Pianeta giallorosso

Sebastiano Molinari, lo “zar” del Finalerisultati

Difensore dal grande carisma... dopo la sconfitta col Savona, ha twittato "riconoscere la sconfitta è la prima tappa della vittoria"

Finale Ligure. “Ogni traguardo è un nuovo punto di partenza…” il pensiero del grande Paolo Maldini non si differenzia di molto da quello di Sebastiano Molinari, difensore e “zar” del Finale, grandi doti fisiche e mentali, che lo portano ad essere un leader e un punto di riferimento della difesa. I suoi compagni di reparto nutrono stima e fiducia nei suoi confronti, mentre agli avversari incute timore e rispetto.

Il calcio moderno prevede che un giocatore sappia districarsi in più ruoli ed ecco che Molinari, pur prediligendo il ruolo di difensore centrale, riesce a giocare, con ottimo rendimento, in tutte le posizioni della difesa: “Si va verso l’estinzione del ruolo specifico… oggi a noi giocatori viene richiesto eclettismo e adattabilità… bisogna saper fare tutto e bene”.

Dopo la sconfitta di Savona, hai twittato che ‘riconoscere la sconfitta è la prima tappa della vittoria’…

“Si, ne sono convinto… la sconfitta, nello sport come nella vita, è un momento doloroso, ma utile perché permette di crescere e maturare, per poter poi affrontare e vincere in altre occasioni”.

Il Finale, ad oggi, sta giocando un ottimo campionato… siete settimi (ex equo con Ligorna e Montecatini)… Quale è il vostro segreto?

“Il nostro spogliatoio è sano, unito… in noi c’è tanta voglia di arrivare ad ottenere risultati importanti, di stupire, di non accontentarci mai. Il mister ci motiva e sprona come pochi, la società è organizzatissima, il paese ci segue con amore e passione… tutto ciò ci porta ad esprimerci al top”.

Pur essendo giovane (classe ’93), hai già esperienze importanti alle spalle, che ti hanno consentito di vincere tre campionati di Eccellenza con Sestri Levante, Vado e Finale. Adesso sei al terzo campionato di Serie D, come si affrontano mentalmente le insidie e le difficoltà di un torneo che si avvicina più al professionismo, che al dilettantismo?

“Oltre alle doti tecnico/tattiche, che sono la base per giocare a questi livelli, è fondamentale l’aspetto caratteriale, l’impegno assiduo e costante negli allenamenti, la voglia di sacrificarsi per arrivare più in alto possibile”.

Tra i tuoi compagni di squadra quale è il giovane che ti ha impressionato maggiormente?

“Nel Finale ci sono tanti giocatori bravi… se devo fare un nome, senza fare torto a nessuno, credo che Gianmarco Basso (ndr, classe ’99) sia un giocatore dalle grandi potenzialità… per lui prevedo un futuro calcistico importante”.

Nel prossimo turno riceverete la visita del Montecatini, che – come voi – ha diciannove punti. Siete consapevoli che una vittoria vi permetterebbe di affrontare le partite, che mancano al termine del girone di andata, in una condizione psicofisica ottimale?

“Ogni partita è una storia a se… come sempre andremo in campo per imporre la nostra idea di gioco e poi… vincere al Felice Borel ha sempre un sapore tutto particolare”.

Cosa farai da grande?

“L’obiettivo immediato del nostro gruppo è quello di consentire al Finale di restare in Serie D, una categoria riconquistata dopo oltre cinquant’anni. Per quanto mi riguarda, darò il 200% per provare a salire di categoria… vorrei riuscire a provare a misurarmi a livello professionistico”.

Ecco dove sta la grandezza dello “zar” del Finale… sapere che la ‘forza di volontà’ non è altro che un muscolo da allenare!

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