenta”.

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