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Spirits grand tour

La Vodka che cosa è e soprattutto attenzione a boicottare quella Russa

"Spirits Grand Tour" è un viaggio alla scoperta dei cocktails e spirits più emozionanti e coinvolgenti: persone, storie e sogni dietro la creazione dei preziosi nettari da degustare

Grand Spirit 2 maggio 2022

In questo periodo storico così grave per la guerra in essere, sento tantissime persone, sia clienti che operatori del settore, voler partecipare a iniziative di boicottaggio di prodotti russi, a partire proprio dalla Vodka.

Anche importanti testate giornalistiche riferiscono di interi Stati (soprattutto USA) che hanno deciso veri e propri boicottaggi governativi.

Senza voler entrare nel merito dell’efficacia di tali iniziative, a me preme specificare in questo articolo di NON SBAGLIARE prodotti e colpire aziende e marchi che nulla hanno a che vedere con la Russia!

Ma partiamo dall’inizio, ovvero dalla storia di questo distillato e dalla sua composizione.

Il merito va ai Mercanti Genovesi a portare alla corte degli zar i primi distillati, sicuramente a base di vino, vista la grande tradizione italiana. Una volta provato il distillato la nobiltà russa, capitanata dallo zar, intuì l’enorme profitto potenziale di una produzione di un’acquavite da loro creata e commercializzata; la scelta della materia prima ricadde su quei cereali che abbondavano nella steppa russa, segale e grano, accompagnati anche da patate e vino fatto arrivare dalla Crimea. La prima distilleria sorse in Polonia nel 1534 per opera di un erborista che utilizzava il prodotto della distillazione per conservare i preparati medici da somministrare ai propri pazienti.

Nel 1540 lo Zar Ivan il Terribile avviò la produzione ed il commercio delle bevande alcoliche sotto stretto controllo governativo, il giro economico che ne conseguì fu enorme e nel secolo successivo lo zar Pietro il Grande impose il commercio di Vodka in fusti da 12 litri tanta era la richiesta, nonostante l’alta gradazione del prodotto. Nel 1752 gli introiti derivati dalla tassazione sugli alcolici arrivarono a sfiorare il 40% del bilancio della corte degli zar. Anche Napoleone ebbe a che fare con la Vodka, durante la campagna di Russia, si vide costretto a sottrarre ingenti quantità di vodka per le sue truppe, pur di trovare un rimedio al nemico pìù grande che avesse mai incontrato, il “Generale Inverno”. Fino agli anni ’20 del secolo scorso la Vodka era confinata all’interno della cosiddetta “VODKA BELT” ovvero i confini dei tre paesi produttori, Russia, Polonia e i tre paesi scandinavi e solo dopo la rivoluzione bolscevica l’Europa poté conoscere realmente la vodka (o Wodka, se di produzione polacca). Questo fu possibile grazie alla fuga delle grandi famiglie della nobiltà russa che si videro sottrarre i loro terreni e privare del loro potere, così, per non essere arrestate o uccise, dovettero cercare riparo in Europa. Tra queste famiglie nobili ci fu anche quella “capitanata” dal conte Piotr Smirnov che, dopo una prima tappa in Turchia, costruì la sua distilleria in Polonia, ed infine si stanziò definitivamente in Francia nel 1925, dove cambiò anche nome, diventando Pierre Smirnoff, più adeguato alla società snob parigina.

La Vodka è quindi ottenuta da alcol di origine agricola ricavato per fermentazione da patate e/o cereali o da altre materie agricole per distillazione e rettificazione per raggiungere un gusto neutro, caratteristica propria di questo superalcolico.

Ad oggi la Vodka è prodotta in tutto il Mondo, quindi attenzione a boicottare Marchi che sembrano russi ma che russi non sono: vediamo alcuni esempi: se la Beluga, la Russian Standard, Eristoff, Moskowsjkaja, Stolicnaja e Five Lakes sono russe, secondo Drinks International, autorevole rivista di settore, tra le 10 marche più vendute del mondo nel 2020 solo due sono di vodka russa: Beluga e Russian Standard.

Ecco la lista completa:
– Ketel One – Paesi Bassi
– Grey Goose – Francia
– Absolut  – Svezia
– Belvedere – Polonia
– Stolichnaya – Dal 2003 il marchio Stolichnaya è stato soggetto di controversia tra i due principali distributori, SPI Group e Sojuzplodoimport. Il primo ha legalmente detenuto i diritti di successione a seguito di una privatizzazione, mentre il governo russo ritiene che la privatizzazione non sia mai stata pienamente attuata.
– Beluga – Russia
– Tito’s – Stati Uniti
– Russian Standard – Russia
– Wyborowa – Polonia
– Skyy – Stati Uniti

Anche Soyuz e Nemiroff suonano come nomi di vodka russa, ma sono ucraini.

Nemiroff, in particolare, è la distilleria più antica e più grande dell’Ucraina.

Alla resa dei conti, quindi, La Russia esporta solo una minima parte delle bottiglie vendute in tutto il mondo: secondo il Distilled Spirits Council la quota di mercato della Russia rappresenta poco più dell’1% della quantità in dollari di vodka importata negli Stati Uniti!

“Spirits Grand Tour” è un viaggio, a cura di Fulvio Santorelli, alla scoperta dei Cocktails e Spirits più emozionanti e coinvolgenti. Persone, storie e sogni dietro la creazione dei preziosi nettari da degustare. Clicca qui per leggere tutti gli articoli.

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