Liguria. “Dopo il pressing portato avanti dalla Conferenza delle regioni finalmente è stato approvato dalla commissione bilancio della Camera un emendamento al decreto rilancio per l’estensione fino al 2033 delle concessioni balneari. Sono contento, lo dico da ligure e da coordinatore del tavolo nazionale del demanio, ben venga questo atto rafforzativo del Parlamento della Legge 145 emanata dal precedente governo che prevedeva l’estensione delle concessioni. Ora però l’augurio è che questo atto ponga finalmente fine a tutte le incertezze in vista del superamento della direttiva Bolkestein”.
Lo dice l’assessore regionale ligure Marco Scajola, coordinatore del tavolo nazionale sul Demanio della Conferenza delle Regioni.
“In questi due anni, dopo l’approvazione della 145 – continua Scajola – non c’è stato il conseguente decreto ministeriale per far sì che le 30 mila imprese italiane potessero avere certezze e garanzie sulla presenza di una Legge che concedeva loro una proroga di 15 anni. Al contrario, a questo proposito, c’è stato un grande dibattito e tanta confusione. Adesso questo ulteriore atto parlamentare può aiutare e sostenere i Comuni nelle azioni di prolungamento delle concessioni demaniali marino-marittime. In questi due anni, come tavolo nazionale del demanio della Conferenza delle Regioni, da quando è entrata in vigore la 145, abbiamo sempre chiesto al governo e al parlamento ulteriori azioni che potessero rafforzare e chiarire la proroga di 15 anni”.
“Quindi siamo soddisfatti che finalmente sia stata accolta la nostra voce”.
L’assessore regionale Marco Scajola ricorda che nell’aprile dell’anno era stato approvato in modo unanime da tutte le regioni un ordine del giorno per dare sicurezze alle imprese.
“Ora si ponga fine – conclude Scajola – a tutte le incertezze che hanno creato problemi a un settore strategico per l’Italia e per la nostra regione costituito dalle imprese balneari, ma anche da altre realtà che hanno necessità di avere un orizzonte ampio per poter investire. Il governo superi definitivamente la decennale questione della Bolkestein, chiarendo che le concessioni demaniali marittime non debbano essere comprese in una direttiva che parla di servizi e non di beni, come lo stesso Bolkestein aveva ribadito nel corso di un incontro di qualche anno fa, dicendo a chiare lettere che l’Italia non rientrava nella sua direttiva”.