Cara rumenta

Cairo, azienda scrive al Comune: “553 euro di Tari per 2 sacchetti di immondizia”

cassonetti differenziata

Cairo Montenotte. Oltre 550 euro di Tari, la famigerata “tassa sulla spazzatura”, a fronte di soltanto 2 (sì, due) sacchetti di immondizia conferiti in un anno. E’ quanto denuncia una cooperativa di Cairo, la C.A.T.E.S., in una lettera aperta inviata alla giunta comunale.

Una cifra ovviamente non commisurata al reale uso del servizio, fanno notare i vertici della cooperativa: tenendo conto che la quota variabile era di 287 euro il calcolo è semplice, ogni sacchetto è costato nello specifico 143,50 euro. Una richiesta eccessiva secondo la C.A.T.E.S.: e così il presidente Sandro Gentili ha deciso di prendere carta e penna e scrivere a sindaco e assessori.

“La C.A.T.E.S. – spiega – è una piccola società che sta lottando tenacemente per sopravvivere sul territorio valbormidese, per mantenere quell’obiettivo di ‘creare migliori condizioni di lavoro per i suoi soci’ che la vide nascere nel lontano novembre 1978. L’elemento della natura e scopo della nostra società costituisce solo un fattore aggiuntivo alla ragione della mia lettera aperta, che riguarda l’onerosità iniqua della componente variabile del Tributo TARI in relazione alla oramai realizzata applicazione del criterio di raccolta ‘porta a porta’ dei rifiuti sul territorio comunale”.

“Alla nostra società, a fronte dell’occupazione di un locale di superficie pari a circa 130 mq, è infatti addebitato un tributo per complessivi 553,00 euro suddivisi in 239,73 euro di quota fissa, 26,33 euro di Tributo provinciale e 286,89 euro di quota variabile – racconta Gentili – In questa sede non pongo questioni sull’entità della quota fissa, necessaria alla realizzazione delle componenti organizzative e di gestione della pulizia degli spazi pubblici; quello che non si correla in nessuna maniera alla realtà è la quota variabile”.

“A far data dal giugno 2014, quindi ben oltre un anno di gestione ‘porta a porta’, se non vado errato – chiarisce l’amministratore delegato della C.A.T.E.S. – la nostra società cooperativa ha conferito al servizio di raccolta n° 2 sacchetti grigi del ‘secco’, quasi totalmente riempiti con la raccolta della polvere risultante dalla pulizia del pavimento, e non sono certo se due o tre volte il contenitore bianco della carta; mai la plastica e nessun altro rifiuto in quanto, se mai abbiamo avuto necessità di conferire oggetti di vetro o metallo, o rifiuti organici, abbiamo dovuto portarceli a casa in quanto non siamo stati riforniti né di sacchetti, né di contenitori per la raccolta”.

Gentili si rivolge quindi a Fulvio Briano e ai suoi assessori: “L’unico rifiuto da ‘pagare’ è quello indifferenziato (contenitore grigio): calcolate voi se appare ragionevole pensare che i 2 sacchetti usati nel nostro caso abbiano avuto un costo (ciascuno) di 143,44 euro. Non è che c’è qualcosa da fare su questo fronte? A quando l’applicazione della tariffa puntuale per ciascun conferimento del secco?“.

Va detto che quello della C.A.T.E.S. non è un caso isolato: il calcolo in base alla metratura non può infatti tenere conto del reale uso del servizio, tanto è vero che si sono registrati casi “limite” come ad esempio quello di un’associazione di Savona a cui il Comune ha chiesto più di 300 euro di Tari per locali utilizzati come magazzino (che pertanto non “producono” spazzatura di alcun tipo). Difficile però dimostrarlo: e allora, mano al portafogli.

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