Anche nel savonese

Timore di una guerra nucleare, boom di richieste per le “pillole anti-radiazioni”: “Ma in farmacia non ci sono”

Intervista al dottor Fabio Renna di Varazze: “Tanti chiedono pillole allo iodio, ma non proteggono da eventuali contaminazioni radioattive”

Varazze. “I farmaci allo iodio non hanno la funzione di proteggere da  un’eventuale contaminazione radioattiva, ma solo quella di regolare la tiroide”. 

Paura di esplosioni nucleari. La gente sente il peso di questo rischio, in questi tempi di guerra in Ucraina, e chiede con frequenza le “pillole allo iodio” per proteggersi, ma in farmacia non ci sono.

Lo spiega il dottor Fabio Renna, Farmacia San Nazario: “Qui in tanti le richiedono. Le persone entrano e cercano queste pastiglie, ma quelle utili a proteggerci da un’eventuale attacco nucleare, sarebbero quelle composte da ioduro di potassio, che non sono commercializzate in farmacia ma sono utilizzate in ambito ospedaliero per terapia antitumorale legata alla funzionalità tiroidea”.

“Lo ioduro di potassio, in farmacia, è considerato un veleno ed è tenuto da noi sotto chiave, – sottolinea Fabio Renna, che nel suo studio lo “utilizza solo in minime dosi e per preparazioni particolari”.

Un invito: “Non ha senso venire in farmacia anche solo per chiedere degli integratori che proteggano dalle radiazioni. Sono infatti parecchie le persone che li chiedono insieme alle pillole per la tiroide a scopo protettivo in caso di guerra atomica”.

“No alle terapie fai da te” è fermo su questo punto il dottor Renna “L’utilizzo di questi farmaci è altamente sconsigliato perché non ha senso. Nel caso malaugurato dovessero servire le pillole di ioduro di potassio, vanno utilizzate poche ore prima di un’eventuale esposizione a radiazioni, fino a sei, sette ore successive a questa. Esistono protocolli ben precisi, dei quali noi non siamo a conoscenza e, speriamo, di non doverne mai venire a conoscenza”, conclude.

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