Cronaca

Giro di case squillo a Savona, ecuadoriana patteggia 18 mesi per favoreggiamento della prostituzione

Giro squillo a Savona

Savona. Nel febbraio scorso i carabinieri del comando provinciale avevano portato alla luce un maxi giro di appartamenti a luci rosse di cui solo nove erano a Savona. L’operazione aveva portato in manette all’arresto di otto persone, tutte sudamericane, per sfruttamento della prostituzione in esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Donatella Aschero.

Per sei di loro, Rafael Cunha Santos, 31 anni, viado brasiliano, Juliana Fereira Gomes, 32 anni, ritenuta il capo dell’organizzazione, Soares Da Fonseca Deizany, 26, Martha Lucia Beltran Cifuentes, 49, Elsa Tatiana Walteros Chestas, 38, e Bekit Neami Berthe, 44, era stata contestata l’accusa di associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione. Per altre due, Martinez Castillo Milagro, 44, dominicana, e Rosa Marcela Moncayo Andrade, ecuadoriana di 35, il reato contestato era di concorso in sfruttamento della prostituzione. Proprio quest’ultima, stamattina, per questa vicenda ha scelto di patteggiare.

Prima di definire il patteggiamento, è stato però modificato il capo d’imputazione: ad Andrade, che si era sempre dichiarata estranea dall’accusa di aver sfruttato altre squillo, è stato infatti contestato “solo” il reato di favoreggiamento della prostituzione. La donna, assistita dall’avvocato Fabio Bruno Celentano, ha quindi patteggiato un anno e sei mesi di reclusione e 1200 euro di multa potendo beneficiare anche della sospensione condizionale della pena. Restano invece ancora da definire, almeno per ora, le posizioni delle altre persone indagate nella vicenda.

Secondo quanto accertato dai carabinieri, erano almeno undici le località in Liguria dove erano stati allestiti appartamenti a luci rosse, mentre altri venticinque alloggi erano in altre regioni d’Italia, dall’Emilia Romagna, alla Toscana, all’Abruzzo. Case nelle quali l’organizzazione criminale faceva lavorare un centinaio di donne – 44 identificate, per lo più di origine sudamericana – per un guadagno medio giornaliero di circa 200 euro, oltre alla parte, circa la metà, spettante alla lucciola.

I clienti venivano attirati anche grazie ad annunci pubblicati su riviste e su siti on line: annunci talmente espliciti da mettere in allarme i carabinieri di Savona che hanno iniziato ad indagare in quella direzione portando alla luce un’organizzazione ramificata e pericolosa. Nel corso delle varie perquisizioni, i militari dell’Arma hanno sequestrato anche 30 cellulari, 4 computer e il registro dei clienti.

Gli appartamenti savonesi in cui le ragazze si vendevano si trovano in corso Vittorio Veneto, via Carducci, via Nizza, via Traversagni, via A. Ponchielli, via Dei Mille, via Busserio, via Ponchielli. Ma succursali hard erano state trovate anche in condomini di Vado Ligure in via Ferraris, di Loano in via San Giuseppe, di Andora in via Rattalino. Poi ancora nelle altre province ad Arenzano in via Olivette, a Chiavari in corso Valparaiso, a Diano Marina in via Agli Orti, a San Bartolomeo al Mare in via della Repubblica e ad Imperia in via Piririnoli. Altri centri sono stati individuati fuori liguria, a Grosseto, Prato, Firenze, Frosinone, Massa Carrara, Cassino, Faenza e Marina di Massa.

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