Rovescio della medaglia

Coronavirus in Rsa e Rp, Gengo (Cooperarci): “Gli operatori piangono vedendo i ‘loro’ anziani morire”

“Attacchi quotidiani, spesso ingiustificati. Gli esperti diranno dopo se ci sono state responsabilità e da parte di chi”

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Regione. Coronavirus e Rsa-Rp. Un binomio divenuto nostro malgrado sempre più di stretta attualità, con diverse residenze e strutture colpite duramente dal Covid-19 in tutta Italia e, nello specifico, anche in Liguria, dove sono decine e decine gli anziani deceduti e risultati positivi.

Una situazione che ha dato vita a numerosi attacchi su più fronti, contro il Governo, la Regione, Alisa e i vari Comuni ma, anche e soprattutto, nei confronti di chi le strutture le gestisce e degli operatori che vi lavorano. Attacchi in gran parte “ingiustificati”, almeno secondo Laura Gengo, presidente di Cooperarci Savona e ospite, questa mattina, di una diretta su IVG.it (visibile qui sotto) relativa proprio al mondo della cooperazione e al suo futuro, a breve e lungo termine.

“Rsa e Rp, – ha esordito Gengo, – non sono strutture prettamente sanitarie e non hanno un’organizzazione interna di tipo ospedaliero. Ma abbiamo la fortuna, in provincia di Savona, di avere tante strutture che hanno sempre funzionato bene e che continueranno farlo. Questa è stata una crisi eccezionale, senza precedenti”.

“La data fatidica è stata quella dello scorso 23 febbraio, quando, attraverso le comunicazioni di Governo e Regioni, abbiamo iniziato a capire davvero che era aperta la crisi Coivd-19, soprattutto nell’ambito delle strutture per anziani, dove l’attenzione doveva essere ancora maggiore”.

“Il documento aveva limitato l’accesso ai parenti, uno per ospite, per delimitare l’affollamento nelle strutture. Siamo entrati nel mese di marzo con difficoltà enormi e con pazienti anziani che hanno una certa età e una certa gravità di salute e che, in questi mesi, abbiamo scoperto essere le persone maggiormente colpite dal virus, come dimostrano numeri e statistiche”.

“Per quanto riguarda i dpi, va detto che alcune delle numerose strutture li hanno sempre avuti, dovendo trattare talvolta infezioni e simili. Guanti, alcune mascherine e trattamento per ossigeno c’erano già, ma il problema sono la quantità e la modalità di utilizzo. Tutte le strutture hanno iniziato ad ordinare subito materiale specifico, che siamo però riusciti a procurarci, complici i problemi ben noti, solo intorno alle metà di marzo. E parlo di tute, sovrascarpe, elmetti con visiere e occhiali protettivi”.

“Hanno poi iniziato ad arrivare i vari contributi, ma nel frattempo si sono ammalati gli operatori. Oggi vediamo attacchi continui contro le Rsa e le Rp. Ma i nostri operatori piangono durante il giorno per il lavoro che stanno svolgendo, per la fatica e per il fatto di vedere, in tante occasioni, i ‘loro’ anziani che stanno male o stanno morendo. Questo virus ha colpito tutti. Noi abbiamo adottato le stesse regole in tutte le strutture: alcune sono rimaste ‘Covid free’, mentre altre sono state più colpite. Dovranno poi essere gli esperti a stabilire se ci sono state responsabilità e da parte di chi”.

“L’attacco generalizzato non lo trovo giusto: bisogna andare nella direzione di cercare di capire, ma non con atti di accusa che servono solo a far perdere tempo. Qualcuno avrà commesso errori, ma io non sono un giudice e non spetta certo a me giudicare. Si è trattato si una situazione straordinaria. E oggi, lo ricordo, mancano gli operatori: tanti sono malati, così come gli infermieri. Abbiamo bisogno di questi supporti essenziali”, ha concluso Gengo.

Ma oltre alla situazione specifica delle Rsa e delle Rp, la diretta di IVG.it (che riproponiamo qui) è servita per fornire anche uno spaccato sulla situazione generale del mondo della cooperazione, con interventi di Alberto Isetta, rappresentante del “Forum del Terzo Settore”, Riccardo Viaggi, rappresenta Confcooperative, e Gaetano Merrone di “Progetto Città”.

“Si tratta di un momento complicato per tutti i cittadini e anche per chi lavora nel mondo della cooperazione e delle associazioni, – ha affermato Isetta. – Molti servizi sono stati sospesi o interrotti: mancano la relazione di aiuto e dialogo su cui si basa il nostro lavoro. Ed è forte la preoccupazione anche dal punto di vista personale per chi lavora”.

“La situazione è complessa e non solo per il sociale, ma anche per tutti gli altri settori legati al mondo della cooperazione, – ha aggiunto Viaggi. – Tutte le cooperative vivono con timore il futuro. Le cooperative legate alla prima infanzia sono probabilmente quelle che affrontano le maggiori difficoltà in relazione al futuro. Altre vanno avanti, ma hanno difficoltà in termini di ricavi e non solo”.

“I nostri operatori non si sono potuti permettere di andare in lockdown operativo perché le problematiche, in questa fase, si sono moltiplicate, – ha dichiarato Merrone. – È un disastro, ma siamo chiamati tutti a reagire. Sicuramente è difficile tenere sul piatto tutti gli elementi: il nostro mondo dal punto di vista retributivo non vive certo nell’agio e l’aspetto economico degli operatori fermi è importante. L’area dei nidi è sicuramente una di quelle che avranno più difficoltà, ma la stessa situazione riguarda anche tutta la fascia legata, ad esempio, ai servizi estivi: sarà un problema per noi e la cittadinanza. Indispensabile che tutti, noi e le amministrazioni in primis, ci facciamo trovare pronti”.

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