Commento

Aurelia bis, lo sfogo di Toti: “Vedo indagini da tutte le parti, questo è autolesionismo”

Il governatore ligure: "Troppe indagini della Corte dei conti, dovremmo darci tutti una mano a fare le cose"

giovanni toti

Liguria. “La Corte dei conti indaghi pure. In tutta franchezza io credo ci sia un eccesso di indagini e un difetto di collaborazione tra gli enti per semplificare quelle regole che invece farebbero andare più spediti i cantieri come l’Aurelia bis”. Reagisce così il presidente ligure Giovanni Toti all’inchiesta per danno erariale aperta dalla Corte dei conti sui ritardi del cantiere dell‘infrastruttura in costruzione a Savona.

I lavori relativi all’opera, in origine, consistevano nella realizzazione di un asse tangenziale alla città di Savona, della lunghezza di circa 5,2 chilometri, che avrebbe dovuto collegare il casello autostradale di Albisola Superiore all’hub portuale del capoluogo. Dagli approfondimenti eseguiti dalla Guardia di finanza è emerso come i lavori per la costruzione dell’infrastruttura avessero subito diverse interruzioni dovute a rilevanti inconvenienti tecnici sorti nel corso dell’avanzamento, fino a giungere alla definitiva interruzione.

“Non sono affatto preoccupato che si possano fermare i lavori, anzi, mancano ormai poche settimane e l’appalto si può dire concluso – premette Toti -. È certamente un appalto tribolato: quando si fanno opere complicate con regole complicate che spesso hanno messo in difficoltà il mondo dell’impresa italiano: se ricordate il numero di imprese delle costruzioni negli anni Novanta e vediamo quante ce ne sono oggi sappiamo quanto queste regole abbiano influito anche nelle difficoltà delle imprese, credo non ci sia nulla da recriminare”.

Poi però il governatore attacca: “Vedo indagini da tutte le parti. Io sono certo che Anas non sarà esente da difetti, ma non penso che nessuno scientemente abbia rallentato, abbia voluto trovare l’amianto nel Terzo Valico, poi il gas nelle gallerie. Vi sono appalti strutturalmente complessi, anche quello della diga di Genova lo è. È evidente che possono esserci difficoltà e ritardi, credo che dovremmo darci tutti una mano ad affrontarli e arrivare in fondo anziché fare i maestrini con la penna rossa da una parte quando non ce n’è bisogno e dall’altra parte costruire leggi che zavorrano il lavoro dei funzionari anziché alleggerirlo”.

“Questo è un paese in cui l’operazione riesce sempre ma il paziente muore sempre, la pratica amministrativa viene perfettamente eseguita ma l’opera non si realizza. Credo che sia un tema di tutta la classe dirigente: politica, amministrazione, magistratura contabile, enti di garanzia che si devono mettere in testa che il comune obiettivo è riuscire a fare le cose. Altro tema sono i ladri, i truffaldi, le malversazioni, le gare imbrogliate: quello ovviamente va represso, ma indagare sul perché un’opera si riesce a fare in meno tempo anziché più tempo è autolesionistico per il Paese”, conclude.

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