Grande assente

Commissione Sanità, Toti assente e la seduta si infiamma. Mai e Brunetto: “Futuro dell’ospedale di Albenga non è in discussione”

I due esponenti regionali della Lega hanno garantito “massimo impegno per concertare un incontro con il presidente Toti in breve tempo”

Albenga. Nuova Commissione Sanità ad Albenga, nuova convocazione per il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti e nuova assenza del governatore ligure, mal digerita ovviamente dai presenti, sindaco di Albenga e rappresentanti dei principali comuni del Comprensorio ingauno.

La seduta si è aperta così, con la comprensibile delusione del primo cittadino Tomatis. E, nel corso della serata, non sono mancati scontri, anche accesi, tra lo stesso Tomatis e il consigliere di minoranza di Forza Italia Eraldo Ciangherotti e tra il sindaco di Cisano Massimo Niero e quello di Laigueglia Roberto Sasso del Verme.

Il tutto di fronte ai consiglieri regionali Brunello Brunetto e Stafano Mai che, va però specificato, erano presenti in quanto rappresentanti della Regione ma “senza nessuna delega per parlare a nome dell’assessore regionale alla Sanità (Toti)”.

Nonostante botta e risposta anche piuttosto accesi, vista l’importanza e la delicatezza del tema, al termine la Commissione si è nuovamente compattata ottenendo dai due rappresentanti regionali della Lega la garanzia cheil futuro dell’ospedale di Albenga non è in discussione” e che “si faranno promotori in prima persona” per concertare l’ormai ‘famoso’ faccia a faccia con il presidente di Regione che potrebbe avvenire in videoconferenza (come nel caso dei sindaci della Valbormida).

Scendendo nello specifico degli interventi, la seduta si è aperta con quello del sindaco di Albenga Riccardo Tomatis, che ha affermato: “Siamo qui per l’ennesima volta a trattare un tema importante come l’ospedale di Albenga. Sappiamo che le scelte in tema di sanità non vengono fatte dai Comuni. Sappiamo però altrettanto bene che le scelte in ambito sanitario non possono non tenere conto dei territori. L’ennesima assenza di Toti è una mancanza di rispetto totale verso sindaci e amministratori, verso un intero territorio che gli ha dato fiducia”.

Commissione Sanità Albenga

Il sindaco di Albenga Riccardo Tomatis nell’aprire il dibattito ha affermato: “L’ospedale di Albenga è nuovo e funzionale, è collocato in una posizione strategica dal punto di vista logistico e ad esso fa riferimento un bacino di utenza di oltre 80 mila persone che, in un territorio come il nostro nel quale le difficoltà infrastrutturali rendono difficilissimi gli spostamenti, hanno la necessità di veder garantito il loro diritto alla salute e alla vita. La Regione dovrebbe guardare al nostro ospedale come una risorsa importante e imprescindibile, dovrebbe puntare sul Santa Maria di Misericordia che, anche durante l’emergenza Covid, ha dimostrato di essere il più adeguato e dovrebbe investire in esso sia a medio che a lungo termine”.

“Abbiamo condiviso sin da subito la scelta di trasformare il nostro ospedale in Covid Hospital e questo ci ha fatto prendere coscienza dell’importanza di questo presidio. Se fosse già stato privatizzato immaginiamo cosa sarebbe successo nel pieno della pandemia: la Lombardia fa da triste esempio in questo senso. Ma Toti ha poi cambiato idea, facendo un passo indietro in tema di privatizzazione. Ritengo sia sempre coraggioso cambiare scelta, lo ringrazio per questo. Un passo avanti, ma c’è voluto il dramma del Covid per far cambiare idea alla Regione su una cosa tanto imporrante”, ha proseguito.

Commissione Sanità Albenga Brunetto Tomatis

“Oggi siamo qui, nella seconda città più grande della provincia di Savona, a discutere se dovremmo avere un pronto soccorso o meno: appare quasi ridicolo discutere di questo, una follia. Si tratta dell’ospedale più nuovo e strategicamente importante della Liguria. Il pronto soccorso, però, deve avere una serie di reparti e strutture che l’ospedale di Albenga non ha: è drammaticamente piccolo, con circa 200 posti letti. E per legge non è prevista qui l’apertura di un pronto soccorso”.

“La proposta che formulo è di provare a fare un gesto di coraggio. Arriveranno fondi di Pnrr e se ne svincoleranno altri: ampliamo l’ospedale. Come? Costruiamo un nuovo padiglione. Avrà un costo di circa 40-50 milioni di euro, ma è il nostro futuro. Per Santa Corona sono previsti 145 milioni di investimenti, impensabile non si faccia uno sforzo per dare anche al nostro comprensorio una sanità decente. Manca la programmazione in campo sanitario. Buttiamo il cuore oltre l’ostacolo, pensiamo alle nuove generazioni e facciamo questo sforzo. Questa occasione non può essere persa. Fino ad oggi non c’è stata programmazione. Non possiamo cadere nello stesso errore del passato. Dobbiamo lavorare nell’immediato per tutelare quello che abbiamo e per riavere subito un punto di primo intervento o, ancor meglio, un pronto soccorso e, contestualmente, dobbiamo cercare di accedere a tutte quelle risorse che ci permetteranno, domani, di avere un ospedale nuovo, con reparti funzionali e rispondente alle caratteristiche delineate dal decreto Balduzzi sulla sanità necessarie per avere un pronto soccorso. Solo così, infatti, riusciremo a risolvere in maniera definitiva e univoca il problema. Solo ampliando il nostro ospedale e dotandolo di tutti quei reparti fondamentali (previsti dal decreto), infatti, sarà possibile avere il pronto soccorso ad Albenga. Non possiamo per le difficoltà di oggi (quali la carenza di medici), non programmare un futuro prossimo (8 o 10 anni sono domani su queste grandi tematiche) rischiando di perdere ogni possibilità per il nostro territorio”, ha concluso il sindaco, che ha voluto ringraziare personalmente i consiglieri regionali Brunetto e Mai per la presenza.

Proprio l’idea di ampliare l’ospedale, però, ha dato vita ad una discussione animata con il consigliere forzista Ciangherotti, che ha spiegato che “al momento, l’ospedale di Albenga può contare su circa 200 posti letto, ma ne sta utilizzando solo un’ottantina. Prima di pensare di ampliarlo, il sindaco dovrebbe preoccuparsi di chiedere che venga utilizzato al massimo del suo potenziale”.

“Albenga, – ha spiegato Eraldo Ciangherotti, – insieme a tutti gli altri 21 Comuni (compreso Alto e Caprauna) hanno bisogno di un ospedale funzionante, il Santa Maria di Misericordia, che abbia aperto il suo Punto di primo intervento h24, 7 giorni su 7, per  assicurare il LEA del Sistema di di emergenza sanitaria territoriale (art. 7 del DPCM 12 gennaio 2017) in maniera equa su tutto il distretto socio sanitario albenganese. Questa richiesta viene rinnovata dalla popolazione quotidianamente, da quando circa dieci anni fa l’allora giunta regionale Burlando-Montaldo ha declassato il Pronto soccorso di Albenga e ha progressivamente svuotato il Santa Maria di Misericordia di tutti i reparti necessari per la sopravvivenza di  un ospedale”.

“Oggi, all’Ospedale di Albenga, siamo semplicemente considerati ‘la pattumiera’ che raccoglie tutti quei casi clinici che vengono spediti fuori dal Santa Corona. Siamo prima di tutto ospedale Covid e pertanto abbiamo la stragrande maggioranza di letti dedicati alla cura dei positivi sintomatici e, per il resto, siamo una rsa dedicata a tutti quei pazienti che a levante non vengono trattenuti in reparto. Adesso, basta! Albenga non deve nulla a Santa Corona, Albenga ha un ospedale nuovo e all’avanguardia mentre gli ospedali vicini cadono a pezzi, Albenga rivuole il suo Ppi con i suoi medici dell’emergenza che lavori in sinergia al Dea di II livello che si trova a Pietra Ligure. L’ambulatorio della bassa intensità da poche settimane operativo al Santa Maria di Misericordia, se è così gradito al Sindaco Riccardo Tomatis per un ‘marchettone’ condiviso con i colleghi mutualisti, allora venga collocato dentro all’Albengasalute”, ha proseguito.

“Il nostro Ospedale oggi è occupato per circa 75 posti letto, quando invece è stato collaudato, nel 2008, per 220 posti letto. Vuol dire che un raddoppio, altra castroneria proposta dal Sindaco Tomatis, significherebbe 440 posti letto, significherebbe avere un Ospedale delle dimensioni del Galliera di Genova senza però medici ed operatori sanitari”, ha aggiunto ancora Ciangherotti.

“Restiamo con i piedi per terra. Il DM 70, oggi alla modifica del Parlamento, prevede un Pronto soccorso nei bacini di utenza compresi tra 8o mila e 150 mila, Albenga conta purtroppo solo 65 mila abitanti. Il Presidente Toti ci restituisca subito il Punto di primo intervento che ci è stato scippato a metà novembre scorso e riempia l’ospedale con quelle divisioni che sono necessarie per rispondere alle esigenze del territorio. Ci riconsegni la chirurgia, l’ortopedia, la protesica e quanto il centro sinistra aveva, in pochi mesi di governo, eliminato dal nostro Ospedale. Ogni altra promessa ed ogni altra richiesta sono farlocche e servono solo per illudere il distretto sociosanitario albenganese e distrarlo dal vero rischio di chiusura del nostro Ospedale”, ha concluso l’amministratore forzista.

A seguire, l’appello del presidente di Commissione Distilo: “Vorremmo risposte e certezze da Regione Liguria sul futuro dell’ospedale e sulla riapertura del Pronto Soccorso. Per questo abbiamo invitato il dottor Brunetto e il capogruppo della Lega Mai. Personalmente non ci sto ad assistere a questo scempio. Si è trattato di una rapina ai danni del comprensorio”.

Al termine della commissione Distilo ha specificato come, già nella giornata di oggi (venerdì 14 gennaio) sarà inoltrato un nuovo invito al Presidente Toti per partecipare alla commissione sanità allargata da tenersi, eventualmente, anche in modalità videoconferenza.

Quindi, la parola è passata ai consiglieri regionali.

“Per me è davvero importante essere qui. Sono anni che ci battiamo per l’ospedale di Albenga, – ha dichiarato il capogruppo regionale della Lega Stefano Mai. – Mi sono battuto in veste di amministratore locale di un territorio che conoscono benissimo, ma dalla visione regionale la situazione è più complessa. Ciò non toglie che mi renda conto che al territorio siano mancati confronto, informazione e condivisione sul tema, ma garantisco che non mancherà in futuro. Toti lunedì avrà un confronto in videoconferenza con i sindaci della Valbormida e noi cercheremo di fare in modo che lui si confronti anche con il Comprensorio ingauno nel più breve tempo possibile. Al termine della seduta, mi voglio caricare anche del peso e dell’impegno di lavorare per avere quantomeno il Ppi h24 ad Albenga e ne ho già parlato personalmente con il presidente Toti”.

Commissione Sanità Albenga Brunetto Mai

Infine, chiusura affidata al consigliere regionale e presidente della Commissione regionale Salute Brunello Brunetto: “Al momento ovviamente, vista la situazione, non è ipotizzabile null’altro che un coinvolgimento pesante dell’ospedale di Albenga su questa nuova epidemia di Covid. Si è già dimostrato in passato efficiente e funzionale per questo scopo e nuovamente in questa occasione il suo utilizzo è perentorio. Per quanto attiene il futuro dell’ospedale, invece, questo non è assolutamente in discussione. Nella redazione del nuovo piano sanitario regionale, l’assessorato regionale alla Sanità di concerto con la Commissione Salute che ho l’onore di presiedere lavorerà affinché ognuno degli ospedali della provincia di Savona, così come della altre province, abbiano la propria caratterizzazione e connotazione, tenendo in esclusivo conto i bisogno della popolazione, dei cittadini e nel rispetto dei decreti ministeriali che ci dicono come deve essere articolata l’offerta sanitaria in rapporto al numero di abitanti e alla domanda sanitaria stessa”.

Sull’assenza di Toti: “Il presidente è inevitabilmente coinvolto, non ha potuto partecipare per via di impegni istituzionali in altra sede. Aveva detto che sarebbe venuto ad Albenga a partecipare a questa riunione in consiglio alla fine dell’epidemia. I tempi ora sono maturi ed evidentemente si tratta solo di trovare una data coincidente con i suoi impegni e con le aspettative della Commissione sanità ingauna”, ha concluso Brunetto.

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