Attenzione

L’Oms: “Prepararsi a un’epidemia di influenza aviaria”. Bassetti: “È molto più mortale del Covid”

Il direttore generale Ghebreyesus: "Finora trasmissioni rare tra esseri umani, ma non possiamo presumere che rimarrà così". L'infettivologo genovese: "Potrebbe arrivare presto, è letale al 50%"

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Liguria. Il mondo dovrebbe prepararsi a una possibile nuova pandemia, ben più letale del Covid: l’influenza aviaria. L’avvertimento è arrivato nelle scorse ore dall’Organizzazione mondiale della sanità, agenzia ufficiale dell’Onu, ed è stato prontamente rilanciato via social da Matteo Bassetti, direttore della clinica di malattie infettive del San Martino di Genova.

“Una pandemia molto più mortale del Covid potrebbe arrivare presto – ha scritto Bassetti, condividendo un articolo del New York Times -. Si tratta della influenza aviaria che ha una mortalità di oltre il 50%. Bisogna lavorare tutti insieme per evitare che succeda e per mitigarne le conseguenze se dovesse succedere”.

“Da quando il virus H5N1 è emerso per la prima volta nel 1996 – ha detto Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms, durante l’incontro periodico con la stampa – abbiamo assistito solo a trasmissioni rare e non prolungate di H5N1 da e tra esseri umani. Ma non possiamo presumere che rimarrà così e dobbiamo prepararci a qualsiasi cambiamento dello status quo. Come sempre, si raccomanda di non toccare o raccogliere animali selvatici morti o malati, ma di segnalarli alle autorità locali”.

A far alzare ulteriormente la soglia di attenzione è stata un’epidemia riscontrata nei visoni di alcuni allevamenti in Galizia, nel nord-ovest della Spagna. Nel Regno Unito sono stati segnalati nove casi tra lontre, visoni e volpi negli ultimi due anni. Negli anni precedenti, come riporta il ministero della Salute italiano, diversi Paesi europei sono stati colpiti da un’epidemia di influenza aviaria causata da sottotipi H5N1 e H5N8. L’ondata epidemica del 2020-2021 è stata una delle più vaste e durature epidemie che si siano mai verificate in Europa e ha praticamente interessato la quasi totalità dei paesi europei inclusa l’Italia.

L’influenza aviaria è una malattia altamente contagiosa dei volatili. Benché i virus influenzali umani ed aviari appartengano alla stessa famiglia e tipo, i virus aviari non sono in grado di trasmettersi con efficienza all’uomo, ma possono farlo sporadicamente e in determinate condizioni, che prevedono un’esposizione attraverso il contatto diretto con volatili morti o ammalati, con superfici o materiali contaminati da escreti e secreti infetti (come le feci) o attraverso le mucose (orali, oculari, nasali), con aerosol infetti, o eventualmente attraverso il consumo di carni non ben cotte di volatili infetti. Il personale esposto a rischio deve adottare misure di protezione individuale.

La preoccupazione, però, è che l’aumentata diffusione tra gli animali possa indurre a mutazioni che renderebbero il virus in grado di passare da un essere umano all’altro. L’Oms ha raccomandato perciò di “rafforzare la sorveglianza negli ambienti in cui interagiscono esseri umani e animali d’allevamento o selvatici, continuando a collaborare con i produttori per assicurarsi che, se necessario, le forniture di vaccini e antivirali siano disponibili per l’uso globale”.

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