Calcio

Simone Rabbi, il futuro Mancini del Bologna

Lo speciale Settore Giovanile del ct Vaniglia

Simone Rabbi

Per questo ragazzo vale la pena di scommettere. Gli osservatori hanno cominciato a mettersi in fila e ad annotare le sue magiche giocate.

I paragoni, per Simone Rabbi, 17 anni il prossimo 30 ottobre, attaccante e capitano degli Allievi nazionali rossoblù, già si sprecano. Potrebbe essere, azzarda qualcuno, il nuovo Fabio Borini, classe ’91, che scappò dal Bologna per poi firmare col Chelsea  facendo imbufalire l’allora presidente Cazzola. Mi piace più accostarlo al Mancio per precocità ed estro.

Nel 4-3-3 adottato da Magnani è in grado di ricoprire tutti i tre ruoli del tridente, anche se forse il meglio può darlo partendo da sinistra e rientrando col destro che è il suo piede naturale (sa muoversi pure da punta centrale, arretrando a giocar palla e “dialogando” nello stretto).

Quest’anno ha segnato 12 gol in campionato, ed è stato votato miglior giocatore del prestigioso trofeo Beppe Viola, sfuggito immeritatamente ai felsinei nella finale col Torino (in precedenza aveva battuto ad Arco ai rigori la Samp di Alessi ed io ero dietro la porta sotto il nubifragio e vidi da vicino la realizzazione di Simone nell’angolino pur tifando per la compagine della mia Liguria).

Secondo taluni, forse è presto per vedere il suo debutto in prima squadra, ma i vertici del club lo stanno, senza alcun dubbio, tenendo d’occhio. Simone Rabbi, capitano della formazione emiliana potrebbe essere quel gioiello fatto in casa che manca da tempo, un primo della classe che essendo un attaccante ha senz’altro colpito gente come Di Vaio o come l’ex tecnico della Primavera Colucci che fece tremare l’Inter in Coppa, portandola ai rigori. I primissimi passi li ha mossi nel Castenaso, ma è a tutti gli effetti un prodotto del vivaio del Bologna. Ha fatto insomma tutta la famosa trafila, un’espressione che resiste anche all’impeto travolgente del nuovo lessico.

Rabbi la prima maglia rossoblù l’ha indossata nei Pulcini. Ma attenzione. Perdersi, o anche solo distrarsi, è un attimo. Per fortuna, ha una famiglia solida alle spalle, con quattro fratelli uno dei quali gioca nella Juniores del Corticella. Il padre è presidente della fondazione Don Mario Campidori che si impegna per promuovere attività a favore dei disabili, e a Casteldebole ne approfittano per mandare ogni tanto i ragazzi a fare una visita.Lo scopo è duplice: tentare di allietare chi dalla vita ha avuto molto meno, ma anche far riflettere chi magari storce il naso per una sostituzione.

Non c’è che dire. Forza Simone! Di giocatori ne ho visti e tu hai la stoffa del campione per cui sono certo che arriverai lontano.

Simone Rabbi

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