Pensiamoci

Nuovo piano sanitario

A Savona la nascita del soccorso con automedica, ma ora perde la centrale del 118: i problemi ancora aperti

Il "trasloco" ad Albenga… Parlano il dottor Salvatore Esposito e l’ex vice comandante dei Vigili del Fuoco Michele Costantini

118 savona

Savona. Le centrali del 118 nel nuovo piano sanitario regionale sono state ridotte da 5 a 3, quella di Savona trasferita ad Albenga. Cambia qualcosa per chi ha bisogno di soccorso? E nel caso di Savona si tratta – diciamo così – solo di una perdita di immagine o c’è di più?

Ne parliamo con il dottor Salvatore Esposito, nel 1982 alla guardia medica, poi al pronto soccorso e infine responsabile provinciale del 118.

“Intanto – esordisce Esposito – bisogna non fermarsi a questi aspetti ma guardare alle nuove case e ospedali di comunità, al ruolo dei medici di base, ai punti di primo intervento e soprattutto all’adozione del numero 116117 per la guardia medica, che esiste dal 1995. Il cittadino chiama per una necessità e va guidato dal semplice consiglio al ricovero d’urgenza”.

I passaggi essenziali ricordati da Esposito: “Fu la dottoressa Paola Pistone nel 1984 a istituire il numero unico 22222, poi arrivò il 118. Per rispondere alla sua domanda posso dire che le necessità di ridurre le centrali è reale, anche se il trasferimento non è cosa semplice e non ne conosco i conti economici. Si tratta poi di capire con quale personale saranno coperti i nuovi ruoli come ospedali di comunità e punti di primo intervento, che hanno costi notevoli”.

Esposito affronta quindi i problemi legati all’attività delle ambulanze: “Il volontariato è in crisi, è lo Stato che deve farsene carico. Può essere più facile nelle città, ma dobbiamo essere in grado di garantire il soccorso anche nei centri più piccoli, come quelli montani”.

Ci aiuta a capire di più sul ruolo importante che ha avuto Savona nel soccorso anche Michele Costantini, per lunghi anni vice comandante dei Vigili del Fuoco. Spiega Costantini: “A metà degli Anni Ottanta nacque il centralino unico, per dividere le zone di competenza cittadine tra Croce Rossa e Croce Bianca, vincendo vecchie rivalità. La svolta avvenne nel 1991, quando ci fu il primo corso con medici, infermieri e pompieri per scambiarsi le esperienze e operare insieme sugli interventi”.

“Sempre nel 1991 si capovolse il senso del soccorso: non si trattava più di correre con l’ambulanza verso l’ospedale, ma di far andare – diciamo così – l’ospedale verso l’incidente grazie all’automedica. Il dottor Francesco Bermano, responsabile del 118, fu chiamato al ministero a Roma per illustrare il metodo Savona ed estenderlo il più possibile”.

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