Rieletta

Politiche 2022, Paita resta in Parlamento: “In Liguria ottimo risultato. Toti? Ha sbagliato tutto”

L'ex assessora di Burlando entra in Senato nel Lazio: "Ho energia per occuparmi anche della Liguria. Saremo una casa aperta per gli elettori di Toti"

raffaella paita

Liguria. Alla fine ce l’ha fatta: nonostante il cambio di casacca da Pd a Italia Viva in corso di legislatura e il mancato seggio in Liguria, Raffaella Paita rimarrà in Parlamento. Matteo Renzi aveva preparato per lei un posto sicuro, quello alle spalle di Carlo Calenda nel collegio proporzionale di Roma in cui il terzo polo ha superato l’11% facendo scattare un seggio. Ma il leader di Azione entrerà in Sicilia. E così per l’ex assessore della giunta Burlando, candidata alla presidenza della Regione nel 2015 e presidente uscente della commissione Trasporti della Camera, si aprono ora le porte del Senato.

“Siamo molto soddisfatti e siamo contenti anche del 7,4%  in Liguria – commenta Paita -. È andata molto bene, abbiamo preso quasi 54.200 voti, è un ottimo risultato. Qui avevamo Toti che andava a interagire col bacino moderato, anche se poi non è stato in alcun modo capito né premiato. Nonostante questo abbiamo preso più voti di Forza Italia e abbiamo tenuto rispetto alla media nazionale, con alcuni risultati clamorosi. Davide Falteri da solo ha sfiorato il 9%. Le candidature sono state azzeccate, abbiamo costruito una squadra veramente eccezionale”.

Una possibile lettura del voto è che proprio l’exploit del terzo polo nel Levante genovese abbia giocato a favore della vittoria di Luca Pastorino, sottraendo consensi al centrodestra che schierava Sandro Biasotti. Per Paita è quasi una storia che si ripete al contrario. “Se mi accusano di averlo aiutato vuol dire che posso candidarmi al Nobel per la pace – scherza -. Ricordo che Pastorino è la persona che la sinistra ha usato per far perdere me contro Toti, aiutando perciò la destra. Ma la politica dev’essere sganciata dalle ruggini e dall’acredine. Noi eravamo alternativi sia a Pastorino sia a Biasotti, lo eravamo anche nella sfida Cavo-Piccardo vinta dal centrodestra, entrambe sono scelte che non ci convincono”.

In quella storia ormai lontana, tra i “due litiganti” chi ha goduto è stato proprio Giovanni Toti. Mentre ieri, all’indomani del voto, il governatore ha dovuto fare i conti col risultato deludente di Noi Moderati, in Italia come in Liguria. “Sono stata io a fare appello a Toti perché si unisse al terzo polo, ma non ha voluto – ricorda Paita -. Poteva scegliere una strada diversa, non partecipare alle elezioni. Ha preferito un altro percorso e ha sbagliato clamorosamente. Ha fallito nel progetto nazionale e ha messo seriamente a rischio la tenuta a livello locale. Ora deve gestire un’operazione di rimpasto delicatissima mentre dovrebbe gestire la sanità anziché parlare di poltrone”. Ma c’è ancora la possibilità di convergere? “Noi saremo una casa aperta a coloro che storicamente hanno votato per Toti, che cercano un luogo democratico e riformista alternativo alla destra e al Pd che si allea con M5s e massimalisti. Toti deciderà del suo futuro avvinghiato ai sovranisti”.

Il terzo polo adesso “farà un’opposizione serrata molto netta e determinata – assicura Paita -. Io sono stata eletta nel Lazio ma ho tanta energia e forza che mi occuperò moltissimo anche della Liguria. La mia prima iniziativa sarà un giro molto profondo di tutti i Comuni liguri. Cominceremo ad ascoltare i bisogni dei territori, chi si è sentito solo e abbandonato dalle istituzioni”. Rixi ministro delle Infrastrutture? “La collaborazione con lui è stata un valore positivo per la Liguria, tuttavia sono molto alternativa a quel governo e alle sue scelte. Siamo su due sponde diverse, lavorare per lo stesso territorio non significa consociativismo. Il mio lavoro sarà fare opposizione”.

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