Liguria. Gli speleosoccorritori del Piemonte e della Liguria nel weekend appena trascorso hanno sperimentato un rivoluzionario sistema di trasmissione dati – sviluppato dalla Commissione Tecnica Speleologica nazionale – nell’Abisso Arrapanui presso la Conca delle Carsene in Valle di Pesio, Cuneo.
Da oggi, i tecnici del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) hanno quindi a disposizione un nuovo strumento per soccorrere gli infortunati in grotta, nelle cavità artificiali e in tutti gli ambienti sotterranei.Nelle viscere della terra, infatti, non è possibile usare telefoni o ponti radio per coordinare le operazioni di tutte le squadre all’interno con i direttori delle operazioni e il personale di supporto all’esterno. Per questo, in caso di incidente, una apposita squadra comunicazioni entra subito dopo quella di primo soccorso che raggiunge l’infortunato nel minor tempo possibile per portargli i primi aiuti e valutarne le condizioni mediche.
I tecnici responsabili delle comunicazioni stendono un doppino telefonico, a volte per chilometri, collegando il punto in cui si trova il ferito con l’ingresso grotta e quindi con il campo base dove si trova la direzione delle operazioni. A questa linea – di importanza vitale – si collegano tutte le squadre di soccorso e quelle dei tecnici attrezzisti che dovranno predisporre i dispositivi di recupero su corda che permetteranno l’evacuazione del ferito.
Dal 15 al 17 settembre, L’Abisso Arrapanui è stato teatro di questa importante esercitazione della I Delegazione Speleologica del Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese e della XIII Delegazione Speleologica del Soccorso Alpino e Speleologico Ligure sotto la supervisione della Commissione Tecnica Speleologica nazionale. Tutte e tre le strutture sono parte integrante del CNSAS.
I soccorritori hanno potuto sperimentare queste nuove tecnologie di trasmissione dati durante la simulazione di un intero intervento di soccorso e evacuazione di uno speleologo infortunatosi in profondità nell’abisso. Le operazioni si sono svolte senza interruzioni per tre giorni.
Grazie alle nuove tecnologie a disposizione, il sanitario del CNSAS, che seguiva il ferito, ha potuto comunicare e inviare fotografie e filmati in tempo reale mostrando le condizioni dell’infortunato, i dati biometrici e le manovre di soccorso effettuate direttamente all’equipe medica ed ai coordinatori dell’intervento al campo base.
Il CNSAS – tramite la Commissione Tecnica Speleologica nazionale – sperimenta e sviluppa in proprio le più moderne tecniche ed attrezzature di soccorso provandole sul campo in esercitazioni ed interventi reali per assicurare la massima efficacia e rapidità negli interventi di soccorso di infortunati in ambiente ostile.