Volto noto

Processo per diffamazione verso Antonio Ricci, visionata in aula la trasmissione tv “incriminata”

A giudizio c'è un avvocato romano querelato dall'autore tv per alcune dichiarazioni rilasciate durante una trasmissione di Rai3

antonio ricci

Savona. Nuova udienza questa mattina in tribunale del processo per diffamazione che vede come parte offesa il “papà” di Striscia la Notizia, Antonio Ricci.

A giudizio c’è un avvocato romano, Vittorio Marinelli, legale e responsabile di alcune associazioni di consumatori, che era stato querelato dal creatore del tg satirico in riferimento ad alcune affermazioni pronunciate dal legale durante una puntata della trasmissione “Cominciamo bene” su Raitre. Proprio il filmato della puntata in questione questa mattina è stato visto in aula. Al termine della proiezione il video è stato acquisito dal giudice.

Il procedimento per diffamazione è arrivato in dibattimento dopo un iter abbastanza lungo: inizialmente era stato archiviato dal pubblico ministero Daniela Pischetola, ma il popolarissimo autore televisivo albenganese aveva presentato opposizione al provvedimento e il gip Fiorenza Giorgi aveva accolto l’istanza inoltrando gli atti alla Procura affinché venisse contestato il reato di diffamazione nei confronti dell’avvocato romano.

L’episodio finito al centro della querela risale al 12 gennaio 2010 quando nella trasmissione tv di Raitre era intervenuto Marinelli. Secondo l’accusa di Ricci, il professionista l’aveva attaccato sostenendo che, nelle sue campagne contro maghi e guaritori, non venivano coinvolti quelli che erano anche inserzionisti di Mediaset.

Un’affermazione che non era proprio andata giù al patron di Striscia che, al contrario, ha sostenuto di non aver mai “guardato in faccia nessuno”. Per dimostrarlo il difensore di Ricci, l’avvocato Pino di Milano, aveva anche allegato alla documentazione consegnata al giudice due registrazioni del tg satirico di Canale 5, risalenti al 2002, nelle quali venivano smascherati due presunti maghi imbroglioni inserzionisti di Mediavideo (il servizio teletext di Mediaset nel quale compaiono anche pubblicità a pagamento). Un elemento che, secondo il noto autore tv, proverebbe che la dichiarazione dell’avvocato Marinelli (difeso dal legale Roberto Suffia) era stata lesiva della reputazione della trasmissione di Ricci e del suo staff.

Proprio il difensore dell’imputato, alla luce della visione del filmato, ha sottolineato come i toni usati dal suo assistito fossero “pacati” e “conviviali” e senza alcuna “volontà inquisitoria”. Prossima udienza a novembre.

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