Operazione taqiyya

Pizzaiolo di Borghetto arrestato in quanto sospetto terrorista: chiesti 5 anni di sorveglianza speciale

Per il giovane egiziano potrebbe scattare anche anche il divieto di usare internet e chat

terroristi islamici
Foto d'archivio

Borghetto. Era stato arrestato alla stazione Principe il 5 novembre 2016 nell’ambito dell’inchiesta Taqiyya della procura distrettuale antiterrorismo. E ora per Hosny El Hawari Lekaa, pizzaiolo egiziano di Borghetto Santo Spirito il sostituto procuratore Federico Manotti ha chiesto la misura di sorveglianza speciale per cinque anni con obbligo di soggiorno nel comune rivierasco.

Una settimana prima del suo arresto, nell’ambito della stessa indagine del Ros erano stati arrestati i fratelli egiziani Hossameldin e Akim Antar, residenti rispettivamente a Finale Ligure e a Cassano d’Adda e Tarek Sakher, algerino di 34 anni a lungo residente a Tradate.

Il 13 settembre dello scorso anno i primi tre erano stati condannati in abbreviato a 6 anni di reclusione per associazione a delinquere con finalità di terrorismo internazionale mentre per Hosny il gup Roberta Bossi aveva ritenuto le prove insufficienti.

Tuttavia, in base alle nuova normativa antiterrorismo, la procura antiterrorismo può chiedere la misura di sorveglianza speciale sulla base di gravi indizi. Secondo quanto emerso dalle indagini Hosny era in contatto con i fratelli Antàr e attraverso un account a lui non direttamente riconducibile si professava amante della jihad e speranzoso di morire per tale causa. Inoltre parlava della necessità di combattere non solo i miscredenti ma anche i fratelli musulmani non salafiti, cioè i sunniti.

Ancora, in un’intercettazione caldeggiava la costituzione di un’unico stato Islamico tra Siria ed Egitto con a capo un Califfo. La richiesta della misura della sorveglianza speciale prevede diverse prescrizioni tra cui il ritiro della patente e l’obbligo di firma.

A queste il pm Manotti ha aggiunto una serie divieti rispetto all’utilizzo della rete e dei social network e in particolare la prescrizione di “non navigare in internet e di non avere contatti attraverso il web, nonché di non utilizzare qualsiasi dispositivo idoneo al collegamento in rete” nonché quella di “non frequentare luoghi di raduno di soggetti portatori di posizioni terroristiche in matrice islamica”. Sulle richieste deciderà la sezione misure di prevenzione del tribunale di Genova che si è riservata. Intanto il processo d’appello per i quattro imputati è fissato per il mese di maggio.

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