Cronaca

Falò sulle spiagge di Albenga, un video denuncia: “Brucia tutto, plastica, gomme, polistirolo. Ma siamo senza sindaco…”

Albenga. “Falò nel Parco Naturale Centa”. La butta sull’amara ironia l’autore del video che in queste ore sta facendo discutere gli albenganesi, nel quale si vede bruciare ogni genere di rifiuto, più o meno inquinante, sulla spiaggia ingauna.

Un problema, quello dei rifiuti e del legname spiaggiato, sorto in seguito alla cosiddetta “tempesta di Natale” di fine 2013 durante la quale numerosi comuni costieri furono colpiti da violente mareggiate, con onde alte anche 9-10 metri. Fin da subito era stata avanzata l’ipotesi di permettere ai residenti di dare fuoco al legname, per evitare costosi smaltimenti in discarica, ma le prime richieste della Regione erano state respinte; alla fine era arrivata l’ordinanza del commissario prefettizio Giuseppe Montella, che autorizzava la raccolta del legname spiaggiato da parte dei privati cittadini.

Un’ordinanza motivata dal fatto che la considerevole quantità di legna ancora presente sugli arenili, oltre a poter provocare fenomeni di putrescenza, costituisce un pericolo per i cittadini che in qualche modo fruiscono del demanio marittimo: da qui la decisione di permettere agli albenganesi di portare via il legno, mentre continua ad essere vietato bruciare il materiale sul posto.

Farlo, infatti, è altamente inquinante. “Bruciare legname umido, sporco, intriso di sale è il modo più efficace per produrre diossine ed idrocarburi policiclici aromatici, destinati a contaminate le spiagge, il mare, la catena alimentare – spiegava qualche settimana fa Federico Valerio, già responsabile del Servizio di Chimica Ambientale all’Istituto Scientifico Tumori di Genova – Numerosi studi hanno stimato la quantità di inquinanti che si liberano in atmosfera quando si pensa di togliersi un problema di rifiuti con il fuoco. Tutti questi studi concludono che, operando in questo modo, si creano sempre nuovi problemi, più gravi e subdoli del primo. Al posto del problema di ingombro, sgradevole da vedersi, ci si ritrova certamente con un invisibile, pesante inquinamento dell’aria, del suolo, del mare, del pesce”.

Nonostante ciò, i falò sono stati fatti e continuano ad avvenire, ad opera di qualcuno che, quando non visto, va ad appiccare il fuoco. Ma le mareggiate non hanno portato a terra solo alberi, ramaglie, canne; le ondate hanno anche restituito tutti i rifiuti scaricati abusivamente nei rii e il combustibile delle auto travolte dalle piene. “Vediamo che sta bruciando plastica di ogni tipo – dice la voce nel video – è appena esplosa una bombola di qualcosa, speriamo che non ne esploda un’altra”. Le immagini passano da un falò all’altro: plastica, polistirolo, gomme. “Però non ce l’abbiamo il sindaco, quindi…”. L’autore vanta ironico la “famosa pulizia del Centa”. Ironia e amarezza: “Da Sasà Salvaggio è tutto. Vabbè, chiudiamola lì che…”.

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