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La rubrica del camallo

Quattro passi a Borgio Verezzi, tra caruggi e De.Co.

"La rubrica del camallo", a cura di Luca e Valentina, è volta alla promozione e alla riscoperta del patrimonio naturale e culturale della Liguria

Rubrica Camallo 31 agosto 2021

Partenza dal parcheggio davanti al Comune di Borgio Verezzi
Sviluppo: 4 Km
Durata: 1,20 ore (esclusa pausa pranzo)
Dislivello: 170 mt
Difficoltà: E

Cari amici della rubrica del camallo, ciao!

Ogni settimana che passa e che pianifichiamo il prossimo articolo dell’appuntamento settimanale, immancabilmente ci accade qualcosa di entusiasmante!
Ci capita un nuovo contatto, un nuovo amico da conoscere, un’esperienza da vivere, qualche prelibatezza da gustare, insomma giusto perché, come si dice, in Liguria non c è mai niente da fare!
Con Vale ci interroghiamo sempre su quale esperienza sia più interessante raccontarvi ma non ne veniamo mai a capo perciò ve le proponiamo tutte!
Se avete curiosità o suggerimenti, scriveteci, saremo ben felici di ascoltarvi!

Siamo davvero orgogliosi che il nostro progetto abbia avuto tanto seguito in così poco tempo perciò supportateci seguendoci su instagram @_duezainieuncamallo_ e iscrivendovi al sito, è gratuito. Vi manterremo sempre aggiornati su ciò che stiamo organizzando.
Come sapete siamo autori dell’omonima rivista sui sentieri di Liguria. Ne approfittiamo per dirvi che abbiamo terminato l’edizione cartacea della nostra prima edizione, Due Zaini e Un Camallo – Liguria, tra terra e mare. Per chi fosse arrivato tardi è disponibile la versione online acquistabile sul sito www.duezainieuncamallo.com al costo di € 5,99.
Un modo, la rivista online, per raggiungere anche chi è più lontano ed essere “camallati” ovunque, basta avere uno smartphone!
Ora bando alle ciance, è tempo di camminare e.. gustare.

Oggi vi portiamo a Borgio Verezzi, alla scoperta di chicche golose tra i caruggi!
Abbiamo assaggiato per voi le tre De.Co.
Come dite? Cosa sono le De.Co.?
De.Co. è l’acronimo di Denominazione Comunale, un riconoscimento attribuito a prodotti e ricette tipiche del luogo, con lo scopo di valorizzare e promuovere un patrimonio di tradizioni, colture, aromi e lavorazioni che rappresentano qualcosa di unico sul territorio.

La rubrica del Camallo: quattro passi a Borgio Verezzi

Posteggiamo l’auto in via Valdemino nel parcheggio antistante la casa comunale ed è da qui che parte il nostro itinerario.
La prima De.Co. che incontriamo è giusto a pochi passi da dove abbiamo lasciato l’auto.

La rubrica del Camallo: quattro passi a Borgio Verezzi

Camminando verso l’ex centro sociale in direzione di via del municipio, svoltiamo a destra su di una breve scalinata che si immette in via San Sebastiano, seguiamo il profumo inebriante del pane appena sfornato.
Appena dietro l’angolo infatti, troviamo lo storico laboratorio dei Fratelli Bracco, nato nel 1922 e prossimo a festeggiare il centenario.

La rubrica del Camallo: quattro passi a Borgio Verezzi

Qui ad accoglierci c’è Claudio Bracco, panettiere nonché uno dei titolari e la mamma Teresa, la quale ha visto nascere la loro realtà fin dagli albori, quando i suoceri Mario e Maria iniziarono l’avventura.
Ci fermiamo a fare due chiacchere con loro che si dimostrano molto felici e disponibili di raccontarci la loro storia.Noi li ascoltiamo con attenzione immedesimandoci nei loro predecessori durante, un tempo, quello tra le due guerre mondiali, in cui non era sicuramente facile lavorare.
Trasferitosi dal basso Piemonte nel primo dopoguerra e giunto ad Albenga come garzone, Mario Bracco (il nonno di Claudio) aprì la bottega (l’attuale laboratorio) a Borgio Verezzi nel 1922 dove con la moglie sfornava e vendeva il pane e alcuni generi alimentari.
Negli anni ’70 la famiglia e in particolare i nipoti, Claudio, Sergio e Paola, trasferirono l’alimentari/panetteria F.lli Bracco in via Matteotti (dov’è tutt’ora) e la vecchia rivendita divenne parte integrante del laboratorio dove vengono preparate ancora oggi tutte le loro specialità.

La rubrica del Camallo: quattro passi a Borgio Verezzi

Tra dolci e lievitati (tra cui il pane del sabato fatto a forma di chiocciola simil pasta dura) è sicuramente degna di nota la torta dolce di zucca, insignita della Denominazione Comunale in qualità di eccellenza locale. La signora Teresa, dai vispi occhi azzurri e dal viso buono come buono è il pane, ci racconta di quando sotto le festività natalizie le persone facevano la fila per cuocere la propria torta di zucca nel loro forno, contrassegnando con simboli diversi, la propria teglia per poi poterla riconoscere. Noi ce ne prendiamo un bel pezzo e, seguendo Via San Sebastiano, continuiamo il nostro percorso girovagando per il borgo antico di Borgio. Notiamo 16 murales che raffigurano personaggi ed attività realmente esistite nel borgo recentemente dipinti dall’artista Mario Nebiolo. Ci incuriosisce il murales “U Pistu da Cuncessa” che vede raffigurata un’anziana signora solita a preparare il pesto seduta fuori casa. Passiamo poi per via XX Settembre, tenendo la sinistra, per poi attraversare Via Staricco prima (no, non è la via della Vale, ci manca ancora che le dedichino una strada) e via Torracchette poi.

La rubrica del Camallo: quattro passi a Borgio Verezzi

Un susseguirsi di lastricato a ciottoli e asfalto per compiere, in rigorosa salita, un anello attorno alla chiesa di San Pietro Apostolo (vale la pena farvi un giro all’interno). La chiesa domina il centro storico del paese e Vale mi racconta essere stata costruita sopra i resti dell’antica fortezza romanica di cui rimane visibile solo uno dei quattro torrioni a guardia del forte.
Continuiamo per via Acquedotto passando davanti casa della Vale, nonché Agriturismo A Carruba Du Bungiurnu, che gestisce con la sua esuberanza ormai da 5 anni.

Intenta a curare il giardino, salutiamo Anna, la simpatica mamma di Vale.
Da quando le ho dato dell’anziana signora, il nostro rapporto (Camallo – anziana signora) è sfociato in un affettuosissimo sfottò continuo perciò anche stavolta non perdiamo occasione di stuzzicarci e ridere insieme.

Procediamo dritti su via Acquedotto passando davanti all’omonimo parco pubblico, caratterizzato dalla presenza di alcune sculture in pietra di Verezzi sempre a cura dell’artista Mario Nebiolo, e di una cisterna in cemento al centro.
Un punto panoramico, la pineta del parco dell’acquedotto, dove un tempo era locato uno degli antichi lavatoi di Borgio.
Sulla curva a gomito che segna l’inizio di via acquedotto, proseguiamo dritti in leggera salita seguendo le indicazioni per il sentiero geologico. Dopo pochi metri ignoriamo il sentiero natura sulla destra e andiamo dritti.
L’unico bivio importante che vedremo lungo il tragitto è quello che indica sulla sinistra il sentiero rurale soprannominato anche “Via dei Ciappin” e sulla destra, quello che sceglieremo, il sentiero geologico. Poco meno di 20 minuti e raggiungiamole alture di Verezzi, precisamentevia Roccaro.

La rubrica del Camallo: quattro passi a Borgio Verezzi

Una volta superata l’antica chiesa della borgata, svoltiamo a sinistra per raggiungere l'”Agricola Verezzi” ex agriturismo ” Ca du Gregorio” dove viene coltivata la cipolla di Verezzi, seconda De.Co. del percorso. Ad attenderci c’è la signora Ivana Locatelli che con il marito Giampaolo Pisano coltivano con passione ed entusiasmo questa eccellenza. Le caratteristiche principali della cipolla sono la forma schiacciata e il colore rosato, il sapore dolce e il profumo non troppo intenso. Presenta qualità organolettiche che la rendono pregiata e adatta a molteplici preparazioni. Viene seminata e coltivata in modo tradizionale seguendo i dettami storici dei contadini verezzini. Da ricordare è sicuramente la nota che il famosa chef Gualtiero Marchesi le ha dedicato suggerendone “il consumo crudo, oppure per unirsi a piatti freschi di verdure per aggiungere vivacità o in torte dolci come una tatin di cipolle”.
Un impiego che la valorizza, a nostro avviso, è sulla focaccia. Quella fatta da Vale poi è davvero una bomba! Qui gioco facile, mentre scrivo infatti, ne sto mangiando un pezzo. Io. E voi no, mi spiace ma che volete farci, ci sarà pur qualche vantaggio ad esserle amico!

Ripercorriamo un pezzo di via Roccaro per giungere nella borgata Piazza di Verezzi attraverso una mulattiera sulla cui sinistra troviamo un antico lavatoio e a destra il magnifico panorama sul golfo.
Il top lo si raggiunge in piazza Sant’Agostino ai piedi della chiesetta dedicata al Santo patrono dei teologi. Una piazza affacciata sul paradiso, a cui il poeta Camillo Sbarbaro ha dedicato la famosa “postilla a Verezzi”.

La rubrica del Camallo: quattro passi a Borgio Verezzi

Continuiamo su via Roma fino a raggiungere la piazza su cui si affaccia l’Antica Società. Qui ha sede la storica società di mutuo soccorso “Concordia” di Verezzi fondata nel 1893. In quel tempo Verezzi viveva per lo più sull’estrazione della sua pietra pregiata dalle cave poste sul promontorio. Sorsero ben presto osterie per il ristoro dei minatori e, data la necessità di assistenza ai lavoratori stessi (in cava i feriti erano all’ordine del giorno), nacque l’esigenza di associarsi per aiutarsi a vicenda. “A Suciete” come la chiamavano i Verezzini, ha rappresentato e rappresenta l’identità stessa dell’antico borgo ligure. Per raccontarvi della terza delle De.Co., le lumache alla verezzina, non potevamo ignorare la storia di questa associazione che ha dato e da ancora molto al paese.

La rubrica del Camallo: quattro passi a Borgio Verezzi

Organizza tutt’ora infatti la famosa sagra della lumaca che si tiene ogni anno il 13 e 14 agosto nella piazza antistante l’Antica Società. Qui io, non Vale che invece è vegetariana, da anni gusto le famose lumache alla verezzina fatte a dovere dai volontari della “Concordia”.
Si tratta di un’antica ricetta locale che consiste nel preparare un trito con capperi, acciughe, pinoli, mandorle, nocciole ed erbe aromatiche, unito alle lumache vignarole autoctone, mescolando il composto di tanto in tanto e facendo rosolare delicatamente. É necessario coprire i gusci con brodo di carne, da lasciare consumare a fuoco lento. Il processo di per se’ è molto lungo, nel complesso parliamo di una cottura di circa sei/sette ore.
Ovviamente immancabile l’accompagnamento con un buon bicchiere di vermentino fresco.
Noi abbiamo scelto un “Soffio di Ponente” Riviera Ligure di Ponente Vermentino DOC dell’Azienda Agricola Dell’Erba, dell’entroterra di Albenga, città del vino. Per chi, come me non vuole aspettare solo agosto per gustare le lumache può fare un salto nella vicina osteria “A Topia” dove sono in carta dall’apertura del locale, ben 38 anni or sono.

La rubrica del Camallo: quattro passi a Borgio Verezzi

Felici e stupiti di aver incontrato in un così breve tratto tante eccellenze, ritorniamo su via Roma e, davanti all’Opificio di Verezzi, svoltiamo su Via San Giuseppe, per un centinaio di metri, fino ad incrociare il “Sentiero Cultura” che, per via delle Sevore prima, e via Trento e Trieste poi, ci riporta all’auto passando davanti all’ingresso alle Grotte di Borgio Verezzi (Visita assolutamente consigliata e che noi abbiamo fatto con la piccola Carolina, trovate i riferimenti sulla nostra rivista).

“La rubrica del camallo” è a cura dell’associazione culturale “Due Zaini e Un Camallo” di Luca Riolfo e Valentina Staricco, volta alla promozione e alla riscoperta del patrimonio naturale e culturale della nostra regione, la Liguria. Seguici su instagram @_duezainieuncamallo_: clicca qui per leggere tutti gli articoli.

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