Falso in atto pubblico

Testamento pubblico “irregolare”: notaio albenganese sospeso per 2 mesi

Nei guai è finito il professionista Angelo Navone: avrebbe raccolto le volontà di una novantunenne che però era incapace di intendere e volere

Savona Tribunale

Albenga. Una misura di sospensione dalla professione della durata di due mesi. E’ il provvedimento che questa mattina la guardia di finanza ha eseguito nei confronti di un notaio albenganese, Angelo Navone, 72 anni, per l’accusa di falso in atto pubblico.

La vicenda per la quale è finito nei guai il professionista risale al 2013 quando ha redatto, tra l’altro in presenza della beneficiaria (ovvero un’amica dell’anziana), il testamento pubblico di una novantunenne che in quel momento – questa la contestazione della Procura – sarebbe stata palesemente incapace di intendere. Secondo la ricostruzione degli inquirenti sarebbero stati proprio il notaio e la futura erede, indagata per concorso nel falso in atto pubblico, a “suggerire” alla novantenne cosa scrivere nel testamento.

L’atto era stato redatto l’8 marzo del 2013 nella casa dell’anziana, che da qualche tempo non era in buone condizioni di salute, e meno di due mesi dopo, il 30 aprile, la signora era mancata. Una volta aperto, però, il testamento pubblico era stato impugnato dal nipote della novantunenne, l’erede legittimo, che si era rivolto al tribunale civile di Savona chiedendo di annullarlo. Per sostenere che fosse irregolare, il parente della signora aveva presentato un audio, fatto di nascosto dalla badante della novantenne, che aveva registrato integralmente il momento in cui era stato redatto l’atto. Una conversazione dalla quale emergerebbe chiaramente che l’anziana non era in grado di capire quello che stava facendo e che il testamento sarebbe stato quindi compilato in maniera del tutto irregolare.

Effettivamente il giudice Luigi Acquarone aveva poi dichiarato la nullità dell’atto, ma non solo. Il magistrato, infatti, aveva anche trasmesso gli atti del procedimento civile alla Procura per verificare l’esistenza dei presupposti di una responsabilità penale.

A quel punto erano iniziate le indagini coordinate dal pm Giovanni Battista Ferro che, oggi, sono sfociate nella misura sospensiva per il notaio firmata dal gip Fiorenza Giorgi. Ad incastrare il professionista e la beneficiaria del testamento (poi annullato) ci sarebbe proprio la registrazione audio della redazione dell’atto (alcune trascrizioni del dialogo sono contenute nel provvedimento del gip).

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