Bel problema!

Maltempo, l’allarme degli apicoltori: La produzione del miele d’acacia rischia di essere azzerata”

Federica Delfino: "L'acacia è una delle principali fioriture. Vento e freddo stanno riducendo la produzione del nettare, le api non riescono a raccoglierlo"

Generico aprile 2024

Vezzi Portio. “L’ultimo colpo di coda dell’inverno che si sta verificando in queste ore sta mettendo a dura prova tutto il sistema produttivo del miele d’acacia. Il brusco calo termico a cui stiamo assistendo, fenomeno un po’ particolare per la primavera, sta mettendo a serio rischio l’apicoltura. La produzione dell’acacia rischia di essere totalmente azzerata”.  E’ questo il grido d’allarme lanciato da Federica Delfino proprietaria dell’azienda agricola “Ca du Megu” di Vezzi Portio.

“La pianta di acacia sta fiorendo in questo periodo e questa procedura durerà per i prossimi 15 giorni ma visto le basse temperature e il forte vento la produzione di nettare viene ridotta drasticamente. Quel poco che viene creato dalla pianta viene totalmente utilizzato per far sbocciare il fiore che però è asciutto, privo di nettare che è fondamentale per la produzione di acacia”.

E quindi sì, la fioritura può sembrare bella ma ricordiamo che non è tutto oro ciò che luccica: “Si i fiori possono essere belli alla vista – prosegue Federica – ma sono vuoti perché non hanno prodotto il nettare a causa del cambiamento climatico e di questo sbalzo termico che si è verificato in questi giorni. Sono anni che però il miele d’acacia subisce un forte arresto nella produzione, anche quest’anno rischiamo di non averne se il tempo continua a non essere clemente”.

Ma se da una parte il maltempo causa problemi alla produzione e di conseguenza al consumatore che non aspetta altro che questo periodo per gustare il vero miele d’acacia dall’altra i problemi sono per le api stesse. Infatti si assiste ad una drastica diminuzione del numero di api che compongono la famiglia: “In questo periodo le api si riproducono – ci spiega – in primavera le famiglie tendono ad aumentare il numero degli individui che le compongono proprio perché è il momento di maggior lavoro. Ma vista la situazione il sovrannumero diventa un problema perchè non riescono a nutrirsi tutte. Certamente noi le alimentiamo come possiamo ma non riusciamo ad assicurare il sostentamento a tutte, per cui la famiglia uccide le api che sono in sovrannumero. Questo è un danno per loro stesse non da poco”.

“I cambiamenti climatici stanno portando a tutte queste conseguenze. Con l’impollinazione le api svolgono una funzione strategica per la conservazione della flora, contribuendo al miglioramento ed al mantenimento della biodiversità. Le api sono importanti per tutta la catena alimentare con il ruolo che svolgono. L’impollinazione è essenziale per tutto. Se ciò non avviene è un danno per tutti”.

L’azienda savonese però non produce sono miele ma coltiva anche ortaggi di stagione. Il maltempo ha causato anche questo mancato raccolto: “La produzione rischia di segnare un meno 60% – conclude Federica – un danno consistente per produttori e consumatori”

 

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