Analisi

Enpa all’attacco: “La Regione abbassa le tasse ai pescatori sportivi: uccidere per divertimento non è uno sport”

"Azzerare la tassa sulla caccia per il primo anno ai giovani che si avvicineranno a questo 'sport è un provvedimento illegale"

Pesca Sportiva

Liguria. “La Regione abbassa le tasse. Naturalmente non è vero ma vorrebbe, ovviamente solo per la categoria di suoi superprotetti: cacciatori e pescatori”. Lo affermano, polemicamente, i rappresentanti della Protezione Animali savonese.

“Intanto ha già deliberato di azzerare la tassa sulla caccia per il primo anno ai giovani che si avvicineranno a questo ‘sport’, un provvedimento comunque illegale perché le Regioni non possono azzerare una tassa nazionale; che Enpa spera sia impugnato davanti alla Corte Costituzionale dal ministro dell’ambiente M5S. Ora, a cura di due consiglieri della maggioranza si vorrebbe ‘scongiurare l’istituzione di un contributo da 10 a 100 euro a carico dei pescatori sportivi e ricreativi, prevista da un emendamento alla Legge di Bilancio attualmente in discussione alle Camere’”.

Le motivazioni, secondo la Protezione Animali savonese, sono “esilaranti”. “La pesca sportiva è una passione sana, consente una fruizione genuina del nostro mare e del nostro paesaggio”. Ed inoltre è ‘un’attività praticata da milioni di persone in tutta Italia, di cui 160 mila in Liguria. È una pesca non invasiva’. Ma se è praticata da milioni di persone forse non è così ‘non invasiva’, se la matematica non è un’opinione. I due consiglieri si erano già attivati in difesa, sempre per i pescatori sportivi ‘a difesa della pesca col palamito’, uno strumento professionale con cui si catturano centinaia di animali e che non ha nulla di ‘sportivo’ e danneggia pesantemente, oltreché il mare, i pescatori professionali che sulla pesca vivono, favorendo la vendita illegale a ristoranti collusi”.

“I due consiglieri forse non sanno, o non vogliono sapere, che, secondo tutti gli organismi scientifici del settore ‘il 33 per cento degli stock ittici è sottoposto a sfruttamento eccessivo, soprattutto nel Mediterraneo, e viene sfruttato al suo limite massimo oltre il 60 per cento’. Ed in questa situazione uccidere altri pesci per ‘divertimento’ è un comportamento a dir poco incosciente”.

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