Cronaca

A giudizio per resistenza ma furono i vigili ad “aggredirlo”: assolto grazie a 2 telefonate

aula tribunale

Albenga. E’ finito a giudizio in Tribunale a Milano perché accusato di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. La battaglia giudiziaria di un 40enne albenganese, Andrea Zuco, di professione camionista, che fin dal primo minuto si era sempre dichiarato non colpevole, alla fine, grazie a delle trascrizioni di telefonate ai centralini di 113 e 112, si è chiusa con una sentenza di assoluzione perché il fatto non sussiste.

Il 40enne, assistito dall’avvocato Carlo Manti, era finito nei guai per un episodio dell’ottobre 2005: si trovava a Milano, nella zona di Pioltello (nordest della città) per consegnare della merce ad un supermercato della catena “Esselunga” quando, dopo aver compiuto un’inversione giudicata “azzardata”, venne fermato da una pattuglia della polizia locale. A quel punto secondo quanto riferito dagli agenti l’uomo avrebbe iniziato a dare in escandescenza e ad essere poco “collaborativo” con loro nella fase dell’accertamento.

La verità raccontata dall’imputato però è sempre stata ben diversa: il camionista sosteneva infatti di essere stato fermato e di essersi accordato con i vigili per spostare il camion qualche centinaia di metri più avanti per intralciare meno il traffico. Non appena era ripartito però Zuco ha spiegato che la macchina della polizia locale l’aveva superato e gli aveva sbarrato la strada costringendolo a fermarsi bruscamente. A quel punto gli agenti sarebbero scesi dall’auto di servizio urlando contro l’autista e obbligandolo a scendere dal mezzo.

L’imputato ha sempre raccontato di essersi barricato spaventato all’interno della cabina di guida e di essere stato circondato dagli agenti che picchiando violentemente con i manganelli sul mezzo gli gridavano di scendere. Andrea Zuco preso dal panico aveva composto prima il 113 e poi il 112: entrambe le telefonate, fatte in vivavoce, si sono rivelate fondamentali per scagionarlo dalle accuse.

Le trascrizioni delle telefonate ai centralini delle forze dell’ordine testimoniano infatti che gli agenti hanno colpito il camion con i manganelli (hanno anche rotto il vetro della cabina i cui frammenti hanno ferito al volto l’autista) e che hanno insultato, senza un apparente motivo, l’uomo. Una versione totalmente in contrasto con quella fornita dagli stessi vigili.

Visto l’esito della sentenza, emessa ieri nel palazzo di giustizia milanese, il legale di Zuco sta preparando un’esposto da presentare ai magistrati in cui si chiede di procedere a carico degli agenti per: calunnia, falsa testimonianza (in aula hanno infatti fornito una versione dei fatti opposta a quella dell’imputato), falso (per aver verbalizzato delle sanzioni irregolarmente), per omissione di soccorso (per non aver fornito le cure mediche del caso al 40enne rimasto ferito al volto), per sequestro di persona (per aver rinchiuso senza che fosse in stato di fermo l’uomo in una stanza della caserma) e lesioni.

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