L’Albissole ritorna in Promozione. Lo fa al termine di una cavalcata vincente. 16 vittorie, 7 pareggi e 0 sconfitte consegnano la stagione 23/24 alla storia del club ceramista. Nessuna sorpresa, i 7 minuti del recupero contro l’Old Boys sono stati come previsto un countdown allungato preliminare a una festa quantomai meritata. Salto di categoria con anticipo di tre giornate ma ritorno in Promozione partito da lontano.
Il successo del lavoro sul campo
Sulla carta l’Albissole non partiva con i favori del pronostico, almeno per la vittoria finale. Ma la “pazza idea” la cullava mister Sapero, che dopo la sconfitta 3 a 1 in casa del Masone dopo essere stato in vantaggio (Coppa Liguria) aveva dato sfoggio di ottimismo, giustificato a posteriori, affermando che mettendo un paio di cose a posto la squadra avrebbe potuto dire la sua. E così è stato.
Allenamenti come partite, gara continua
Competizione è la parola chiave dell’Albissole. Gli allenamenti sono tutti impostati sulla continua gara, a punti, tra due o più squadre. Fin dal riscaldamento mister Sarpero inserisce la gara e lo fa fino al fischio finale della seduta. Questo per far esperire alla squadra l’agonismo della partita anche in settimana e le condizioni mentali di recupero e mantenimento del vantaggio tipici della partita. Tutto sempre col pallone, con la seconda e la quarta settimana del mese dedicate al lavoro sul campo a 11 con la squadra completa. Tornei interni con foto dei vincitori mentre chi perde raccoglie il materiale, oppure gli sconfitti sulla linea di porta a proteggersi dalle pallonate dei vincitori. Insomma, tre allenamenti più la partita tutti a mille all’ora.
Maniacalità
Nulla è stato lasciato al caso. Mister Sarpero ha annotato le misure dei campi degli avversari, ad esempio, e fa allenare i suoi giocatori modificando di conseguenza le dimensioni del Faraggiana quando in programma c’è una gara su un campo di dimensioni minori. Inoltre, la possibilità di vedere i filmati ha consentito di alzare il livello e di proporre un certo tipo di gioco.
Fiducia nei giocatori: riserve che diventano punti di forza e rilanci
L’Albissole in estate ha ceduto il capocannoniere dello scorso campionato Romano al Città di Savona, perdendo anche la punta Calcagno. In attacco, mister Sapero ha puntato tutto su Andrea Diana, lo scorso anno spesso dentro a partita in corso. E ora è il classe 2000 il re dei marcatori del torneo con 18 centri. Al secondo posto tra i tiratori scelti dei ceramisti il classe 1992 Manuel Galiano. Era senza squadra in estate, l’Albissole ha visto il suo annuncio di “cerca squadra” e lo ha contattato. “Non proprio le caratteristiche del mio gioco – ha commentato Sapero – ma ci siamo venuti incontro e abbiamo un ottimo rapporto”. E anche l’attaccante (11 goal stagionali) si è detto rinato grazie agli allenamenti del mister.
Progetto condiviso
Calcio di possesso, ricerca del gioco palla a terra. Coraggio nelle giocate. Questo il mantra di Sarpero. A inizio anno, l’allenatore ha parlato con i singoli giocatori mettendo bene in chiaro e chiedendo di condividere un modo di giocare coraggioso e votato all’attacco. Dall’unione di intenti di una formazione attrezzata, certo, ma senza mai essere stata descritta come “Dream Team”, è nato un collettivo in grado di annientare la concorrenza di squadre con più nomi. L’unico “allegriano” del gruppo, che ogni tanto scherzosamente battibecca con mister Sarpero, è Gagliardi. Ma un po’ di pepe non può che far bene.
Passo dopo passo, ripartenza ragionata dopo la fine dell’era Colla
La solidità della società è tra i segreti della doppia scalata in tre anni dell’Albissole. Il club era ripartito dalle ceneri lasciate prima della pandemia dalla partenza della famiglia Colla. Dopo l’epopea culminata con la Serie C, il calcio ceramista è ripartito da zero. Niente fretta né proclami esagerati. Si sono poste le fondamenta riorganizzando il settore giovanile per poi allestire una squadra in grado di stravincere il Girone “C” della Seconda Categoria sotto la guida di mister Gasparlin. Poi, un anno di consolidamento in Prima Categoria con Sarpero. In tre anni due promozioni, senza fare il passo più lungo della gamba, curando il club nel complesso e portando a termine il restyling del Faraggiana.
Con gli ultras
Non è solo romanticismo citare il tifo albisolese. Chi ha calcato i campi di calcio di qualsiasi categoria sa che giocare con il tifo può fare la differenza. Gli Zueni ci sono sempre stati e hanno dato un apporto importante alla squadra, contribuendo ad incrementare il senso di appartenenza a una comunità che seppur lontana dal professionismo sta vivendo emozioni e sentimenti che nemmeno il fallimento aveva spento.
LA CRONACA
Albissole 2 – Old Boys Rensen 0
7′ Albissole campione! Scatta la festa!
3′ Possesso dell’Albissole.
2′ Una non partita come previsto, sarebbe bello che qualche organo decisionale assistesse a questo incontro prodotto di alcune decisioni scellerate a discapito di entrambe le società. Per fortuna, almeno l’Albissole può sfruttare la serata per festeggiare col proprio calorosissimo pubblico.
1′ Partiti. Old Boys in 10 uomini qui al Faraggiana.
Albissole: 1 Negro, 2 Bruzzone, 3 Crovella, 4 Damonte, 5 Gagliardi, 6 Cozzi, 7 Piombo, 8 Ghigliazza, 9 Diana, 10 Rebagliati, 11 Mancini. A disposizione: 12 Malinverni, 13 Curci, 14 Minuto, 15 Piombo, 16 Musizzano, 17 Zunino. Allenatore: Sarpero.
Old Boys Rensen: 1 Rinaldi, 2 Poggi, 3 Brenelli, 4 Pastorino (C), 5 Freccero, 6 Zolezi, 7 Piccardo, 8 Scaramuzza, 9 Ferrando, 10 Mazzella, 13 Chiastra
Sette minuti per poi festeggiare. Una formalità, a maggior ragione visto che gli avversari si schierano in dieci.