Accoglienza bianconera

L’Associazione Culturale Orgoglio Ingauno dà il benvenuto a Simone Marinelli: “Entusiasmo, rispetto e passione per la nostra Albenga”

"Pretendiamo di avere un rapporto con la società, perché non esistono presente e futuro senza sapere cosa c'era nel passato"

Generico luglio 2022

Immagini tratte dal libro “Albenga Calcio…una passione di padre in figlio…

Albenga. Amare la squadra della propria città, in qualunque categoria si trovi, è un segnale d’appartenenza importante.

Ma conoscere ogni dettaglio di storia, in questo caso 117 anni, è quasi fuori dal comune.

Ad Albenga si può. Una piazza tra le più affascinanti del ponente, che questa sera si appresterà ad accogliere il nuovo presidente, Simone Marinelli, seguita a cuore aperto da ben due gruppi di tifosi: la parte calda della Gradinata Sud, i più tranquilli dei Fedelissimi.

Ma non finisce qui. Proprio per un incondizionato amore ingauno, è stata fondata un’associazione che mira a conservare e tramandare la storia bianconera di generazione in generazione: l’Associazione Culturale Orgoglio Ingauno.

Tra le tante iniziative intraprese nel corso degli anni, il fiore all’occhiello rimane la fondazione del Museo presso Palazzo Oddo, con all’interno testimonianze via foto e oggettistica che ricordano l’Albenga che fu e che è. Poi la pubblicazione del libro “Albenga Calcio…una passione di padre in figlio…” scritto da Gabriele Patrucco, il presidente dell’associazione e giocatore bianconero da ben 16 anni.

Insomma, come si vive la propria squadra in territorio ingauno in poche altre realtà locali questo avviene. E infatti questi ultimi mesi sono stati vissuti con poca tranquillità dalla piazza, come testimoniano le parole all’unisono dell’intero gruppo:Ci sono stati alti e bassi, come su un’altalena, però sono maggiori i bassi. Il primo anno abbiamo accolto la famiglia Fantino-Colla con grande entusiasmo, senza pretendere nulla tranne stabilità economica, crescita in generale, non di categoria, costanza e tranquillità. La società ha speso molti soldi per creare una squadra molto forte, però nei due successivi le difficoltà sono state troppe e la conduzione non è stata lineare. Non è stato mantenuto nulla di quello che loro hanno promesso, non che noi abbiamo chiesto”.

Il rammarico è abbondantemente presente in questo discorso, ma anche la riconoscenza: Noi li ringraziamo per quello che hanno fatto di buono, però ci hanno deluso soprattutto da un punto di vista umano, con atteggiamenti alieni dal nostro pensiero e i nostri principi per vivere l’Albenga“.

Ora la presidenza è cambiata, ieri c’è stato il passaggio di consegna che ha ufficializzato l’approdo di Simone Marinelli. In città si respira grande entusiasmo, ma anche la volontà di mettere in chiaro i concetti fondamentali per una bella convivenza: “Come associazione chiediamo di essere trasparenti, sinceri e coerenti, rispettando le persone, la maglia e la storia dell’Albenga. Il nostro sogno è chiaramente quello di tornare in Serie D, ormai sono 32 anni dall’ultima volta e speriamo di arrivarci nuovamente col tempo. Gli auguriamo un buon lavoro, ma non saremo mai con le persone: saremo sempre con l’Albenga e con chi farà sempre il bene di questa società. Non si deve intendere questo in senso negativo, ma positivo e propositivo: basta bugie, profilo basso e cercare di fare più fatti che parole“.

Una richiesta molto chiara:Pretendiamo di avere un rapporto con la società, perché non esistono presente e futuro senza sapere cosa c’era nel passato. Ben vengano le iniziative al museo e le manifestazioni insieme, ci piacerebbe essere integrati con la società e, di conseguenza, integrarla nelle nostre iniziative“.

Condivisa all’unanimità la prima scelta dell’ex numero 1 del Savona di affidare la guida tecnica a Buttu, in fondo tra compaesani c’è sempre un certo feeling: “La gente vuole Pietro Buttu da tantissimi anni, Pietro Buttu vuole l’Albenga da tantissimi anni: finalmente questo matrimonio si è fatto. Lo abbiamo avuto tante volte da avversario e ha sempre avuto delle squadre tignose e volenterose, con un senso di appartenenza forte e un’unità d’intenti invidiabile. Noi crediamo che sia l’uomo giusto per incarnare il ruolo dell’ingauno vero, essendo nato ad Albenga e avendo giocato qui per 7 anni, anche in Serie D. L’anno in cui era militare si faceva dei viaggi infiniti per poter giocare con noi, quindi è proprio innamorato di questa piazza. Finalmente potrà esprimere tutto questo a casa sua, siamo felici di accoglierlo. Cercheremo di lasciare da parte alcuni suoi atteggiamenti non eccezionali sulla panchina del Finale, come quel gol con il portiere per terra al Borel con lui che esultava come un matto, negandoci in maniera perentoria la richiesta della rete del pareggio per il grave infortunio subito. Però questo fa parte del suo carattere sardo e forte, noi sappiamo che sarà il nostro valore aggiunto e non gli si deve insegnare niente: a lui verrà naturale coinvolgere l’ambiente con la sua passione per questi colori”.

Non resta che aspettare la presentazione di questa sera, alle 21 presso un’Annibale Riva che si preannuncia stracolmo di ingauni e non, tra cui i partecipanti di questa associazione dall’amore incondizionato. Ma attenzione alle sorprese, ci sarà un piccolo fuori programma non comune che saprà stupire.

 

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