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Savona 2021, nel centrodestra volano gli stracci. Toti: “Chi ha dimezzato voti o rotto coalizione vuole insegnare a noi”

"Caprioglio out per litigi tra i partiti, noi intervenuti in supplenza con candidato last minute"

Toti Schirru

Liguria. “Francamente leggo delle analisi sul voto che sono molto semplicistiche e, talvolta, autoassolutorie e che sfiorano il surreale. Leggo i partiti che hanno dimezzato i propri voti che spiegano come fare politica all’unico partito che ha continuato a prendere voti. Leggo appelli all’unità della coalizione da chi, a Savona, ha rotto la coalizione correndo da soli. Temo che l’analisi sia un filo più sofisticata”. Lo afferma il presidente della Regione Giovanni Toti il giorno dopo la sconfitta elettorale che, dopo i cinque anni di amministrazione Caprioglio, ha “restituito” il governo della città al centrosinistra guidato dal neo sindaco Marco Russo.

Una sconfitta che, se pure poteva essere “contemplata”, è stata inattesa per le sue dimensioni: tra Russo ed il candidato del centrodestra Angelo Schirru, infatti, c’erano circa 25 punti di distacco.

E oggi Toti, il cui centro secondo Angelo Vaccarezza è “l’unica parte del centrodestra che ha tenuto botta“, analizza la situazione: “Credo che il centrodestra e taluni partiti del centrodestra, rincorrendo terrapiattisti in giro per tutte le piazze d’Italia abbiano francamente scompensato e reso incomprensibile al proprio elettorato la nostra politica. Credo che l’aver osteggiato le riforme del primo governo davvero riformista di questo Paese degli ultimi anni abbia disorientato il nostro elettorato che, invece, a testa bassa, si è messo a lavorare dopo il Covid. Temo anche questi partiti non abbiano saputo costruire una classe dirigente adeguata sui territori all’altezza delle responsabilità gigantesche che i liguri ci hanno dato. Una classe dirigente che ci ha costretto al cambio in corsa di un sindaco a Savona e che oggi sembra piovere da Marte, con gli occhioni dello stupore. Se l’appello è a rimboccarci le maniche e a fare un’analisi della sconfitta a livello nazionale, dove valgono le stesse identiche ragioni (linea politica, classe dirigente, incapacità di aprirsi alla società civile) io evidentemente ci sono e ci sono da sempre”.

Ieri sera il sottosegretario alla salute Andrea Costa aveva “invocato” Toti chiedendogli di tornare ad essere “il presidente di tutti“. Toti commenta: “Il tema dell’uomo solo al comando francamente non esiste. I partiti della coalizione hanno potenti rappresentanze nella giunta regionale che rappresentano ben più della metà delle deleghe più importanti della Liguria e io ho sempre difeso una squadra che ritengo straordinaria. Ma se qualche partito ritiene di dover cambiare o rafforzare le proprie delegazioni nelle giunte, mettendo persone che gli garantiscano maggiore qualità e maggiore visibilità, ovviamente starò a sentire. Penso che i leader politici della Liguria si incontreranno con i vari sindaci che andranno al voto già nella prossima primavera per trovare una sintesi. Io mi occupo di Regione Liguria, dove grazie alla mia candidatura e grazie alla lista Toti oggi governiamo per il secondo mandato, cosa mai accaduta, con il più straordinario dei successi del centrodestra, anch’esso desueto prima del mio arrivo. Io, per evitare l’effetto dell’uomo solo al comando, mi occupo di governare la regione come i liguri mi hanno chiesto di fare“.

Per quanto riguarda la città della Torretta, viene da chiedersi se il “cappotto” del centrodestra non sia altro che la concretizzazione della bocciatura dell’amministrazione uscente e, di conseguenza, un “premio” per gli avversari: “In parte c’è certamente anche questo. Una coalizione in cui la maggior parte degli assessori si sono presentati con partiti concorrenti, dove la litigiosità dei partiti ha costretto un sindaco che c’era a fare un passo indietro, dove siamo intervenuti in scivolata in supplenza per costruire un’offerta politica dell’ultimo minuto: certamente tutto questo non ha aiutato. Spero che quest’errore non lo si faccia nelle città in cui andremo al voto nel prossimo futuro e che tutti abbassino i toni e si mettano a lavorare”.

“Dopodiché vi è anche un tema nazionale. Non sarà un caso che Savona cada insieme a Milano al primo turno, a Torino dove c’era uno straordinario candidato, a Roma dove il centrodestra raggiunge percentuali tra le più basse della storia, a Napoli dove non siamo andati neanche al ballottaggio, e potremmo continuare a lungo. Evidentemente il centrosinistra ha saputo interpretare i tempi ed esserne all’altezza: un Paese che vuole ripartire, che non vuole confusione nelle strade, che non vuole piazze tumultuose, che vuole tornare al lavoro, portare i figli a scuola, tornare a occuparsi della propria vita dopo la dolorosa parentesi del Covid. Il centrodestra diviso tra maggioranza e opposizione, e anche nella maggioranza direi riottoso ad accettare le ricette di un governo di unità nazionale che ci sta portando verso l’applicazione di un recovery fund essenziale per il Paese, evidentemente non ha sfondato nel cuore e nel cervello di quegli elettori moderati che normalmente chiedono questo ai partiti conservatori del Paese”.

C’è poi l’elemento dell’astensionismo: “Credo sia una faccia della stessa medaglia che ha visto le famiglie italiane disertare le urne non trovando un’offerta all’altezza della situazione e magari non volendo tradire il partito del cuore e della propria tradizione. Quell’astensione credo possa essere recuperata dal centrodestra se saprà fare un’analisi seria della sua linea politica. Per quanto mi riguarda in Liguria la linea politica è sempre stata molto chiara: noi siamo col governo Draghi, con un Paese che riparte, per il green pass sui luoghi di lavoro, perché i vaccini siano la soluzione definitiva al Covid, perché le riforme di carattere sociale ed economico che servono al Paese vadano avanti speditamente, perché l’Italia riparta senza inseguire malpancisti, terrapiattisti e altre correnti, come le ha definite Mattarella, antiscientifiche che francamente hanno tutto il diritto di manifestare ma non hanno la dignità della politica, soprattutto della politica di centrodestra.

E il prossimo anno ci sono le amministrative per Genova. Il risultato di Savona può essere considerato un campanello d’allarme? Toti è sicuro: “Non credo, sono certo che i partiti si vedranno già con Bucci che è un sindaco solidissimo, certamente un sindaco che si ricandiderà come già annunciato, certamente un sindaco che avrà tutto il mio appoggio personale e politico perché ha fatto bene come pochi sindaci nel nostro Paese. Lo stesso possiamo dire per Peracchini: alla Spezia mi auguro che i partiti facciano tesoro delle elezioni di Savona, si schierino al suo fianco con l’umiltà di seguire chi ha saputo dare alla sua città risultati così importanti. I sondaggi che fai per strada mentre incontri i cittadini e i risultati del medagliere sono tali per cui non penso che Bucci possa essere messo in discussione, dopodiché le campagne elettorali vanno fatte e affrontate, bisogna dare prospettiva e su questo occorre che i partiti lavorino”.

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