Brutta aria

Da Forza Italia attacco frontale a Toti: “Il suo nuovo partito? Un disegno preciso contro di noi”

Il coordinatore Bagnasco: "Sono dei bulletti, sbagliato partire contro qualcuno"

toti bagnasco

Genova. Se c’era un modo di peggiorare ulteriormente i rapporti con Forza Italia, il governatore Giovanni Toti lo ha trovato: la fondazione di Coraggio Italia, il nuovo partito presentato la settimana scorsa con Luigi Brugnaro che ha già strappato a Berlusconi una ventina di parlamentari, apre una nuova frattura nel centrodestra in Liguria. Che si aggiunge alle parole preoccupate usate dal commissario della Lega Edoardo Rixi già la settimana scorsa e ribadite in questi giorni sulla stampa locale, oltre che ai malumori malcelati da Giorgia Meloni e Matteo Salvini sull’opportunità dell’operazione.

“Qui abbiamo persone capaci di amministrare, dall’altra abbiamo solo dei bulletti – dice il coordinatore regionale di Forza Italia Carlo Bagnasco, sindaco di Rapallo, sfruttando la conferenza di presentazione della proposta di legge sul garante per i diritti degli anziani che ricalca la proposta già approvata a Genova -. Non si parte mai con un partito contro. Quando si parte così è sempre la maniera sbagliata. Noi saremo sempre con Forza Italia e col nostro presidente, che ha sempre avuto tre marce in più e una visione completamente diversa”.

La nascita del nuovo partito di Toti e Brugnaro “è un attacco a Forza Italia, non ho il minimo dubbio – fa eco il padre Roberto, deputato saldamente attaccato agli azzurri -. C’è un disegno contro di noi. In questo momento in Liguria siamo soggetti a un attacco concentrico di molte forze che dovrebbero essere vicino a noi ma lo sono solo di nome e non di fatto. Siamo l’unico partito di respiro europeo al centro dell’agone politico. Siamo il collante del centrodestra perché possa essere forza di governo. Vogliamo essere rispettati in maniera diversa, cosa che nella nostra regione non è successo e che sta accadendo anche al di fuori”.

Gli attriti non nascono certo adesso e hanno origini ormai profonde. Il primo strappo è avvenuto nell’agosto del 2019 con l’uscita di Toti da Forza Italia e la fondazione di Cambiamo!, presupposto per il consolidamento della leadership del governatore all’interno della coalizione in Liguria. Alle ultime regionali la lista arancione – che pure aveva relegato il nome del partito a una scritta semi-invisibile nella parte alta del simbolo – aveva sbancato ottenendo il 22,6% dei voti e diventando così la prima forza politica a livello locale. Ma il vero sgarbo si è consumato con l’esclusione di Forza Italia dalla giunta, in barba alle richieste di Bagnasco e alle minacce di altri veterani del partito che pretendevano un posto per Claudio Muzio, unico eletto in Consiglio seppur con un trionfo di preferenze.

Ce ne hanno fatte di tutti i colori – sottolinea ancora il sindaco di Rapallo -. Noi non siamo qua per parlare male di qualcuno, non è nel nostro stile, ma noi pretendiamo che non si faccia lo stesso nei nostri confronti. Se qualcuno pensa di avere successo politico svuotando un contenitore per riempirne un altro come può chiedere poi di sedersi al tavolo? È chiaro che sia questo il senso della manovra”.

Ma adesso cosa succederà? A parte le politiche nel 2023, sull’orizzonte più vicino ci sono le comunali a Savona, mentre l’anno prossimo toccherà a Genova e La Spezia. Ed è evidente che il clima di tensione nel centrodestra, se non verrà smorzato, rischia di avere effetti dirompenti in Liguria. “Non c’è altra strada che quella della coalizione“, sottolinea Bagnasco senior. “Però non siamo pazzi – puntualizza Bagnasco junior -. Noi vorremmo sederci al tavolo coi nostri alleati. Se ci diranno che un candidato sindaco dovrà andarci bene per forza, anche no. Non saremo un capro espiatorio”. Quindi sostegno sì, ma non incondizionato.

E poi il coordinatore regionale avverte: alla Spezia, dove gli azzurri sono rimasti fuori dalla giunta, “senza di noi la sconfitta è matematica. Senza Forza Italia l’obiettivo è raggiunto: l’operazione è riuscita, il paziente è morto”. A Savona è ancora aperto l’affaire Caprioglio, col partito di Berlusconi e quello di Toti che potrebbero trovarsi su due diverse lunghezze d’onda. A Genova, invece, la ricandidatura di Bucci metterebbe d’accordo tutti e sarebbe il miglior antidoto ai veleni interni. Anche se il bis del sindaco-manager non è così scontato come molti credono.

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