Incontro

Parco eolico di Monte Cerchio: a Cairo un’assemblea pubblica per illustrare impatto e rischi per il territorio

Le associazioni che stanno analizzando i dati presentati dall'azienda proponente invitano i cittadini a partecipare

Parco Eolico

Val Bormida. Coordinando l’impegno dei tecnici che si sono confrontati nello studio della corposa documentazione del progetto di impianto eolico al confine fra Liguria e Piemonte, nei Comuni di Cairo Montenotte, Cengio e Saliceto, componenti del gruppo di lavoro “Tutela Monte Cerchio” hanno organizzato un’assemblea pubblica nel centro che – secondo l’azienda proponente Windtek di Torino – è destinato ad accogliere il maggior numero di aerogeneratori, cioè 4 su 7. A promuovere l’evento, nello specifico, sono Valle Bormida Pulita, Italia Nostra, LIPU – Lega Italiana Protezione Uccelli, La Prima Langa – Osservatorio per il Paesaggio delle Valli Alta Bormida e Uzzone e il WWF di Savona. «Crediamo che sia urgente che i cittadini acquisiscano informazioni complete sull’iniziativa e, specialmente, sul carico senza precedenti che la sua realizzazione avrebbe sulla collettività, non solo di natura ambientale, ma anche come impatto sul benessere, sulla qualità della vita e sull’economia locale»: così si è pronunciato il coordinamento delle associazioni che, insieme a diversi enti istituzionali, con convinzione contrasta l’intervento. L’appuntamento, che chiama a raccolta abitanti dell’area e delle due regioni e chiunque sia interessato all’argomento, è fissato a Cairo Montenotte in via Fratelli Francia, nella sala della Società Operaia di Mutuo Soccorso “Abba”, per sabato 9 marzo 2024 alle ore 16.

Facendo seguito all’incontro con sindaci, rappresentanti degli enti locali, consiglieri provinciali e regionali, che si è svolto a Saliceto mercoledì 28 febbraio scorso, l’assemblea
informativa aperta al pubblico si propone di diffondere alla popolazione i punti fondamentali della questione. Grazie all’intervento dei tecnici che si sono fatti promotori di
un’attenta valutazione del progetto, infatti, è emerso fortemente che la documentazione presentata dall’impresa Windtek al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e alla Commissione Tecnica per la Valutazione di Impatto Ambientale è imprecisa e non manca di frequenti errori ed omissioni significative. Il faraonico progetto, denominato fiabescamente “Fattoria del vento”, parrebbe configurarsi nelle dimensioni e nell’approccio ai luoghi come una vera e propria «violenza territoriale», come l’ha definita il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio.

Detto in breve, si tratta di sette pale eoliche dalle dimensioni decisamente sproporzionate rispetto alle alture deputate a riceverle: elevandosi di oltre 200 metri, da una fascia altitudinale variabile fra 650 e 760 metri sul livello del mare, sovrasterebbero addirittura la cima di Mombarcaro, definita dalla cultura popolare “la vetta delle Langhe”. Dove la realizzazione darebbe ai luoghi un impatto difficile da immaginare: consumo di suolo pari a sedici campi da calcio per lo sbancamento collinare, un cantiere di trenta mesi con incremento eccezionale del traffico pesante, creazione di strade, piazzole e opere accessorie su terreni calanchivi con rischio idrogeologico, distruzione di ecosistemi.
Almeno un centinaio di proprietari dei terreni coinvolti – da esproprio, eventualmente – nel solo Comune di Cairo Montenotte. Di più: l’Atlante Eolico Italiano dimostra la carenza
di venti adeguati nell’area, dando l’impressione di una speculazione dovuta alla facilità di una normativa semplificata per distribuire fondi del Piano Nazionale di Ripresa e
Resilienza con l’obiettivo della transizione energetica.

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