Non solo vittime

Violenza sulle donne: ad Albenga nasce una linea telefonica anche per gli uomini

Il progetto si chiama "So-stare nel conflitto" ed è avviato da amministrazione comunale in collaborazione con l'associazione A.I.E.D

Simona Vespo Assessore Albenga

Albenga. “So-stare nel conflitto”. E’ il nome del progetto avviato dall’amministrazione comunale di Albenga in collaborazione con l’associazione A.I.E.D..

“So-stare nel conflitto (il termine è stato coniato da Daniele Novara) si propone come principale obbiettivo quello di prevenire la violenza di genere in tutte le forme, nelle relazioni familiari e di coppia, ciò evita che si creino dei conflitti latenti o che i conflitti già esistenti diventino sempre più gravi, aiuta ad uscire da questo problema tutti i soggetti coinvolti nella relazione violenta, vittime ed abusanti, a partire dal riconoscere le problematicità insite nella relazione” spiega l’assessore comunale alle politiche sociali Simona Vespo.

Una delle particolarità del progetto è che ci sarà una linea telefonica destinata agli uomini: “Nell’ottica dell’aiuto e sostegno rivolto a tutti i componenti della famiglia è fondamentale prestare attenzione alla persona attrice della violenza sia donna che uomo. Importantissima una formazione gestionale dei sentimenti iracondi soprattutto nell’uomo a questo scopo è stata istituita da questo assessorato una linea anonima per instaurare un primo approccio con il violento che intende farsi aiutare e costruire un percorso di recupero insieme con i professionisti” spiega l’assessore Vespo.

“Se ti rendi conto di scaricare la rabbia in casa, di avere reazioni violente con tua moglie, la tua compagna o con i tuoi figli chiama il numero 800126437 o scrivendo a aied@comune.albenga.sv.it verrà fissato un appuntamento per poter iniziare il percorso. Possono chiamare sia l’interessato che il partner per segnalare il problema” concludono dall’assessorato del comune di Albenga.

“‘E’ stato solo uno schiaffo, lo fa perché mi vuole bene, è colpa mia perché non sono una brava moglie e madre’ sono le scusanti con cui le donne perdonano il loro compagno, dopo una violenza subita. Ma attenzione dopo la prima, seguirà una seconda volta, una terza e così via, fino a quando lei lo troverà normale. Eppure bisogna fare attenzione questi sono i primi Campanelli di Allarme di un Comportamento Aggressivo. Non è così facile riconoscere immediatamente quei segnali silenziosi e pericolosi. Ascoltando le donne vittime di varie forme di violenza, si scopre che l’uomo durante la vita di coppia è sempre stato un po’ collerico intollerante e sospettoso. Un partner che alza la voce, è ossessionato dal timore di perdere il controllo delle persone e delle situazioni ed è prepotente, insulta è aggressivo psicologicamente questo dovrebbe far alzare le antenne ,ma non sempre si ha la il coraggio di pretendere stima e rispetto dalle persone con cui si vive e molto spesso si lascia perdere e questo interloquire diventa normale” osserva l’assessore Vespo.

“Anche l’uomo ‘leggermente violento’, quello che si limita ad insultare, o ha solo un atteggiamento prepotente e aggressivo psicologicamente non si riconosce in certe rappresentazioni, così non prendono posizione E poi smettiamo di pensare che il violento è per forza un criminale: a volte può essere persino colui che piace alle mamme e alle donne, veste in giacca e cravatta e fa un lavoro prestigioso. Ci sono persone che tengono tutto dentro, non esprimono al partner le loro emozioni negative per poi esplodere inaspettatamente.La comunicazione tra la coppia è fondamentale la chiusura verso l’altro è uno dei primi campanelli d’allarme da non sottovalutare, il muro del silenzio è dannosissimo. Chi ti umilia,ti critica continuamente,ti offende, usa un linguaggio offensivo, non ti dà la possibilità di parlare,non si scusa mai, non ammette mai i propri errori, e sfuggente è da allontanare. Chi viene picchiata rifiuta di immedesimarsi in una vittima, prendere consapevolezza di vivere vicino ad uomo violento non è facile, ma bisogna avere coraggio, allontanare la paura della solitudine parlarne con un’amica,col medico di famiglia, con le assistenti sociali, con professionisti dei centri anti violenza, con le Forze dell’ordine ma parlarne- denunciare, l’isolamento rende la donna più debole. In aumento purtroppo sono i rischi di discriminazione e violenza vissuta dalle Donne con disabilità. Il rischio di subire stupri è più che doppio per le donne con disabilità il 10% rispetto al 4,7% e i rischi aumentano in caso di stalking il 21,6 % delle donne con disabilità hanno subito comportamenti persecutori contro il 14% delle altre donne ( ISTAT), non dobbiamo dimenticare anche le persone anziane anch’esse, purtroppo, vittime di situazioni violente familiare molto spesso causate da crisi economiche o,perdita del lavoro di un congiunto” conclude Simona Vespo.

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