Lettera al direttore

Ex antiquaria scrive al sindaco di Loano

Nei giorni scorsi ho letto su un quotidiano locale un articolo che mi permetto definire la solita bega politica, attualmente di gran moda. Nell’articolo si definisce l’antiquario, colui che rifila roba vecchia. Per 25 anni ho diretto un negozio di antiquariato in Loano, sempre gratificata da una clientela eccellente e dalla stessa ho sempre ottenuto stima e amicizia, perché a queste persone io non ho mai rifilato robe vecchie, ma venduto oggetti d’arte.

Critico e non accetto il suo lessico (mi riferisco all’idea del rifilare). Signor sindaco la sua arroganza non le fa onore, mi auguro che il suo stile non venga imitato dai suoi concittadini, perché cadremmo completamente nel cattivo gusto. Penso che si può giudicare con ironia, sempre che la stessa sia fatta con sensibilità e un po’ di “sale in zucca”. Ci sono persone che come lavoro rifilano parole e poi, stanchi, si riposano su comode poltrone. Sarebbe di cattivo gusto definirli “zecche parlanti” e si cadrebbe nell’irriverenza e nella maleducazione. Molto più amichevole, anche se sempre ironico, dare la classica pacca sulle spalle e sussurrare “te possino, vecchio volpone!”.

Ho sempre sognato gli uomini che ci governano intelligenti, colti e sensibili … un’utopia, perché è molto tempo che sogno e spero. Oggi dico “Vinca il migliore”. Leggo nelle liste delle prossime elezioni comunali il nome di un antiquario. Avrà il mio voto per stima e solidarietà. È tempo.

MARIA ANGELA CARRARA MICONI

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