Sensibilizzazione

Borghetto ricorda Stefania Maritano a 10 anni dalla scomparsa: inaugurata la panchina rossa simbolo della lotta alla violenza sulle donne fotogallery

Sono passati 10 anni dalla tragica scomparsa. Il sindaco: "Un luogo simbolico, sia spunto di riflessione per gli studenti"

Borghetto Santo Spirito. Si è tenuta questa mattina la cerimonia in ricordo di Stefania Maritano, scomparsa tragicamente dieci anni fa. Oltre ai membri dell’amministrazione comunale borghettina, hanno partecipato i rappresentanti dei Comuni di Toirano, Boissano, Balestrino, Pietra Ligure, Borgio Verezzi, Giustenice, Finale Ligure, Spotorno, Alassio, Ceriale, Stella, il prefetto Enrico Gullotti, il questore Alessandra Simone, i familiari di Stefania Maritano (la sorella Lorenza e il compagno e il cugino, Giancarlo Maritano), il consigliere regionale Brunello Brunetto, il consigliere provinciale Enrica Rocca, il segretario provinciale della Lega Sara Foscolo e quello del Pd Emanuele Parrinello (che è stato assessore comunale a Borghetto proprio con Stefania Maritano).

Presso l’ingresso dell’istituto di primo grado “Sandro Pertini” in via Marconi è stata inaugurata una panchina rossa, da sempre simbolo della lotta contro la violenza sulle donne.

Per l’occasione, l’aiuola che si trova a ridosso della panchina è stata rimessa a nuovo. E saranno proprio gli alunni della scuola ad averne cura in futuro, con l’impegno di curare un luogo che dovrà suscitare in loro e a tutti coloro che lo frequenteranno, una riflessione sulla necessità di una società libera e sicura. Un alunno ha letto articolo 29 della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, che riguarda l’impegno dei giovani rispetto ai temi di uguaglianza e libertà.

“Abbiamo scelto questo luogo simbolico, la scuola – dice il sindaco di Borghetto Giancarlo Canepa -, per creare un punto di riflessione e dare agli studenti uno spunto per capire quanto è importante il rispetto e l’amore per le persone, che non si può mai subire e fare violenza, mai rimanere inermi quando si è a conoscenza di episodi di questo tipo. Purtroppo le cronache quotidiane ce le ripropongono ogni giorno“.

Il prefetto Enrico Gullotti aggiunge: “Oggi non possiamo che testimoniare la memoria di un evento tragico che ha segnato questa comunità. Un evento che oltre alla memoria, dove essere visto in prospettiva come stimolo per migliorare tante situazioni che sono alla base di eventi tragici come questo. Bisogna rafforzare quella rete di relazioni che ci consente di leggere e prevenire episodi del genere. Le famiglie e gli ambienti scolastici sono i primi luoghi in cui sviluppare il rispetto, la libertà e l’uguaglianza”.

Il questore Alessandra Simone evidenzia la necessità di un cambiamento culturale: “Panchina e fiori rappresentano non solo la memoria di quanto è accaduto, ma anche l’impegno a costruire una società diversa. Ci sono momenti gravi in cui le donne, per una discriminazione, soccombono all’interno delle mura della loro tessa casa. Fatti come questo sono residui di una società patriarcale in cui l’uomo domina la donna. Questa panchina rossa deve essere il simbolo di qualcosa che deve cambiare nelle nostre menti e nell’educazione alla legalità dei giovani. La legislazione è al passo coi tempi, le forze dell’ordine ci sono e lavorano ogni giorno contro la violenza di genere. Ora dobbiamo iniziare a pensare in termini di parità di genere e libertà. Cominciamo ad educarci al rispetto della parità dei sessi. Deve essere normale essere uomo e essere donna nel rispetto della diversità dei ruoli. E proteggiamo le donne ancora in difficoltà per garantire loro un’uscita dal tunnel”.

Andrea Rossato, dirigente scolastico dell’istituto comprensivo della Val Varatella, pone l’attenzione sul ruolo delle istituzioni scolastiche: “Quello di cui parliamo non è un tema ma una realtà. Il nostro compito è calare il fenomeno della violenza di genere nella realtà, una realtà silenziosa e che purtroppo può essere vissuta anche dagli alunni delle scuole. L’impegno della scuola è trattare questa realtà non come un evento sporadico ma con una prospettiva futura”.

La cerimonia si conclude con il ricordo commosso di Maria Grazia Oliva, amica di Stefania e con lei assessore dell’amministrazione Gandolfo e oggi consigliere comunale di minoranza: “Parlare oggi di Stefania non è facile. Il ricordo torna al senso di vuoto e di impotenza provato da tutti noi quando lei ha perso la vita. Quel giorno non solo i suoi familiari e i suo amici l’hanno persa, ma tutta la comunità ha perso Stefania. Aveva un sorriso aperto, generoso, che faceva capire la sua disponibilità ad ascoltare. Era forte e determinata, sempre aperta al dialogo. Ma quando non condivideva la tua idea, sapeva essere anche molto testarda. Era semplice e disponibile con tutti. Parlavamo molto al telefono per scambiarci idee. Aver condiviso quell’anno e mezzo con lei ci ha avvicinato. Per me era una sorella maggiore a cui appoggiarmi, da cui ricevere pacca una sulla spalla e un incoraggiamento. Insieme abbiamo operato sempre con spirito di servizio per la comunità. Oggi, dopo dieci anni, il miglior modo per ricordarla è raccogliere il suo testimone e portare avanti questo spirito di servizio. Perché lei sapeva mettersi nei panni degli altri e agire di conseguenza per cercare di aiutarli. Solo allora, quando tutti noi potremo metterci nei panni degli altri, ogni forma di violenza sarà contestata. Sono certa che lei sarebbe la prima paladina di questo modo di pensare.

A seguire, due alunni hanno dato lettura dell’articolo 29 della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, che riguarda l’impegno dei giovani rispetto ai temi di uguaglianza e libertà e a cui è stata dedicata la targa accanto alla panchina rossa.

Al termine della cerimonia, presso la sala consiliare del comune, intitolata proprio a Stefania Maritano, è stato deposto un mazzo di fiori nel posto da lei occupato in qualità di consigliere comunale.

Cerimonia Borghetto ricordo Stefania Maritano

Al termine, nell’atrio del municipio di piazza Italia, è stata inaugurata la mostra “Com’eri vestita?” What were you wearing? promossa dall’Università del Kansas e giunta in Italia grazie all’impegno dell’Associazione Libere Sinergie, che ha contestualizzato il progetto alla realtà italiana e lo ha portato in oltre 40 locations, rendendolo itinerante. “What Were You Wearing’”, ‘Com’eri vestita? è la mostra che racconta storie di abusi poste accanto agli abiti in esposizione che intendono rappresentare, in maniera fedele, l’abbigliamento che le vittime indossavano al momento della violenza subita.

L’idea alla base del lavoro è quella di sensibilizzare il pubblico sul tema della violenza sulle donne e smantellare il pregiudizio che la vittima avrebbe potuto evitare lo stupro se solo avesse indossato abiti meno provocanti. Da qui il titolo emblematico ‘Com’eri vestita’. Storie di abusi, storie di violenza, storie di donne che hanno dovuto sopportare e che diventano adesso occasione di riflessione, di sensibilizzazione, di prevenzione. La mostra ospitata, rimarrà esposta negli orari di apertura al pubblico del Palazzo comunale fino al 31 ottobre.

Il Comune di Borghetto Santo Spirito, con l’intendimento di promuovere la cultura della parità di genere ed impegnarsi attivamente per favorire l’affermazione dei diritti degli uomini e delle donne, contro ogni tipo di odio e di violenza ha realizzato, a partire dal 2019, il progetto “Donne Oltre”, dedicando la prima edizione del relativo concorso di idee alle Donne per le Donne contro la violenza, per individuare figure femminili di rilievo, alle quali dedicare le panchine collocate sul lungomare, proseguendo successivamente a promuovere iniziative, in particolare rivolte alle scuole, per continuare a favorire la crescita di una comunità solidale ed unita contro la barbarie.

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