Attacco

Alassio, il consigliere Casella: “La maggioranza è uscita dall’aula impedendo la discussione delle nostre pratiche, una vergogna”

Il sindaco Melgrati sull'odg della minoranza sul fine vita: "Non posso accettare che il diritto di decidere il tempo del proprio morire sia proposto come un atto di legittima autonomia personale"

Jan Casella

Alassio. “In otto anni da consigliere comunale non ho mai assistito a una scena come quella di ieri sera: arrivati al momento di discutere i nostri punti all’ordine del giorno la maggioranza Melgrati ha abbandonato l’aula facendo così mancare il numero legale e decretando la fine della seduta. Le scene poco edificanti in questi anni non sono di certo mancate, ma non è mai raggiunto un punto così bass. E’ una vergogna, credo non ci siano precedenti”. A sollevare la polemica è il capogruppo di ‘Alassio di tutti’ Jan Casella.

A rimanere fuori dal consiglio comunale a un’ora dall’inizio della seduta la mozione della minoranza sull’apertura dello Iat nei festivi e l’ordine del giorno sul fine vita depositato il 1 aprile: “Hanno avuto paura di esprimersi sui temi delicati? Basta dirlo in disccussione, motivare, astenersi o anche votare contro. Vedere politici di lunghissimo corso, uscire in silenzio, senza avvisarci, sottraendosi al dibattito, è stato uno spettacolo raccapricciante. Avevano tutto il tempo per prepararsi”.

E ancora una stoccata per i tempi stretti, la convocazione è di lunedì: “Sapete qual è il colmo? Che il consiglio comunale è stato convocato d’urgenza e noi ci siamo trovati, a causa dei loro ritardi, a dover studiare la documentazione in meno di due giorni. Secondo noi si tratta di una gravissima mancanza di rispetto non tanto dell’opposizione, ma di tutta la Città e degli alassini”.

“In qualità di Sindaco – ha dichiarato Marco Melgrati – ho ritenuto di uscire dal Consiglio Comunale, così come altri consiglieri, in quanto cattolico praticante. Come Amministrazione non possiamo accettare l’idea che il diritto di decidere il tempo del proprio morire sia proposto come un atto di legittima autonomia personale. La scelta dell’annientamento del sé non è espressione di libertà, ma il suo opposto. La libertà, infatti, si esprime solo attraverso la vita. È evidente ai più che le derive eutanasiche, spesso spacciate come forma di pietà, di fatto sono una perversione di essa perché la vera ‘compassione’ rende solidali al dolore altrui”.

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