Allarme

Liguria alle soglie della zona arancione, fondazione Gimbe: “Si rischia il lockdown di fatto”

"Più che i dati sui contagi bisogna tenere conto del loro reale impatto sui ricoveri"

coronavirus

La Liguria è alle soglie della zona arancione secondo il report settimanale della fondazione Gimbe sull’andamento della pandemia in Italia pubblicato stamattina. La fotografia della situazione ospedaliera al 28 dicembre vede infatti il 18,7% dei posti letto in terapia intensiva e il 28,8% di quelli in area medica occupati da pazienti positivi. Secondo i dati dell’ultimo bollettino e quelli forniti da Agenas, ad oggi mancano 24 ricoveri in area medica e 6 ricoveri in terapia intensiva per raggiungere le soglie di rischio che sono rispettivamente il 20% e il 30%.

Zona arancione che andrebbe a cambiare ben poco, viste anche le nuove norme varate dal Governo che estendono il super green pass (solo per vaccinati o guariti) a molti aspetti della vita quotidiana, compreso il trasporto pubblico locale. Ma quello della fondazione Gimbe è un allarme generalizzato: “Indipendentemente dalla revisione della durata della quarantena – spiega il presidente Nino Cartabellotta – l’emersione di un numero così elevato di casi rischia di paralizzare il Paese con un lockdown di fatto, alimentando peraltro una narrativa distorta dominata dagli altisonanti dati dei contagi e non dal loro reale impatto su ricoveri, terapie intensive e decessi, oltre che su altri esiti di salute non dipendenti da Covid-19″.

In tutta Italia, tranne che nella provincia autonoma di Bolzano, si registra un’ulteriore impennata di contagi rispetto alla settimana precedente, “sia per l’aumentata circolazione sia per l’incremento del numero. L’incidenza resta molto alta nell’estremo Ponente ligure (nell’Imperise 763 nuovi casi ogni 100mila abitanti) ma sale anche nello Spezzino (525 nuovi casi ogni 100mila abitanti), nel Savonese (427 casi) e nella città metropolitana di Genova (392 casi). A guidare la classifica tuttavia sono alcune province lombarde (Milano 1.243, Lodi 1.158 casi, Monza e Brianza 1.023 casi).

Per questo la fondazione mette nel mirino soprattutto la “corsa ai tamponi senza regole”.

Secondo Cartabellotta, “in questa fase della pandemia caratterizzata dalla crescente circolazione di una variante estremamente contagiosa tra una popolazione per la maggior parte vaccinata, l’obiettivo primario è di contenere il sovraccarico degli ospedali spingendo al massimo su coperture vaccinali e richiami e limitare la circolazione del virus con mascherine e distanziamento”. L’eccesso di screening “anzitutto sovraccarica il sistema di testing dei tamponi molecolari, impedendo di testare con tempistiche adeguate chi ne ha realmente bisogno perché sintomatico o contatto di soggetto a rischio. In secondo luogo, il ricorso sregolato ai tamponi rapidi da parte di soggetti asintomatici contribuisce ad alimentare false sicurezze, vista la probabilità del 30-50% di falsi negativi. Ancora, l’aumento della domanda favorisce la speculazione e l’espansione del mercato nero con aumento dei costi e offerta di pericolose soluzioni low cost”.

L’aumentata attività di testing, tuttavia, è solo una delle determinanti della crescita dei nuovi casi: dalla seconda metà del mese di dicembre, infatti, si rileva da un lato una vera e propria impennata del tasso di positività dei tamponi antigenici rapidi (la media mobile a 7 giorni è salita dallo 0,8% del 14 dicembre al 2,8% del 28 dicembre) dall’altro un netto aumento del tasso di positività dei tamponi molecolari (la media mobile a 7 giorni è passata dal 9,5% del 14 dicembre al 15% del 28 dicembre).

Capitolo vaccini: la Liguria va meglio della media nazionale per immunizzati a ciclo completo (78,7% contro 78,1%) ed è allineata per popolazione con almeno una dose (81,3%). Ad aver ricevuto la dose booster è il 59% dei residenti, leggermente meglio del dato italiano (58,9%) che risente comunque di marcate differenze regionali (dal 45,2% della Sicilia al 68% di Valle d’Aosta e provincia autonoma di Trento).

A livello nazionale, Gimbe rileva che “nella settimana 20-26 dicembre il numero dei nuovi vaccinati è sceso a 201.180 (-27%) rispetto ai 275.641 della settimana precedente. Tuttavia, a fronte di 93.771 nuovi vaccinati nella fascia 5-11, crolla il numero degli over 12 (-47,5% rispetto alla settimana precedente). Dei 9,44 milioni di persone che al 28 dicembre non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino, 3,42 milioni appartengono alla fascia 5-11 anni che ha iniziato le somministrazioni solo da poco, mentre 2,34 milioni sono over50 ad elevato rischio di malattia grave e ospedalizzazione: uno zoccolo duro ormai difficile da scalfire”.

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