Tentativo

Borghetto, le ex scuole Fasce di nuovo in vendita

il Comune ha deciso di tentare la via della trattativa privata

Borghetto Scuole Fasce

Borghetto Santo Spirito. Le ex scuole di via Fasce è di nuovo in vendita, ma stavolta senza aste. Dopo i tre bandi andati deserti (il primo a settembre del 2013 e gli altri due a febbraio e a luglio dello scorso anno), per la cessione dell’immobile che si trova alle spalle del centro storico e al confine con il monte Piccaro stavolta l’amministrazione del sindaco Gianni Gandolfo ha deciso di tentare la via della trattativa privata e perciò ha lanciato un “avvisto esplorativo di manifestazione di interesse” per individuare eventuali acquirenti.

L’ex edificio scolastico occupa circa 350 metri quadri, per un volume di duemila e 500 metri cubi, ai quali vanno aggiunti i mille e 806 metri quadri di parco che lo circondano. L’acquirente che si aggiudicherà la trattativa (qualora dovesse esserci) potrà demolire e ricostruire l’edificio riconvertendolo ad uso residenziale con un premio di volumi pari al 35 per cento di quello attuale.

Il nuovo palazzo che sorgerà ai piedi del monte Piccaro avrà tre piani e sarà composto da dodici appartamenti di superficie variabile, diciassette box interrati e tredici cantine.

La base d’asta era di 900 mila euro, ma in occasione delle due aste andate deserte questa è stata ribassata prima del 10 e poi del 20 per cento. Con la trattativa privata la cifra potrebbe essere ulteriormente ritoccata.

Il denaro ricavato dalla vendita servirà a finanziare molte opere pubbliche attualmente in fase di ultimazione o ancora da avviare e diversi altri interventi sul territorio di varia natura.

Le ex scuole Fasce vengono regolarmente inserite nell’elenco dei beni comunali “alienabili”, cioè vendibili per fare utile. Anche per questo il Comune spera di ottenere dalla vendita il maggior ricavo possibile. I molti tagli ai trasferimenti voluti dal Governo e l’impossibilità di accendere altri mutui a causa dei tanti già attivati in passato hanno complicato non poco il bilancio dell’Ente borghettino e quindi hanno reso fondamentale ogni tipo di introito, specialmente quelli provenienti dalle alienazioni.

Al di là di questo aspetto, la vendita delle scuole rappresenta l’ennesimo capitolo di una controversa vicenda che va avanti da alcuni anni e che ha visto il suo culmine nel 2012, quando la decisione di mettere in vendita l’edificio da parte dell’ex amministrazione di Santiago Vacca aveva scatenato le proteste di tanti cittadini.

A marzo del 2013 fa ben duecentosette di loro avevano anche sottoscritto la raccolta-firme organizzata dai membri del gruppo “Risolleviamo Borghetto” per chiedere all’allora primo cittadino di annullare la vendita e di riconvertire l’ex istituto scolastico per fini sociali. Ma questa ipotesi (peraltro già presa in considerazione e già messa in atto in precedenza) era stata scartata a causa della scarsa accessibilità dell’edificio, gli unici accessi del quale si trovano al termine di una lunga scalinata e su una strada piuttosto ripida e piena di curve.

Tra i contrari alla vendita c’era anche la lista civica “Noi per Borghetto” guidata dal sindaco Gandolfo, il quale ai tempi sosteneva come “le ex scuole devono restare di proprietà dei cittadini. Possono rappresentare un valido punto di partenza per la rinascita del centro storico: l’edificio e il terreno circostante insieme all’ex asilo di via Marexiano potrebbero ospitare un polo comprensoriale strettamente collegato al centro e destinato ad attività produttive, culturali e artistiche”.

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