Villanova d’Albenga. Il tribunale del Riesame di Savona ha concesso il dissequestro di uno dei due capannoni industriali che nel maggio scorso erano finiti sotto sequestro nella zona artigianale di Villanova d’Albenga nell’ambito di un’indagine della Procura su una presunta lottizzazione abusiva.
In particolare il collegio dei giudici ha accolto la richiesta degli avvocati Altamura e Gaggero, i legali di Giovanni Gaia e Caterina Marchiano proprietari della struttura ancora in fase di costruzione dove dovrebbe aprire i battenti una falegnameria.
Inizialmente anche Nicola Trimboli il proprietario dell’altro capannone sequestrato, quello di proprietà della ditta Flexopack, aveva presentato istanza di dissequestro al Riesame, ma prima dell’udienza (celebrata lo scorso 23 marzo) aveva rinunciato. Una scelta dettata dal fatto che, nel frattempo, la Procura aveva concesso su richiesta dell’avvocato Alessandro Cibien la facoltà di utilizzo dell’immobile e, di conseguenza, era venuto meno l’interesse ad ottenere la rimozione dei sigilli.
Attualmente quindi, anche se formalmente è ancora sotto sequestro, la Flexopack può comunque utilizzare il capannone per la sua attività commerciale. Al di là della decisione del tribunale del Riesame, l’inchiesta della Procura sulla presunta lottizzazione abusiva non ha subito nessuna battuta d’arresto e sarebbe imminente la chiusura delle indagini preliminari da parte del sostituto Vincenzo Carusi.
Per questa vicenda sono finite nei guai otto persone tra amministratori (compreso il sindaco Pietro Balestra), funzionari pubblici ed un noto tecnico del settore. Oltre al sequestro dei capannoni, nei mesi scorsi gli uomini della Forestale, supportati da personale della Sezione della Polizia Postale di Savona, avevano effettuato una serie di perquisizioni negli uffici comunali di Villanova d’Albenga, compreso l’ufficio del sindaco, e in alcuni studi professionali ed aziende private.
In questi mesi le attenzioni degli inquirenti si sarebbero concentrate sulle autorizzazioni per la costruzione che sarebbero state rilasciate in violazione delle norme urbanistiche ed edilizie (di qui la contestazione di lottizzazione abusiva connessa a delitti di falso).
Dopo il sequestro preventivo del maggio scorso, il legale di Trimboli, l’avvocato Cibien, aveva precisato che “in questa vicenda la società Flexopack è parte lesa ed ha agito in assoluta buona fede nell’esecuzione delle opere, avvalendosi di professionisti ed avendo ricevuto ogni autorizzazione da parte degli uffici competenti”.