Cronaca

Savona, accusato di falso per autocertificazione presentata in Comune: assolto l’imprenditore Ingrasciotta

Giovanni Ingrasciotta

Savona. Assolto perché il fatto non sussiste dall’accusa di aver falsamente attestato di avere i requisiti morali previsti per poter prendere parte alle gare d’appalto pubbliche. Si è chiuso con questo verdetto, ieri, il processo che vedeva a giudizio Giovanni Ingrasciotta (foto da Riviera24), 51 anni, l’uomo che il boss di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro voleva morto negli Anni Novanta, l’imprenditore sanremese che si è visto sequestrare l’azienda perchè indiziato di volerla sottrarre a una eventuale misura di prevenzione.

Il nome di Ingrasciotta era finito in un’aula del tribunale di Savona perché, nel gennaio 2009, l’imprenditore con la sua “Coffee Time” aveva partecipato a una gara indetta dal Comune di Savona per la sistemazione di apparecchi automatici con prodotti alimentari (prevalentemente macchinette per il caffè ma anche altro). Il Comune aveva contestato la veridicità dell’autocertificazione e questo aveva portato ad un procedimento per falso.

La Procura, esaminati gli atti, aveva emesso un decreto penale di condanna nei confronti di Ingrasciotta, 570 euro di multa. L’avvocato Andrea Rovere lo aveva impugnato e ieri ha dimostrato come all’epoca dei fatti Ingrasciotta, nonostante i precedenti per ricettazione, avesse ottenuto la completa riabilitazione dalla misura di prevenzione che gli era stata applicata (e le pene erano state estinte a fronte dell’esito positivo dell’affidamento in prova ai servizi sociali).

Insomma, era stata rilevata la presenza dei precedenti penali ma senza considerare l’espiazione e la riabilitazione. Come amministratore della “Coffee Time”, poi ceduta e oggi sotto sequestro della Dia, Ingrasciotta risulta essere imputato in un’altra mezza dozzina di processi con la medesima contestazione di quello savonese.

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