Quanto mi costi

A 80 anni chiede un prestito in banca e si trova a pagare il 30% di interessi

La storia arriva da Albenga. A scoprirlo il figlio, 6 anni dopo: a un ultraottantenne l'istituto di credito ha concesso un finanziamento con il metodo della cessione del quinto, ma per via dell'assicurazione legata all'età ha raggiunto interessi da capogiro

Varie 14

Albenga. Solo poche settimane fa avevamo raccontato la storia di “Mario”, il disoccupato di Albenga al quale la banca chiedeva 990 euro di rimborso spese per le copie delle quietanze di pagamento del proprio mutuo, necessarie per presentare un ricorso e bloccare la messa all’asta di casa sua.

E sempre la città delle due torri è protagonista della nuova “storia di banche”. Questa volta protagonista suo malgrado è Ottavio (nome di fantasia), un 87enne che nel 2009 ha contratto un finanziamento da 12.500 euro lordi con il meccanismo della cessione del quinto della pensione. L’uomo versa al momento in cattive condizioni di salute, e negli scorsi giorni il figlio ha iniziato a “fare ordine” tra le carte del padre come purtroppo tristemente accade quando bisogna mettere in conto che una vita possa terminare.

Tra i documenti, però, il figlio di Ottavio ha trovato un documento di sintesi di quel finanziamento, sul quale è riportata una cifra sconcertante: il Taeg, secondo il documento inviato dalla banca, sarebbe addirittura del 30,36%. Un tasso ovviamente ben al di sopra di qualsiasi soglia antiusura.

A rendere pubblica la vicenda è Giorgio Brondi, presidente del Movimento Difesa del Cittadino di Finale Ligure: “Il figlio si è rivolto a me per capire in che modo si possa essere arrivati a quel tasso (il Tan, infatti, è “solo” del 4,6%, ndr). Al momento della firma il tasso soglia era del 12,7%, oltre il quale ci troviamo di fronte a un tasso ultralegale”.

“Il punto è che quella percentuale non è frutto di un mio calcolo, magari fatto sommando il tasso di mora all’interesse corrispettivo per arrivare alla cifra più alta possibile – attacca Brondi – ma è calcolato direttamente dalla banca, e inserito in un documento firmato da loro”. Un documento che Brondi non esita a definire “pazzesco”, con parole durissime: “E’ un atto criminale, che mi ha anche un po’ sorpreso perché, se vuoi fare una cosa non legale, di solito la fai in modo più intelligente…”.

Di tutt’altro avviso però l’interpretazione di Unicredit, la banca che ha emesso il finanziamento: “Il tasso del finanziamento di per sé è basso, il 4,6% – rileva l’Ufficio Territorial Media Relations – un Taeg così alto è con tutta probabilità dovuto all’assicurazione”. Un prestito, spiegano, è tanto più rischioso quanto più la persona è avanti con gli anni (e rischia quindi di non vivere fino all’estinzione del debito). Ottavio ha stipulato un prestito a 81 anni della durata di 108 mesi, quindi fino ai 90 anni d’età: un caso in cui l’assicurazione diventa vitale (e particolarmente onerosa) per tutelare l’istituto di credito.

Nessun “documento criminale”, dunque, secondo Unicredit: anzi, proprio l’indicazione di quel Taeg sul documento di sintesi testimonierebbe la trasparenza della banca, che comunque promette di approfondire la questione e fornire una risposta “più strutturata” nei prossimi giorni. Anche perché Brondi non si dà per vinto: “Mi sembra un modo come un altro per dire che Ottavio è vittima di un tasso da usura solo perché anziano. Sto cercando di raccogliere più prove possibili da presentare al Procuratore della Repubblica. E lancio un appello: controllate se i vostri anziani hanno firmato finanziamenti o cessioni con tassi usurari. Aiutatemi, dobbiamo fermarli”.

La storia di “Ottavio” fortunatamente ha avuto un lieto fine: clicca qui per leggere l’articolo.

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